Alcuni dati per riflettere
in senso politico, economico, ambientale
Energie alternative
Pale e pannelli. Quanto producono e quanto costano.
Di Rosa Filippini
per "Amici della Terra"
Al termine della prima fase di attuazione delle politiche europee contro i cambiamenti climatici, sono stati installati impianti di fonti rinnovabili elettriche intermittenti per circa 31,9 GW con un investimento complessivo di non meno di 200 miliardi di euro sotto forma di incentivi che i cittadini e le imprese pagano (e pagheranno almeno fino al 2030) con le bollette elettriche più care d’Europa.
Qualcuno ha notato che si tratta dell’investimento più cospicuo dal dopoguerra, più importante addirittura dei fondi spesi dalla cassa per il Mezzogiorno.
Il risultato di tanto sforzo, rimane modesto. Nel bilancio energetico del 2018, infatti, l’energia eolica ha coperto l’1,27% rispetto ai consumi finali di energia (121,5 Mtep) mentre il solare fotovoltaico ha coperto l’1,6%. Infatti, per ogni megawatt installato, il fotovoltaico, in Italia, ha lavorato, nel 2018, mediamente per 1100 ore, l’eolico per 1700 ore, mentre l’idroelettrico, in quanto non intermittente, per 2300 ore.
Con il 3,3% rispetto ai consumi totali, la fonte di energia elettrica rinnovabile più importante e affidabile continua ad essere quella dei grandi bacini idroelettrici che, per inciso, non hanno ricevuto nemmeno un euro di incentivo per la loro manutenzione straordinaria che, invece, se fosse effettuata, potrebbe dare importanti risultati in termini di maggiore produttività.
Il gigantismo a Rimini, sotto gli occhi di tutti.
Ma se i risultati delle rinnovabili intermittenti, ai fini della riduzione delle emissioni climalteranti, restano modesti – modestissimi se li confrontiamo con il rapporto costo-beneficio dell’efficienza energetica e dell’uso razionale dell’energia - le dimensioni dei loro impianti diventano sempre più impressionanti. Il progetto eolico offshore da 330 MW, da realizzare su un’area di 114 kmq al largo dei comuni di Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica, prevede una sessantina di aerogeneratori alti 215 metri a una distanza dalla costa compresa tra 5,4 e 12 miglia nautiche.
Non sappiamo prevedere se questo impianto sarà realizzato. Il suo progetto però ha già manifestato un grande pregio: sta rendendo visibile a milioni di cittadini e turisti che frequentano la Riviera l’impatto sul paesaggio che avrebbero le grandi torri eoliche e consente di liberare un dibattito finora confinato agli addetti ai lavori.
E, con un pubblico più vasto di quello che frequenta i crinali delle zone interne, sarà più difficile irridere, tacitare e isolare i difensori del paesaggio.