Ciclo dalle pagine del diario "Conoscenda" dell'Editrice Conoscenza,
interamente dedicato al 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri
Testi - vignetta di Staino - illustrazione di grandi artisti
Dante e la pace
Nella Commedia il termine pace è usato ben 36 volte, in situazioni diverse, in senso positivo, quindi di buon augurio (per la tua pace, dice Francesca), in senso negativo quando di essa ci si priva (senza pace).
Un intero capitolo del De Monarchia, il IV del libro I, è dedicato ai valori della pace, condizione essenziale per l’uomo per poter operare per lo sviluppo e il progresso. La guerra, al contrario, è solo distruzione e arretramento culturale e intellettuale. Ma ecco le parole di Dante:
*L'operazione specifica del genere umano preso nella sua totalità è quella di attuare sempre tutta la potenza dell'intelletto possibile, prima mediante l'attività speculativa e poi, in forza e per estensione di questa, mediante l'attività pratica. Siccome nell'uomo singolo avviene che, vivendo in condizioni di calma e di tranquillità , si perfezioni in saggezza e in sapienza, è chiaro che – secondo il detto che ciò che vale per la parte vale per il tutto – anche il genere umano, vivendo nella quiete, cioè nella tranquillità della pace, può compiere, nel modo più libero e facile, la sua attività specifica che è quasi divina, secondo il detto: «Lo facesti di poco inferiore agli angeli». Di qui appare evidente che la pace universale è il massimo dei beni che sono ordinati alla nostra felicità [...] Di conseguenza si è potuto individuare nella pace universale il mezzo più immediato per giungere a quella felicità cui sono ordinate, come a fine ultimo, tutte le nostre attività ; dobbiamo quindi assumere questa pace come principio che sorregge tutti i ragionamenti successivi, principio che era necessario stabilire, come si è detto, quale punto di riferimento prefissato cui ricondurre, come a verità assiomatica, tutte le altre verità che emergeranno dalle nostre dimostrazioni.*