Santo Spirito in Sassia è il più antico ospedale di Roma
Immagini di Filippo Parodi
Da S.Spirito, aspettando...
Dipingere di notte, ai tempi del coronavirus
Vicino al S.Spirito, aspettando - (20x28) - Gli orari di visita sono tassativi, io arrivo sempre in anticipo e allora mi aggiro guardandomi intorno. Sul Ponte Sant'Angelo c'è tanta gente, sulle mura del Castello si apre una porta di luce , sembra un lume che attiri nel buio falene turistiche. I lampioni del ponte creano giochi di luce sul pavimento lucido di pioggia. Le statue degli Angeli fanno bella mostra di sé con movenze leggiadre, come maschere veneziane di travertino. Il castello è in piena luce artificiale che mette in risalto la sua massa volumetrica e i suoi segreti più di quanto non faccia il sole con la sua luce strapotente che attutisce i piccoli particolari costruttivi. Si è fatta l'ora d'ingresso, lascio il ponte e torno a Santo Spirito in Sassia.
Uscendo dal S.Spirito: è notte. (50x37,5) - Un marciapiede sopraelevato porta al Castello che mostra la bassa torre in primo piano, poco illuminata ma drammaticamente potente in questo gioco di volumi che la luce esalta e trasforma. Il cielo è ormai nero e fa da sfondo come un panno di velluto su cui si adagia il mastio del castello. Lampioni eleganti con strutture a volute che sostengono i corpi illuminanti creano una prospettiva di luci che disegna lo spazio nel buio.
Lungo la strada che corre in basso si muovono strutture mobili dedicate ai turisti che rendono meno austero l'impatto del castello sul Lungotevere. Ferve anche a quest'ora il traffico pedonale di amanti dell'arte che si dirigono alla porta d'ingresso del monumento illuminata e accogliente. Mi allontano verso piazza Cavour per prendere l'autobus sperando di trovarlo alla fermata.
Gli spalti e il torrione del Castello dell'Angelo. (36x50) – Così a ridosso, vicino all'attacco a terra si ricava una impressione di forza e stabilità , le mensole che portano a sbalzo le murature con i merli, vantano una incredibile leggerezza con onde di pietra che disegnano la struttura nel vuoto. I mattoni bipedali coronano gli archi e corrono lungo le pareti delle torri mentre blocchi di pietra rinforzano gli spigoli e i cambiamenti di direzione.
Sopra la prima cinta svetta il possente cilindro murario impreziosito da aperture e vuoti che descrivono la grandiosità e lo spessore delle murature.
L'Angelo con la croce sul ponte dell'Angelo davanti a Castel Sant'Angelo. (36x50) – E' notte sul ponte, la luce dei lampioni da alla scena un fascino particolare come in un teatro: le comparse si agitano davanti al proscenio, sembra una danza silenziosa di mimi che ci mostrano le spalle attratti dal portone di luce che invita al Castello.
L'Angelo sostiene la grande croce con eleganza, senza sforzo apparente, quasi con movenze femminili accentuate dalla tunica ampia, ricca di pieghe marmoree.
Dall'alto del Castello un altro Angelo, con la spada sguainata, saluta senza tempo da centinaia di anni. E' una scena che si rinnova ogni sera, con la luna piena o con la luna nova, con i marmi ancora caldi del sole o lucidi di pioggia, cambiano le comparse ma lo spettacolo si ripete all'infinito sempre lo stesso e sempre nuovo, sempre maestoso e magico come magico è il Ponte e misterioso il Castello.