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Ciclo da "I luoghi dell'infinito" n° 200
Tra cielo e terra
Dall’ottobre del 1997 il mensile di “Avvenire”
percorre le vie della bellezza
La scorsa settimana abbiamo ospitato un interessante articolo di Giovanni Gazzaneo incentrato sulla bellezza, argomento centrale della rivista I luoghi dell'infinito".
E sulla Bellezza - nell'accezione più ampia del termine - desideriamo ancora soffermarci nei prossimi numeri di questo nostro giornale, sulla scorta delle preposizioni di illustri autori del settimanale di Avvenire.
Viviamo un tempo che sembra dominato dai signori dei muri e dei picconi, dai manovratori dei coltelli e delle ruspe iconoclaste, del filo spinato e delle mine anti-uomo. Potere dei clamori mediatici attorno al peggio che accade, certo. Ma anche della pervicacia con cui, in tante parti del pianeta e con terribile accanimento in terre che fanno parte del nostro spicchio mediterraneo di mondo, uomini di potere e di guerra si industriano a perseguire, sradicare e uccidere, a sbarrare strade, a separare terre sorelle, a rendere sponde di mare e di fiume impraticabili, a distruggere i monumenti della bellezza e della spiritualità.
Sono parole di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, sulle quali basterebbe soffermarsi attentamente per sentire il bisogno di una profonda riflessione capace di dare senso all'inquietudine che ci trasciniamo dietro nel nostro vivere quotidiano.
Questo nostro tempo sembra meticolosamente ritagliato a misura per offuscare la naturale tendenza alla bellezza di ciascuno...ma nello stesso tempo ci offre l'occasione per rompere gli schemi sclerotizzati dalla inefficace volontà politica, dall'inerzia delle istituzioni, dal pretesto dell'insufficiente azione sociale e culturale...da quell'insieme che ci rende pigri, stanchi e assuefatti all'evolvere delle tendenze lassiste e rassegnate che regalano punti ai tanti che mettono in atto con furbizia, prepotenza e violenza un potere che non gli spetta esercitare.
Nella ricerca della bellezza che può emergere in diverse forme ovunque,
.... cerchiamo di dare spazio ai gesti e alla voce di chi non si rassegna alla morsa soffocante degli umanesimi capovolti. - sono ancora parole di Marco Tarquinio - A chi continua ad unire e non a separare, a collegare e non isolare, ad accogliere e non a respingere, a valorizzare e non a demolire, ad amare ciò che è buono e bello e ci avvicina alla verità.