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Luoghi dell'infinito
Parole e immagini che fanno storia
Dall’ottobre del 1997 il mensile di “Avvenire”
percorre le vie della bellezza
Il nostro quarto incontro è con il Priore della comunità di Bose, Enzo Bianchi, che si domanda: con i suoi duecento numeri "Luoghi dell'Infinito" - da cui prendono spunto i nostri incontri - che spazio occupano?
Quali argomenti hanno trattato e trattano? Universo, galassie e orbite...turismo...no nulla di tutto ciò.
No, in queste pagine la redazione, il comitato scientifico e gli autori - e tra essi un ruolo di rilievo lo hanno i fotografi - hanno parlato e dialogato di luoghi dell'anima e della memoria, di spazi sacri e da umanizzare, di un infinito raccolto in un frammento.
Perchè come diceva nel suo Tracce di cammino Dag Hammarskjold, un grande tessitore di pace tra luoghi lontanissimi geograficamente e culturalmente, "il viaggio più lungo è il viaggio interiore".
Ed è proprio l'interiorità il luogo che la rivista continua ad invitarci a visitare; la nostra interiorità, certo, quel luogo segreto dentro di noi che solo a noi appartiene...
Il Priore di Bose allarga poi il suo pensiero al rapporto del singolo con gli altri per una convergenza verso l'immagine di Dio, e verso l'uomo creato a sua immagine e somiglianza e sul quale Egli ha deposto un insaziabile anelito di infinito, una sete di cieli nuovi e terra nuova, dove la pace e la giustizia si abbracciano.
Luoghi e volti allora si intrecciano come in una danza: - prosegue la riflessione di Enzo Bianchi - Luoghi di cui si contempla il vuoto e talaltra si è sopraffatti dal troppo pieni; volti che sono esaltati e non appiattiti dai colori stesi su una tela; luoghi che non sono mete di pellegrinaggi la cui meta non è mai raggiunta una volta per tutte; volti estratti dal legno o dalla pietra per portarli alla luce come riflesso della santità dell'unico Santo; luoghi in cui nascono amicizie, si creano storie comuni...