Gioco: Stupore e poesia - nota di Alida Maria Sessa
Il gioco colorato
Osservare, conoscere, capire, crescere con
le immagini del gioco e dell'eterna giovinezza
del pittore Enrico Benaglia
L’ impresa più ambiziosa tentata dall’uomo è la ricerca del senso della vita. In questo labirinto circolare di tentativi a vuoto si aggirano, da millenni, scienziati, filosofi e artisti. A guardarli al lavoro o a studiarne opere e biografie sembrerebbe che la posta in gioco è altissima e che, per molti di loro, il senso della vita consista soprattutto nella ricerca del suo significato.
Benaglia tra salvezza e catastrofe ha da subito scelto la prima vivendo la vita come fonte di luci,magari sghembe ma piene di calore, e trovandone quindi il senso in un meticoloso inventario degli stupori che, pur in mezzo a mille sofferenze, l’ esistenza ci riserva. Sempre.
La vita per lui si compie e trova senso di stupore in stupore, si conferma come opportunità ,dono di cui non sempre siamo meritevoli, di meraviglia in meraviglia, purchè, cioè a condizione, che tutto sia registrato, fermato e archiviato negli occhi e nel cuore. Ricorda, ricorda bene se non vuoi che la tua vita si riduca ad uno smacco , in una vana partita a scacchi con la morte.
È questa la misteriosa energia sottesa nell’opera dell’ artista romano. Ai luoghi simbolici, ai colori trasognati impastati di un pulviscolo nebbioso, si aggiunge questa aura magnetica, questa tensione positiva che eleva anche il più dimesso oggetto quotidiano a icona carica di significati. Così uno strumento musicale, un vecchio giocattolo, un piccolo origami molto normali all’ apparenza, vengono dal pittore sempre isolati e decontestualizzati dall’esperienza giornaliera e si caricano di una misteriosa spinta spirituale, portando molto in alto il tono dell’ opera, ed anche il cuore dell’ osservatore.
Si arriva così allo stupore assoluto, e assolato, al silenzio straniante del reperto di vita assurto a simbolo, alla metafora sottile che esemplifica e chiarisce la nostra condizione umana, alla coscienza e alla memoria insita nella cosa in sè e in tutti noi, di cui il soggetto rappresentato sulla tela è solo un portatore sano. Benaglia in tono sommesso, con la semplicità dei veri grandi indica un percorso, il solo possibile per lui. E se il quotidiano è il suo scenario preferito di partenza, la mitologia del quotidiano, è il trascendente punto d’arrivo. Benaglia artista onirico ma arreso al reale. Anzi, quasi sbaragliato dal sottotesto inquietante e magico della realtà. Giocoso, eppure sempre ad indagare i significati riposti del gioco della vita. Intenso e profondo. Benaglia poeta.