Dal primo martedì di ogni mese, in edicola per tutto il mese
Luoghi dell'infinito
fascino e gusto del bene comune
Dall’ottobre del 1997 il mensile di “Avvenire”
percorre le vie della bellezza
Questo terzo nostro incontro si avvale del pensiero di Paolo Portoghesi, noto architetto attraverso il quale possiamo riscoprire il fascino e il gusto del bene comune.
Mi sono dedicato all’insegnamento di una materia nuova, la “Geoarchitettura” – scrive Portoghesi – per contribuire a rispondere alle sfide ambientali, un fenomeno nuovo, tipico dell’epoca nostra. Lo scopo è cercare di rendere l’architettura – argomento spesso presente nelle pagine di “Luoghi dell’Infinito” – un’alleata del pianeta, proprio nel momento in cui la civiltà tecnologica sembra entrata in conflitto con l’ambiente naturale.
I cambiamenti climatici si presentano come una degli aspetti più minacciosi di tale situazione, e la risposta non può che essere una nuova presa di coscienza, un nuovo senso di responsabilità. Il futuro del pianeta è, infatti, responsabilità dell’essere umano.
Si tratta dunque di promuovere, anche attraverso la progettazione architettonica, uno sviluppo compatibile con la natura, secondo un processo controllato e non basato sulla propaganda.
L’enciclica Laudato si’ di papa Francesco è un documento esemplare al riguardo, sia nell’individuare le cause dei problemi, sia nell’indicare le soluzioni possibili. E forse l’architettura non potrà risolvere il problema ma certamente può contribuire ad attenuarlo, perché essa è lo strumento fondamentale per la trasformazione della crosta terrestre.
Per questo – scrive ancora Portoghesi – predico l’architettura della responsabilità, in equilibrio con la terra. E confido così di contribuire a generare nuova consapevolezza, mentre mi rivolgo ai giovani i quali si dimostrano ormai stanchi dell’architettura di parata, di cui sono piene le pagine delle riviste specializzate.
I tempi sono cambiati ed è importante che l’architettura sappia proporre un’edilizia di qualità adatta a rispondere alle necessità dei poveri, secondo una sensibilità nuova, diversa, desiderosa di intercettare i bisogni della società.