Diari di Cineclub - I dimenticati, 119. Anthony Dexter.
Di
Virgilio Zanolla
Anthony John Dexter oggi forse suscita pochi richiami: eppure, settantaquattro anni fa esso figurò nelle nostre principali cronache cinematografiche, benché l’attore non abbia mai avuto occasione di attuare in Italia, né in film di produzione o coproduzione nostrana, o sotto la direzione di registi del nostro paese.
...commedia gentile per raccontare la realtà, il quotidiano familiare, in tutte le sfaccettature: alterna con disinvoltura la prospettiva dei due fratelli (uno dei quali aiutistico), cerando di fare emergere punti di vista ed esigente di entrambi.
Diari di Cineclub - I dimenticati - 1118. Marta Abba.
Di
Virgilio Zanolla
Nessuno potrebbe mai definire Marta Abb una «dimenticata». Quand’anche non si considerasse che è stata con la Duse, Vera Vergani, Maria Melato, Emma Gramatica e pochissime altre una delle nostre grandi attrici di prosa nel primo Novecento.
Diari di Cineclub - I dimenticati - 116 - Bartolomeo Pagano.
Di
Virgilio Zanolla.
Un personaggio chiave del film era il salvatore di Cabiria, il poderoso Maciste: doveva trattarsi di un uomo, sì di proporzioni erculee, ma nel contempo dall’aspetto cordiale e rassicurante.
Nell’occasione d’una recita Anne-José venne notata dal regista Henri-Georges Clouzot, che cercava l’interprete della sua Manon. La tragica vicenda immortalata dall’abate Antoine François Prévost nel romanzo Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut...
Giù il cappello, signori: un genio. Non si può definire altrimenti una persona che nel corso della sua non lunghissima vita si è affermata quale compositore, pianista concertista, direttore d’orchestra, scrittore, attore, comico, conduttore di quiz radiofonici e di talk-show televisivi e personaggio della televisione.
Il suo esordio davanti alla macchina da presa avvenne all’età di diciannove anni, in un’anonima particina nel melodramma "Un palco all’opera"...Ebbe molto più spazio alla sua seconda partecipazione, nell’avventuroso "Gli amanti del deserto"...
Nato a Londra, nel distretto settentrionale di Wood Green, il 30 giugno 1950, Leonard John è il primogenito di Arthur Leonard, responsabile di un negozio di scenografie teatrali, e di Peggy Joyce O’Sullivan, operaia in una fabbrica di apparecchi telefonici: due famiglie con antenati inglesi, irlandesi e rom.
Con questa iniziativa, nelle città italiane si aprono palcoscenici che celebrano la figura di Marcello Mastroianni, ricordando, attraverso un’immagine, tutte le storie e tutti i volti che ha saputo incarnare.
Nel 1924 apparve in quattro film, tutti drammatici: The Name is Woman di Niblo, dove tornò a far coppia con Ramón Novarro, The Shooting of Dan McGrew di Badger, The White Moth di Tourneur, in cui tornava a esercitare un doppio ruolo, contesa tra Charles de Roche, Ben Lyon e Conway Tearle, e Sandra di Arthur Sawyer; quest’ultima pellicola, che la vedeva - forse per la prima volta - assoluta protagonista, è disgraziatamente andata perduta.
Mi sono sempre domandato una cosa: quando due attori interpretano una scena comica, e il canovaccio lascia spazio all’improvvisazione, come fa la ‘spalla’ a non ridere? Si ha un bel dire “È il mestiere”...
Dopo aver vestito i panni di Miriam nel divertente fantasy biblico-musicale Lo que pasó a Sansón di Gilberto Martínez Solares (’55), il primo ruolo a porla all’attenzione del pubblico fu quello di Carmen Ochoa nell’episodio «Una solución inesperada», dove si confrontò con mostri sacri come Arturo de Córdova, Pedro Armendáriz e María Félix.
La popolarità acquisita con le canzoni lo portò ad Hollywood, che in quei primi anni del sonoro reclutava bravi interpreti per i suoi film musicali, girati spesso in più lingue per il mercato estero, soprattutto latinoamericano. Per lui, il passo dalla canzone al cinema fu breve: anche perché, essendo dotato di una figura attraente - era alto, elegante, composto, aveva lineamenti regolari, occhi azzurri e capelli castani - il pubblico, specie quello femminile, era sempre molto ben disposto a seguirlo.
...ha vinto due premi Oscar consecutivi come migliore protagonista femminile (record eguagliato solo da Spencer Tracy nel 1938 e ’39, Katharine Hepburn nel 1968 e ’69, e Tom Hanks nel 1994 e ’95: conseguito inoltre prima d’aver compiuto i trent’anni d’età...
Ma il film che fece di Maurice un interprete di dimensione internazionale fu, nel ’58, Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l’échafaud) l’opera prima di Louis Malle: dov’era Julien Tavernier, un ex ufficiale paracadutista della Legione Straniera, che dopo avere ucciso il marito della sua amante Florence (Jeanne Moreau) rimane bloccato nell’ascensore del palazzo,
Candidato all’Oscar come miglior film internazionale
La sala Professori
Sergio Perugini per Sir
Uno sguardo in chiaroscuro sul mondo scolastico, tra corpo docente, alunni e genitori. Un affresco sociale che esplora pregiudizi, fragilità, omissioni e colpe, evidenziando alla fine un’amara sconfitta educativa.
...epoca d’oro di Hollywood: esordio molto promettente davanti alla macchina da presa a soli diciannove anni, carriera artistica con alti e qualche basso ma nel complesso di esito più che soddisfacente, amori e amanti a gogò...
Ogni cinematografia che si rispetti ha il suo ‘bad boy’: quello russo (e prima sovietico) è stato Andrei Krasko: attore, in verità, più ‘boy’ che ‘bad’, morto a soli quarantanove anni dopo una vita «spericolata».
"È morto di felicità. Io non ho mai conosciuto nessuno con quel candore, quell’innocenza e quella capacità di stupefazione. Da un punto di vista personale è stato un rapporto terapeutico e una forma di igiene mentale"
Notata da un talent scout di Hollywood, le venne offerto di studiare a New York alla Players-Lasky (poi Paramount) School di Astoria, nel Queens, un istituto che preparava gli alunni a diventare attori: unica clausola, doveva dimagrire di cinque chili, essendo un po’ propensa alla pinguedine.
...il suo vero esordio avvenne nel 1970, interpretando Valdemar Leppänen, un giovane eroicamente caduto in guerra, nel dramma Akseli ja Elina di Edvin Laine. Negli anni Settanta Matti prese parte solo ad altri quattro film: il motivo si spiega anche con la grande crisi attraversata allora dal cinema finlandese, che nel ’74 giunse a produrre solo due lungometraggi...
A trent’anni dall’uscita in sala di Film Blue (1993), seguito l’anno dopo da Film Blanc e Film Rouge è utile ricordare cosa si celebra con la famosa trilogia Trois couleurs: Bleu, Blanc, Rouge, del Maestro Krzysztof Kieślowski, che ha dedicato le tre pellicole alla bandiera francese e al motto rivoluzionario più famoso di tutti i tempi.
Il titolo del documentario è “The Dreamers” è un omaggio ad una canzone dei “BTS”, la più famosa band di K-Pop (pop coreano, ndr) al mondo, idoli di qualsiasi teenager nel mondo, anche in Afghanistan
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