Terza tappa 16,9 Km: Rocca di Mezzo - Celano
Il Cammino del Perdono
Itinerari di spiritualitĂ e cultura per il Giubileo
di Dante Fasciolo

...attraversare i pascoli dell'altipiano e scorgere la forra conosciuta come "Le Gole di Celano"...

...attraversare i pascoli dell'altipiano e scorgere la forra conosciuta come "Le Gole di Celano"...

...la strada sterrata, marcata da segnali aggiuntivi a quelli dell’ippovia del parco Velino-Sirente, si inerpica fino a 600 metri d’altezza in pochi chilometri da percorrere tutta nel bosco seppure assolato per benefica esposizione.

Alcuni chilometri ecco scorgere in cima ad un roccioso sperone il bellissimo Monastero di Sant'Angelo d'Ocre, e sulla cima del monte Circolo i ruderi del Castello di Ocre.

In un' area ricca di storia, arte e spiritualitĂ , disseminata di eremi aspri e solitari adatti alla contemplazione e alla ricerca dell'Assoluto, il viaggio si propone un' unica Cultura del Perdono.

Il futuro del pianeta e le stringenti analogie con la tragedia del noto transatlantico.

Le nuove dimensioni del futuro come nuovo rapporto tra uomo e pianeta è percepito dall'autore come un appuntamento da non mancare; e le argomentazioni si spostano sul capitolo dell'energia del pianeta analizzata come "carburante" della storia.
“Ognuno di noi è la sua storia, le sue attese, anche i suoi progetti”…comincia così la riflessione di Ernesto Olivero affidata alle pagine di Luoghi dell’infinito.

“Creare. Scrivere. Connettere”, : l'input del IV incontro degli stati generali dell'autore che ha discusso e sottolineato plurali intenti e prospettive per gli scrittori europei.

L’impalcatura tomistica permea tutta la filosofia dantesca al punto che Dio appare semplicemente come Colui che tutto può. "Vuolsi così colà dove si puote 
 ciò che si vuole e più non dimandare".

...bellezza è un territorio dove possiamo davvero incontrare anche gli “altri”, le culture diverse, le esperienze di popoli differenti; nella bellezza posiamo riconoscere i tratti comuni, e le comuni aspirazioni per relazioni sociali più giuste e più solidali.

Nella tradizione toscana popolare, ma anche in quella colta, Dante non è sempre presentato come un saggio severo e saccente, anzi spesso è narrato come un toscano buontempone, ironico e pungente.

...hanno parlato e dialogato di luoghi dell'anima e della memoria, di spazi sacri e da umanizzare, di un infinito raccolto in un frammento... la nostra interioritĂ , certo, quel luogo segreto dentro di noi che solo a noi appartiene...

Lo scopo è cercare di rendere l’architettura un’alleata del pianeta, proprio nel momento in cui la civiltà tecnologica sembra entrata in conflitto con l’ambiente naturale.

Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate è scritto sulla porta dell’Inferno. La perdita della speranza è dunque la più grave perdita umana. Invece la speranza ha fior del verde, rende li soffriri men duri, è fontana vivace, è ripetuto nella Commedia.

Dante si mostra sensibile alla bellezza, soprattutto a quella femminile, tanto che l’espressione donna bella è ripetuta più volte nella Commedia. Non solo, a “donna bella” anche Virgilio chiede di essere comandato.

...sensibilizzare i giovani ad una nuova forma di comunicazione, che non veda nell’altro un nemico e che sia basata sul dialogo e su una serena accoglienza dell’altro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza (Inf., XXVI)

Questo nostro tempo sembra meticolosamente ritagliato a misura per offuscare la naturale tendenza alla bellezza di ciascuno...ma nello stesso tempo ci offre l'occasione per rompere gli schemi sclerotizzati dalla inefficace volontĂ politica, dall'inerzia delle istituzioni, dal pretesto dell'insufficiente azione sociale e culturale...

...la “via della bellezza” attraverso il dialogo tra le arti e l’incontro tra culture e tradizioni. Nella coscienza che il cuore della storia è nella relazione tra finito e infinito e che non ci sia domanda più autenticamente umana di quella che chiede bellezza.

Un intero capitolo del De Monarchia, il IV del libro I, è dedicato ai valori della pace, condizione essenziale per l’uomo per poter operare per lo sviluppo e il progresso. La guerra, al contrario, è solo distruzione e arretramento culturale e intellettuale.

La Via Francigena, in quanto itinerario storico del vescovo Sigerico Canterbury/Roma, ottenne a suo tempo la certificazione di "Itinerario culturale del Consiglio d'Europa".

Sembra incredibile che Dante, uomo medievale, abbia una visione dinamica della societĂ , ovvero di una societĂ che sappia tener conto degli insegnamenti del passato per operare guardando al futuro e al progresso.

La cosa peggiore che possa accadere a un uomo è non essere sottoposto a giudizio. Dice infatti degli ignavi: Misericordia e giustizia li sdegna:
 non ragioniam di lor, ma guarda e passa. (Inf., III)

C’è un gran peccato nel mondo: l’inganno, anzi la frode, che Dante definisce come colei che tutto il mondo appuzza. Il nome è Gerione, il mostro è un demone dal viso di uomo saggio e giusto, dal corpo di serpente e coda di scorpione.

Se si presta attenzione al significato riposto e alla struttura dei vocaboli, traluce una scienza delle parole con cui sembra si sia persa la consuetudine. Anche le parole sanno sollecitare i sensi ed è un vero peccato non apprezzarne il sapore e l’antica bellezza.