Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri
1. Gorilla di montagna
Minacce principali: deforestazione, bracconaggio, attività antropiche

È un’associazione ambientalista riconosciuta dallo Stato. Fondata dall’On.Prof Gianfranco Merli – padre della moderna ecologia – estensore dell’omonima legge in difesa delle acque e del territorio. Opera sul piano nazionale ed internazionale secondo le tre direttrici: Ecologia, Etica, Economia. Federa oltre 120 Eco-Sezioni che agiscono in Italia.


Il prof. Mark Jacobson della Stanford University, riconosciuto esperto mondiale di energie rinnovabili, ha dichiarato un anno fa che l’Italia, per raggiungere il 20% di energia elettrica da fonti eoliche, dovrà adattarsi a riempire di aerogeneratori (alti più di 200 metri) una superficie pari all’intera regione Friuli Venezia Giulia.

Il documento è composto da un quadro di riepilogo delle politiche comunitarie per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, da uno relativo alle Direttive in materia di Rete Natura 2000 con lo specifico riferimento alla procedura di valutazione di incidenza - mai adeguatamente interpretata ed applicata soprattutto in Italia ed in Puglia in particolare - e da uno di incontro dei primi due.

. Le specie “bandiera” presentate nel calendario sono in pericolo di estinzione per fattori molto spesso legati alle attività umane: alimentazione, commercio, collezionismo, ecc.. e rappresentano tasselli importanti della biodiversità del nostro pianeta. Giunto ormai alla sua quattordicesima edizione, il primo infatti è stato edito nel 2008, il Calendario CITES dei Carabinieri è un appuntamento consueto per il mondo scientifico, ambientalista e scolastico, e deve essere considerato come un importante ed efficace strumento di divulgazione e di educazione alla legalità ambientale.

16 dicembre 2020 : Evento di presentazione del Manifesto del Decennio delle Scienze del Mare in Italia. In diretta live dalla pagina Facebook e dal sito ufficiale, la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO ha presentato in diretta live il "Manifesto del Decennio del Mare: verso l’Oceano di cui abbiamo bisogno per il Futuro che vogliamo”.

...forte impatto negativo sul territorio nazionale, in termini di consumo di suolo agricolo, gravissimi danni paesaggistici, incidenza sugli habitat naturali e la biodiversità, con il coinvolgimento di ampie aree del nostro Paese, il cui paesaggio è valore costituzionalmente protetto e le cui ricchezze naturali sono annoverate tra le più importanti in assoluto.

L’Europa ha dalla sua la storia, la cultura tecnologica, l’esperienza politica e sociale, la democrazia, la scienza e la potenza finanziaria, L’Africa ha le risorse del suo immenso territorio, l’ illimitata energia solare dei deserti, ma anche un notevole problema demografico con preziose risorse umane, finora sottoutilizzate, che aspirano ad uscire dal secolare sfruttamento coloniale e dalla tragica necessità dell’emigrazione, per costruire, in patria, idonei livelli di vita sociale e civile.

La Commissione europea ha avviato un procedimento per inadempimento nei confronti dell’Italia in ragione del superamento sistematico e continuato, in un certo numero di zone del territorio italiano, dei valori limite fissati per le particelle PM10 dalla direttiva “Qualità̀ dell’aria”.

Si parte con la conoscenza delle lingue e dialetti, tradizioni e riti, patrimonio naturale e geologico, l'artigianato i suoni e i personaggi famosi che vivono in quei territori, passando per le modalità con cui vivere la cultura e il territorio. Dall'efficacia delle modalità con cui diffondere la cultura: festival, film e video documentari, mostre e campagne tematiche sui social. Fino alla partecipazione all'interno di associazioni culturali, scientifiche e di promozione territoriale.

Le caratteristiche e la storia dell’umanità hanno visto, con il lento progredire della Storia, delle culture, delle filosofie e delle scoperte scientifiche, una progressiva incidenza di questa creatura sugli equilibri del pianeta, tanto da portare negli anni ottanta il biologo Eugene F. Stoermer ad adottare il termine di Antropocene; termine adottato nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen e dallo stesso Stoermer in una nota apparsa in una newsletter.

A queste cause si aggiungono le alterazioni causate a fiumi e laghi, ad esempio attraverso le dighe e la captazione eccessiva di acqua, la diffusione di specie aliene invasive e i cambiamenti climatici. In più, l’abbandono dei terreni agricoli contribuisce al continuo declino degli habitat seminaturali, come le praterie, e delle loro specie, come le farfalle e diverse specie di uccelli. È evidente che di fronte a questo scenario, a dir poco apocalittico, la cura non è né semplice né facile.

A minacciare il verde del Vecchio continente è anche la mafia. La mafia del legno. Circa venti milioni di metri cubi di legname sarebbero prodotti dal taglio illegale nelle foreste rumene e vendute probabilmente sul mercato europeo. Bucarest è di fatto accusata di non fare abbastanza per impedire questo commercio clandestino e la Commissione Europea l’ha minacciata di sanzioni.

All’interno di questi 1.535 euro a testa all’anno che ogni italiano perde a causa dell’aria inquinata vengono considerati il valore monetario di morti premature, cure mediche, giornate lavorative perse e altre spese sanitarie causate dall’inquinamento atmosferico, soprattutto da particolato, ozono e biossido di azoto.

«Le due encicliche di papa Francesco sono un progetto, e il progetto esiste quando le idee incontrano la realtà – ha detto Tarquinio -. Leggerle una di seguito all’altra, in stereofonia, ci aiutano a capire la sfida che ci sta davanti, che è quella di usare bene il mondo, usare bene le nostre vite, cancellare dal nostro orizzonte la paura dell’altro, concependo le differenze come qualcosa che ci arricchisce. Sono l’ossatura di un pensiero alto per il tempo che viene che sarà un tempo molto complicato...

La speranza è che il movimento di “ritrazione dall’urbano” cominciato con la pandemia, piccolo ma costante, alleggerisca le città rendendole più vivibili e interrompa lo spopolamento dei piccoli centri e delle aree interne, che fino a ieri sembrava inesorabile.

Si calcola che in Italia, per portare entro il 2050 la produzione di energia eolica al 26% del fabbisogno nazionale, sia necessario costruire un numero impressionante di giganteschi manufatti alati, che un redivivo don Chisciotte-ambientalista, non a torto, caricherebbe lancia in resta, scambiandoli per perfidi giganti.

Al termine della prima fase di attuazione delle politiche europee contro i cambiamenti climatici, sono stati installati impianti di fonti rinnovabili elettriche intermittenti per circa 31,9 GW con un investimento complessivo di non meno di 200 miliardi di euro sotto forma di incentivi che i cittadini e le imprese pagano (e pagheranno almeno fino al 2030) con le bollette elettriche più care d’Europa.

Dove andiamo? C’era una volta la periferia dell’Impero, la provincia, dileggiata, noiosa, senza prospettive. E c’era la città, meglio se metropoli: dinamica, effervescente, creativa. La città ha attirato tutte le migliori energie e la provincia, campagna o montagna che fosse, si è svuotata, sfibrata, perduta sino all’abbandono, senza più giovani, senza servizi e idee. Ora è tempo di riequilibrare questo rapporto, rendendo la città un po’ più simile alla campagna...

Le miniere sui fondali marini degli oceani sono, per tutte le nazioni, una competizione commerciale e geostrategica che potrebbe fornire l'accesso a quei minerali "tecnologici" che nel prossimo futuro avranno un valore strategico fondamentale. Finora, è stata effettuata un'ampia esplorazione dei fondali marini ma non è stata ancora autorizzata nessuna attività estrattiva.

Ma prima di allora, sulla terra intera, i nostri figli e nipoti vivranno già in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato: l’aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attività umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi, compresa la nostra.

Il cervo europeo (Cervus elaphus) è uno dei più grandi erbivori selvatici presenti nel vecchio continente. È un ungulato selvatico artiodattile il cui aspetto elegante gli è spesso valso, nella letteratura divulgativa, l'appellativo di ‘cervo nobile' o ‘Re della foresta'. Nell'ultimo decennio la sua presenza sull'arco alpino è in forte espansione demografica. Oggi si stimano oltre 60.000 capi solo sull'arco alpino italiano.

Purtroppo dal 3 settembre i fucili hanno ricominciato a sparare. Diverse specie già soffrono a causa dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, della distruzione del loro habitat naturale a causa dell’uomo. Eppure continuano ad essere cacciate. Per chi ama gli animali la stagione della caccia è la più triste. Nei nostri Centri recupero stanno già arrivando specie protette come il falco lodolaio, tutte vittime dell'insensatezza di questa pratica umana. Insieme possiamo agire, concretamente.

...all’attenzione di tutti la delicatezza e la fragilità della Costiera. Si interviene sempre dopo, in emergenza, anziché con un’azione programmata di prevenzione e monitoraggio.vv È vitale un’opera di tutela della Costiera con il concorso di tutti, aldilà delle competenze proprie degli organi dello Stato. Sono in progetto, per opera dei nostri Comuni e della Regione Campania, due grandi opere pericolose per i destini della Costiera.

...nonostante i dati dell’ISPRA sul rischio idraulico; nonostante gli effetti degli eventi atmosferici estremi conseguenza dei cambiamenti climatici; nonostante ci si trovi in un parco naturale; nonostante in provincia di Treviso ci siano 8076 edifici inutilizzati (Confartigianato 2017); nonostante l’invecchiamento della popolazione renda disponibili ulteriori immobili da ristrutturare; nonostante il calo demografico.