Le dolomiti dal cuore alla tavolozza
Piccola luna
Di Filippo Parodi

Piccola luna lontana... stai ammirando un castello turrito... la scena sempre nuova... montagna incantata

Piccola luna lontana... stai ammirando un castello turrito... la scena sempre nuova... montagna incantata

Lo stile italiano é riconoscibile e amato in tutto il mondo. Made in Italy nel campo dell’arte e del Design sarŕ tra i primi compiti nel recupero della normalitŕ nella vita quotidiana.

Cosě uno strumento musicale, un vecchio giocattolo, un piccolo origami molto normali all’ apparenza, vengono dal pittore sempre isolati e decontestualizzati dall’esperienza giornaliera e si caricano di una misteriosa spinta spirituale, portando molto in alto il tono dell’ opera, ed anche il cuore dell’ osservatore.

...la fantasia ci aiuta ad adeguarci mettendo certi limiti e prestabilire il loro svolgimento...

Una bella salita per la via normale, una parete di roccia levigata dalle carezze di mille e mille scalatori, il sogno per chi affronta il tratto verticale da solo, arrampicando come ha visto fare nelle poche lezioni di roccia al campeggio.

Č ovvio che per percepire ogni emozione e interpretazione bisogna avere il contatto diretto con l'opera. Ho concepito questa opera nel momento piů sentito del dramma che sta provocando al popolo di tutto l'emisfero, č mai come in questa situazione č stata concepita un'opera che potesse riparare il danno morale ed economico.

Di quel movimento d'amore riusciamo ad avvertire le fughe di sassi che cadono o meglio volano per incontrare la terra. Forse restano nell'immagine segni di quel movimento antico che il pennello č riuscito a cogliere cercando tra guglie e pinnacoli le linee di forza che segnano il racconto di mille secoli d'amore.

Per tutti noi, la speranza alimenta ogni cosa in ogni momento della nostra vita. E’ l’anticamera della felicitŕ. E’ la parola di Dio che ha donato a ogni uomo. Non c'č medicina piů efficace della speranza, nessun incentivo cosě grande, e nessun tonico cosě potente come l'attesa di qualcosa di positivo che accadrŕ domani. Quale sarŕ il nostro domani?

Proprio da qui dobbiamo ripartire. Al di lŕ della perfezione tecnica ci siamo e dobbiamo essere noi ad accorciare le distanze. Non dobbiamo dimenticare che la vita, quella vera, comincia da noi e le nostre emozioni. Ripartiamo uniti, consapevoli e piů maturi. Questa e una sfida inedita che dobbiamo affrontare, ma possiamo superarla se ci manterremo informati, attivi e allegri.

Per non impazzire dipingo un amore ormai lontano e irraggiungibile, tento di scrivere ricordi comuni, poi vi mando queste lettere per cercare di condividere con qualcuno questa mia platonica dichiarazione d’amore. Quando ricevo una risposta ho la sensazione di essere insieme ad amici che, come me, sentono il bisogno di un abbraccio, di un contatto umano, di una parola o di una stretta di mano.

Che resta al vecchio in quarantena?
Non deve rinunciare a esprimersi, malgrado le cure quotidiane, deve creare un segno, una storia, una poesia. Un racconto, un quadro da offrire a chi gli vuole bene per mantenere un contatto umano vitale e rinnovabile senza limiti temporali. La parola è da sempre l'orma scritta del pensiero: si può rileggere, affinare, limare come una scultura capace di rinnovarsi, un'Araba Fenice che dalla cenere rinasce sempre vitale.

In un’epoca di ritmi frenetici, di ansia, di immigrazioni, di sconvolgimenti sociali e finanziarie come quella che stiamo vivendo, di eccezionale e inaspettata pandemia parlare di arte, di speranza e di edificazione grazie alle potenzialità individuali e collettive e un nostro dovere e un nostro piacere.

Esce allo scoperto, guadagnando una menzione alla terza Biennale romana, con il vigoroso Autoritratto (1923): una dichiarazione di poetica e, al tempo stesso, il primo passo verso il riconoscimento pubblico, guadagnato senza clamori. Lo sguardo crucciato e stentoreo, il gesto impietoso e, al tempo stesso, composto, del giovane di temperamento sanguigno – quasi un eroe risorgimentale – condensano nella pietra i turbamenti di chi sa che l’approdo alla capitale è più un onere che un onore.

Vicino al S.Spirito, aspettando - Gli orari di visita sono tassativi, io arrivo sempre in anticipo e allora mi aggiro guardandomi intorno. Sul Ponte Sant'Angelo c'è tanta gente, sulle mura del Castello si apre una porta di luce , sembra un lume che attiri nel buio falene turistiche. I lampioni del ponte creano giochi di luce sul pavimento lucido di pioggia.

Ancora una volta, gli instancabili pennelli di Filippo Parodi hanno adagiato sulla tela forme e colori delle amate dolomiti...ogni volta imprevedibili per la capacitĂ di ammaliare e trascinare nel vortice delle infinita bellezza, complice il pittore che accompagna le sue immagini con suadenti didascalie.

...propone dei cammei della preziosa e importante collezione che il mecenate Alfredo Paglione ha voluto donare al Museo e per esso alla città di Chieti, dove ha vissuto gli anni della giovinezza e dove si è formato per poi avviare una favolosa carriera come gallerista e mercante d’arte.

Guerrieri, cavalli e centauri. Paolo Staccioli e l’attualità del mito (…) Le sue figure – veridiche eppure astratte, tornite e levigate, austere anche quando le raffinano decori eleganti e colorati e perfino con qualche bagliore dorato – sono segnate dalla vena severa che, dai primordi, sotterranea traversa la cultura della nostra terra. I suoi guerrieri, di complessione solida, compatti come se la corazza si fosse incarnata nei loro corpi rendendoli invulnerabili, sono della stessa genìa dell’armigero di Capestrano; ma di lui – se possibile – ancor più primitivi.

Un segno scuro e potente che scava le forme per estrarne la luce segreta, l’incontro e la lotta tra il nero e gli altri colori da cui scaturisce lo splendore delle cose e dei volti, evocazioni e culture che si sovrappongono e si fondono in un ciclo coerente di opere: la mostra di esordio di Rei si presenta come un mosaico vitale di suggestioni e di riferimenti legati da una pittura che riesce a unire la sua decisa componente disegnativa a un’intensa ricerca cromatica.

In mostra una selezione di cinquanta opere tra pittura e scultura, capolavori di artisti internazionali che corrono lungo un arco cronologico di oltre due secoli, dall’epoca Neoclassica sino alla prima metà del XX secolo. Italia, Francia, Svizzera, America, Germania, Belgio, opere con storie e culture diverse che dialogano armoniosamente tra loro attraverso il comun denominatore della qualità museale.


Il lavoro di ricerca è stato sistematico anche da un punto di vista documentaristico, ed è stato concepito con l’obiettivo di sistematizzare il patrimonio di fonti storiche legato alle committenze e alle richieste collezionistiche ricevute dal maestro.

Grazie alla selezione di un centinaio di opere provenienti da prestigiosi musei, pinacoteche e collezioni private, sarà possibile analizzare a trecentosessanta gradi l’affascinante tematica, con l’obbiettivo di dimostrare come la donna abbia da sempre avuto un ruolo centrale nella storia dell’arte italiana

Superate le giornate festive, è il momento giusto per dedicarsi alla visita di qualche retrospettiva o esposizione per la quale magari non si aveva avuto tempo prima. Qualche consiglio, regione per regione ce lo offre Stefano Brambilla per conto del Touring Club Italiano.

Assecondando la vocazione del Museo, un'opera cinquecentesca di scuola bresciana dialoga con due splendide opere della contemporaneità - di Mario Sironi e di Roberto Crippa - per scoprire il perdurare fino ai nostri giorni di un suggestivo soggetto iconografico ricco di significati teologici. Inoltre è presentata una tavola del Liber Imaginum, volume commissionato espressamente da Ignazio di Loyola,

la sagace perizia del saldo mestiere e con la forza della esperienza e del sentimento personalmente vissuto. Le opere dell’artista infatti parlano al cuore forse ancor prima che all’occhio, rispondendo al comune bisogno di interpretare le emozioni dando loro la formulazione più semplice e chiara, quella del vero.