In occasione del 25 settembre: Giornata dei Sogni
I sogni delle donne
di Federica Dal Palu'
Il pittore ama giocare con i riflessi che l’acqua lascia su una piazza, una strada o in un parco. I colori ne escono rinvigoriti e una tavolozza calda e familiare comunica una Mantova tranquilla, dove la vita scorre con i ritmi del passato e le persone affollano le strade o rimangono sole attraversando una piazza.
Artista concettuale, famoso per le sue “grattugie” in cui materia e colore portano un messaggio contemporaneo: la grattugia da comunissimo utensile presente in tutte le case diventa elemento centrale di una composizione complessa. Ogni opera è metafora della vita umana quotidiana, racconta storie, disagi, emozioni in una sorta di graffiante film della vita.
Andrea Trisciuzzi coglie lo sport nella sua significanza più completa: diventa quindi un attento osservatore dei singoli movimenti e delle situazioni dinamiche, compie approfondite ricerche sui dettami, che circoscrivono le attività sportive e, allo stesso modo, sui contesti ambientali in cui si svolgono. Nascono poi singoli progetti, in cui egli ricerca la perfezione di un unico istante agonistico.
Alcuni artisti sono riusciti a creare un confronto – scontro con la realtà, altri con l’inconscio. Infatti esistono artisti del visibile… e artisti dell’invisibile…
In entrambi i casi i risultati ci mostrano ancora una volta come l’arte e la bellezza possano salvare il mondo.
Roberta Pugno e Paolo Camiz sono due artisti molto diversi tra loro per età anagrafica, provenienza, formazione artistica e vissuto personale, ma hanno deciso di esporre insieme, in una doppia mostra personale che segna anche una tappa importante per la loro carriera artistica.
Anima detonante e produttiva, Pradella, trasferitosi nel 1963 a San Paolo, progettò un piccolo paese da costruire ai margini dell’inospitale Amazzonia. E diresse egli stesso i lavori. “È stata un’esperienza surreale” commenta Vinicius ricordando quei giorni da pioniere al cospetto della maestà verde della più grande foresta del mondo.
Il mondo globalizzato ha reso minute
le distanze, e ingigantito i pensieri,
ha moltiplicato la comunicazione,
ma ha reso ancor più arida
la solitudine dell’uomo moderno,
ha reso difficile la vita di ogni giorno,
ma ha lasciato aperta la porta della speranza.
Le cinque tavole dipinte da Zenale intorno al 1500, e che sono uno dei capolavori del grande artista trevigliese, in origine ornavano il parapetto dell’organo di Santa Maria di Brera, casa madre dell’ordine degli Umiliati e cantiere d’arte fra i più rinomati fra la fine Quattrocento e gli inizi Cinquecento a Milano. Lo strumento era stato commissionato nel 1489 al celebre organaro Domenico Baldi da Lucca.
A volte i frammenti di alcune immagini rimango talmente impresse nell’emotività dell’artista, suscitandogli sensazioni che continuano a vibrare a lungo, da indurlo a scegliere la narrazione dei luoghi come manifestazione predominante della propria creatività.
Artista greco da più di quaranta anni residente a Roma, Kattinis, in occasione di questa esposizione personale, ha scelto di esporre le sue opere su carta, in particolare litografie, serigrafie, monotipi e lavori realizzati con tecnica mista nel corso della sua lunga carriera artistica. Le sue figure, inondate di luce, sono arcaiche e moderne al tempo stesso, memori delle civiltà millenarie del Mediterraneo.
Fisico ed artista, nelle sue opere egli materializza sulla tela le meraviglie del Cosmo. Unendo le sue due grandi passioni ha realizzato un’arte nuova, che mette Uomo e Natura sullo stesso piano, in una sorta di visione panteista dell’Universo. Attraverso delle vere esplosioni, “Big Bang in miniatura”, egli ritrova le stesse strutture osservate nell’Universo. Le infinite forme prodotte in ogni esplosione riflettono infatti le leggi della fisica e della matematica. Inoltre ogni opera di Pelliccioni è densa di particolari caotici - frattali che sono essi stessi delle opere d’arte.
“La mostra è dedicata essenzialmente alla produzione liberty e preraffaellita dell’artista - ci spiega – “segnatamente al ventennio che va dal 1908 al 1928. Nel primo decennio del secolo Guerrini è stato forse il più grande litografo italiano, molto apprezzato anche a livello internazionale.
“Penso al mite sorriso, - scrive Alberico Sala - alla conversazione sussurrata di Ernesto Tavernari, recupero le sue immagini, i suoi colori, e sono tentato da una affettuosa correzione, non homo ma puer avus ludens, dentro uno scenario di sogni, invenzioni, affabulazioni. Nei suoi quadri, d’una grana che suggerisce il fascino affrescale, giocano le forme, ma soprattutto i colori."
La selezione delle opere, in linea con le indicazioni che caratterizzano la Biennale, sottolinea la puntuale attenzione alle opere esaminate sotto il profilo dell’esecuzione artistica, e parimenti, sotto il profilo del contenuto che hanno inteso esprimere. Emerge con evidenza la professionalità dei lavori presentati. Segno e colore sottolineato la sicurezza degli artisti a rappresentare loquaci immagini, altresì caratterizzate da intelligibili valori legati alle attualità che il nostro tempo ci propone.
Il progetto artistico di Giorgio Piccaia riprende forza e vigore a Chiasso. L’anno scorso il 7 febbraio veniva inaugurata con un convegno questa bella mostra allo spazio d’arte della Swiss Logistics Center della città svizzera di confine. Questo 17 giugno, e fino a fine luglio sarà possibile vedere le oltre 40 opere tra olii, acrilici, carte di papiro e piccole sculture dell’artista italo-svizzero.
...il lavoro di Luigi Ravasio si distingue per uno straordinario magistero “artigianale”: i volteggi dei suoi “nastri” librati nel campo rarefatto del dipinto, lungi dall’essere originati dalle ardite esplorazioni spaziali di forme geometriche create dal computer con programmi di progettazione numerica o vettoriale, sorgono da rigorosissimi calcoli prospettici consegnati con puntigliosi disegni a matita, e dal tradizionale impiego della pittura a olio, stesa in campiture nitide e brillanti.
‘Nelle opere esposte – spiegano gli organizzatori - scelte fra quelle meno note emerge la poetica di figure e personaggi senza tempo, ritratti universali di una umanità errante, in cammino, paesaggi dalle cromie accese e intense, silenti nature morte e figurazioni che sperimentano suggestioni visise astratte’.
Le numerosissime iniziative, molte già realizzate e molte altre in divenire, hanno il merito di rendere visibile e godibile quel sotterraneo amore che gli italiani inconsapevolmente nutrono per Dante, il poeta che più di ogni altro ha affascinato la nostra età giovane – non solo anagrafica – con le sue rime qua e là rimandate a memoria in occasione di conversazioni e incontri.