Ciclo dalle pagine del diario "Conoscenda" dell'Editrice Conoscenza,
interamente dedicato al 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri
Testi - vignetta di Staino - illustrazione di grandi artisti
La politica
C’è un gran peccato nel mondo: l’inganno, anzi la frode, che Dante definisce come colei che tutto il mondo appuzza (Inf., XVII).
E dà nome e volto a questo mostro che si presenta come uomo giusto, ma nella realtà ha in sé un veleno che infetta tutto il mondo.
Il nome è Gerione, il mostro è un demone dal viso di uomo saggio e giusto, dal corpo di serpente e coda di scorpione.
Ecco la descrizione nei versi della Commedia:
La faccia sua era faccia d'uom giusto, tanto benigna avea di fuor la pelle,
e d'un serpente tutto l'altro fusto;
due branche avea pilose insin l'ascelle; lo dosso e 'l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. (Inf., XVII)
Questa doppia faccia, questo Giano bifronte, il falso che ha faccia di verità , risulta molto vicino ai nostri tempi, alla demagogia dei nostri politicanti, come risultano vicine le fiere parole tra Dante e Farinata degli Uberti quando parlano degli scontri in Firenze tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, dei Bianchi e dei Neri e degli interessi che le fanno muovere. Bello è l’augurio, un augurio di pace, di Dante a Farinata:
Deh, se riposi mai vostra semenza... (Inf., X)