Greenaccord e “Associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale”
unite nella riflessione sulla possibile nascita di un movimento politico
ispirato agli orientamenti della "Laudato si’" di papa Francesco
Roma e Montefiascone (VT)
Ambiente e politica
«Può la Laudato si’ diventare elemento aggregatore per un movimento che possa cambiare radicalmente il modo di far politica? Può essere una lente con cui leggere la realtà odierna e i bisogni?» Attorno alle domande poste da Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord Onlus, si è focalizzata la due giorni di formazione per giornalisti, e non solo, organizzata a Roma e a Montefiascone-Viterbo dalla stessa Greenaccord e da Associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale.
«L’enciclica di papa Francesco – ha esordito padre Giacomo Costa, direttore del mensile dei Gesuiti Aggiornamenti Sociali– consta di sei articoli, ciascuno con un suo approccio disciplinare, ma il tema cruciale è il difficile rapporto fra politica ed economia. Ma anche la politica deve cambiare, non deve più focalizzarsi sul risultato immediato. Abbiamo bisogno di una visione ampia e di un approccio integrale, che lotti contro qualsiasi riduzionismo. L’ecologia integrale di cui parla il Papa non è soltanto una preoccupazione verde, ma un approccio a tutti i sistemi complessi, una relazione tra le singole parti, ma anche fra esse e il tutto».
Ma quanto è stata introiettata dalle comunità l’idea di sostenibilità?
«Da ormai sei anni, attraverso l’istituto di ricerca Eumetra, realizziamo, per conto di LifeGate, un osservatorio sugli atteggiamenti e comportamenti degli italiani legati alla sostenibilità ambientale e sociale, e i risultati sono molto incoraggianti – ha detto il sociologo e saggista Renato Mannheimer-. Il 70% della popolazione oggi sa che cosa significa riscaldamento globale. Il 38% degli intervistati ritiene che l’impegno ambientale e sociale sia prioritario, tra i giovani esso raggiunge il 44%. Per il 50% è importante impegnarsi nella sostenibilità. Vi è dunque un’ampia base potenziale per un impegno politico in questo senso. Ma un consenso diffuso, seppur necessario, non è sufficiente. Occorrono elementi organizzativi, di leadership, di comunicazione, e molti altri».
Per Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, «La pura crescita economica non risolve, non è in grado di affrontare questa crisi.
Serve una conversione ecologica, ovvero la capacità di trasformare una visione in stili di vita.
Dalla Laudato si’ possono venire spunti importanti, ma essa non è compatibile con le politiche di breve respiro».
E sulla politica è stata incentrata la relazione di Ernesto Preziosi, già vice presidente nazionale Azione Cattolica: «La Chiesa può denunciare una situazione di estrema gravità, può sensibilizzare le coscienze, ma non ha strumenti per intervenire. Solo la politica può svolgere un ruolo a beneficio di quanti abitano oggi il pianeta e di coloro che lo abiteranno domani. Occorre un sistema normativo che stabilisca limiti sicuri, che agisca sul piano internazionale, che abbia la forza di fermare il potere, in qualche modo occulto, che viene dalle tecno economie e dagli ambienti finanziari. Lo stesso paradigma economico deve affrancarsi dal capitalismo finanziario. I livelli di intervento sono molteplici: da un indispensabile buon senso mondiale che passa per i vertici internazionali, alle politiche nazionali e locali, e alla stessa democrazia dal basso». v
«Oggi è fondamentale recuperare i valori – ha sottolineato Cecilia Costa, docente di Sociologia presso l’Università di Roma Tre– in particolare quelli della solidarietà e del dialogo e, come dice spesso papa Francesco, quello della compassione e dell’amicizia sociale, riscoprendo così la riverenza per la vita».
Sono i giovani la speranza, per la professoressa Costa: «I ragazzi oggi devono essere guidati e aiutati dalla nostra generazione a diventare protagonisti del cambiamento, e a trasformare i loro timori in passioni verso la vita che li attende». Così come lo sono per Enrico Giovannini, portavoce ASviS e docente Università Tor Vergata. «La politica dev’essere in grado di avere una visione del futuro. Per questo bisogna lasciare spazio alle nuove generazioni».
Gianni La Bella, a partire dalla sua esperienza nel Coordinamento nazionale di Demos, sottolinea «l'urgenza e l'esigenza di ricostruire soprattutto una condivisa base culturale che sappia accogliere la dimensione ecologica e pacifica per un impegno politico realmente inclusivo e generativo».
Andrea Masullo, Direttore Scientifico di Greenaccord, pone in evidenzia il problema dei cambiamenti climatici che, nei prossimi decenni, renderanno inospitali i Paesi in Via di Sviluppo, costringendo quasi 300 milioni di persone a spostarsi, mentre «già oggi continuano a morire decine di migliaia di bambini per fame. Ha ragione, dunque, Papa Francesco che con le sue due encicliche esorta ciascuno di noi ad intraprendere coerenti percorsi di conversione, etica ed ecologica, perché è disumano che a pagare le conseguenze del nostro benessere siano altri, solitamente i più poveri e i più indifesi.
La Laudato Si e Fratelli Tutti mettono al centro l'uomo, con i suoi diritti e doveri, con i suoi fabbisogni e desideri, investendolo di una responsabilità nuova nei confronti dell'Altro e del Creato.
Fabio Fabene, presidente dell’Associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale ricorda che «Ognuno deve fare la propria parte, deve curare il proprio territorio, a partire dalla propria casa, perché solo dall’impegno di tutti può nascere davvero un ambiente degno dell’uomo. Mettere la persona al centro del creato significa anche renderla fautrice del proprio ambiente».
Praticamente una lectio magistralis l’intervento di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, che ha spaziato dalla Rerum Novarum di papa Leone XIII alla Populorum Progressio di Paolo VI, fino alle due encicliche attuali di papa Francesco, la Laudato si’ e Fratelli tutti, evidenziando come la Chiesa agisca in continuità di pensiero.
«Le due encicliche di papa Francesco sono un progetto, e il progetto esiste quando le idee incontrano la realtà – ha detto Tarquinio -. Leggerle una di seguito all’altra, in stereofonia, ci aiutano a capire la sfida che ci sta davanti, che è quella di usare bene il mondo, usare bene le nostre vite, cancellare dal nostro orizzonte la paura dell’altro, concependo le differenze come qualcosa che ci arricchisce. Sono l’ossatura di un pensiero alto per il tempo che viene che sarà un tempo molto complicato. Tutte le previsioni degli studiosi dicono che negli anni a venire la causa principale delle migrazioni sarà quella climatica, parti del mondo finiranno sott’acqua e diverranno non abitabili. Dovremo sapere interpretare meglio questi fenomeni altrimenti prevarranno gli interessi contrastanti. La politica stessa dovrà saper dare risposte “umane”, che rispettino il valore di tutti. La politica sarà quello che noi saremo».
Altri interessanti interventi si sono susseguiti, tra i quali : Elisabetta Guidobaldi, capo servizio Ansa, Christiana Ruggeri (Tg2 Rai), il divulgatore di temi green, Marco Gisotti, Alessia Ardesi, del Comitato italiano per il World Food Programme (Nobel per la pace 2020), Mario Morcellini, direttore della Scuola di comunicazione di Unitelma Sapienza.
Pur nella diversità delle argomentazioni, ogni intervento fa riferimento al messaggio di papa Francesco, che ha fatto del tema della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale, uno dei punti di forza del suo Magistero.
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