Sorridisport
di Lucio Trojano
«Lo sport è diventato un linguaggio universale, un denominatore comune capace di abbattere muri e barriere ed è anche un forte strumento per il progresso e lo sviluppo»
«Lo sport è diventato un linguaggio universale, un denominatore comune capace di abbattere muri e barriere ed è anche un forte strumento per il progresso e lo sviluppo»
Una ventina di ospiti della comunità della Fondazione Bosis Si allenano alla voga veneta sull’Adda come sport che aiuta la salute mentale
Osservandole; chi può dire che i Karate/Judo non siano sport eleganti? educativi e rispettosi delle buone regole sportive? formativi del senso civico metropolitano? e infine, chi può negare che siano anche propedeutici per una formazione musicale di valore?
13 maggio dell’anno 1909, dal Piazzale Loreto di Milano, debuttò la “Corsa Rosa”. Questo primo giro terminò il 30 maggio e fu di sole 8 tappe, parti ed arrivò nel capoluogo lombardo percorrendo ben 2.4447,9 Km. La prima “Maglia rosa” fu Luigi Ganna residente ad Induno Olona in provincia di Varese.
Nel periodo della Seconda Rivoluzione industriale, squadrette di donne che iniziavano a giocare con la palla rotonda, si formarono nelle diverse sezioni “dopolavoristiche” di tante realtà lavorative di quel tempo, e la più nota fu senz’altro la “Dick, Kerr & Co.” di Preston nel Lancashire, e fu proprio qui che venne fondata la “Doick Kerr’s Ladies Football Club” . Alle lavoratrici di questa fabbrica fu affibbiato l’elegante nomignolo di: “Signore del Kerr”.
E’ la storia di chi vuole uno sport libero da condizionamenti del doping. Il tutto partendo dall’esperienza diretta della campionessa del mondo di marcia, Giuliana Salce. “...Un tema che farà discutere, un bel film che sono certa potrà contribuire a far riflettere e salvare tantissimi atleti soprattutto giovani che si avvicinano allo sport, sia amatoriale che quello professionistico e che lo debbono fare con il massimo rispetto per la propria salute e la correttezza sportiva”.
Ancora una volta è al calcio che chiediamo di restituirci l’allegrezza perduta: la voglia di stare insieme, di cantare, di esultare per un gol, di gioire per una vittoria. Il “pallone” è in realtà la scatola magica con tutte le piccole grandi cose, tricolore e trombetta, simboli e amuleti del popolo dei Fantozzi, sprofondati sul divano a tifare per gli azzurri tra un panzerotto e una birra.
Lo sport in Grecia fu inteso non solo come una techne, un sapere tecnico per raggiungere dei risultati agonistici, ma anche come una sophia, una conoscenza che mirava a migliorare l'uomo e la società in cui viveva. Quindi, pur con gli immancabili difetti, era sia un esercizio fisico salutare e appagante, sia un'attività "etica".
il Maestro, anzi il ‘re’ delle vignette calcistiche, capace di rendere vive e immediate le azioni di gioco sotto gli occhi di tutti, tifosi e no, una capacità originale che ha coinvolto gli appassionati del calcio fino all’arrivo, da lui anticipato, della moviolaTv. ... Carmelo traduceva all’istante, come da un geroglifico complesso, le sensazioni del vedere, tramutandole in cronaca, anzi in storia dello sport. Vignette indimenticabili.
Tutti i colori del calcio - Storia e araldica di una magnifica ossessione, opera dello scrittore, poeta e storico delle lingue minoritarie Sergio Salvi e dello storico Alessandro Savorelli, esperto di simbologia ed araldica. "In principio fu la guerra" è il titolo del primo capitolo del volume.
Può lo sport aiutare un disabile a superare i propri limiti e rompere il muro di diffidenza che la società nutre nei suoi confronti? La risposta è affermativa: un sì chiaro e forte, e Daniele Fabbri ne è una prova tangibile.