Un volume dell'Ateneo di Scienze e Lettere ed Arti dell'Università di Bergamo
Gianni Remuzzi
(1894 - 1951)
L'onestà della scultura
A cura di Michela Valotti - con biografia inedita di Giuliana Donati Pettèni
prefazione Zoppetti Mencaroni - documentazione Giuseppe Paravicini Bagliani
“Anno cruciale, il 1925, per Remuzzi.
Esce allo scoperto, guadagnando una menzione alla terza Biennale romana, con il vigoroso Autoritratto (1923): una dichiarazione di poetica e, al tempo stesso, il primo passo verso il riconoscimento pubblico, guadagnato senza clamori.
Lo sguardo crucciato e stentoreo, il gesto impietoso e, al tempo stesso, composto, del giovane di temperamento sanguigno – quasi un eroe risorgimentale – condensano nella pietra i turbamenti di chi sa che l’approdo alla capitale è più un onere che un onore. La posta in gioco, in una città dinamica e complessa al tempo stesso, in cui confluiscono istanze estetiche le più diverse, alle soglie del Ventennio fascista, è alta, e ogni mossa va meditata con cura, pena l’esclusione dai circoli che contano. “
Bastano poche righe estratte dalla introduzione critica di Michela Valotti per il bel volume “Gianni Remuzzi l’onestà della scultura pubblicato dall’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, per comprendere il tempo – disteso fra due guerre mondiali - in cui lo scultore Gianni Remuzzi (1894-1951) ha silenziosamente operato.
Un modus vivendi che rivela una “scarsa bibliografia” del Remuzzi, in specie riferita agli anni giovanili, e che tuttavia non ha impedito di coinvolgere L’Ateneo bergamasco e il precipuo interresse “guidato innanzitutto – come afferma il Presidente M. Mencaroni Zoppetti – dal desiderio di riportare alla ribalta un personaggio la cui memoria è stata adombrata dal trascorrere del tempo, ma anche dalla condivisione di un progetto che negli ultimi anni è stato fortemente caldeggiato da Giuseppe Paravicini Bagliani (impegnato nella ricerca e nella documentazione del volume) e dalla moglie Silvia Brolis. Il nome Brolis (noto non solo a livello locale) riconduce immediatamente allo scultore Piero, da lui virtuosamente il circolo si chiude con il nome di Gianni Remuzzi, che di Piero fu maestro.
Se ciò non bastasse - scrive ancora Mencaroni Zoppetti - , legami saldi e profondi con Remuzzi sono stati anche quelli con la famiglia di Giuliano Donati Petténi e con le due figlie: Franca (moglie di Piero Brolis) e Giuliana” la quale, per il volume in questione, redige una esaustiva biografia del Remuzzi punteggiata da una vasta serie di foto ricordo.
Il poderoso volume si avvale anche di una puntuale documentazione fotografica dei lavori dell’artista bergamasco: schede metodologiche e criteri organizzativi, vasto contributo per un catalogo che si impone per il valore storico/artistico dei lavori e le testimonianze ivi rappresentati.