#309 - 18 giugno 2022
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Arte

Con una monografia di Giorgio Vulcano

Roma, Arte Borgo Gallery

Silvana Landolfi

La pittura al terzo fuoco viene utilizzata da secoli nella pittura delle porcellane,

e l’integrazione nelle narrative dell’arte contemporanea.

di Cinzia Folcarelli

Silvana Landolfi

Silvana Landolfi, artista e ceramista, è autrice di opere realizzate con le tecniche della pittura al terzo fuoco con uno stile personale e unico nel suo genere, che unisce pittura e scultura.

“L’arte di Silvana Landolfi è condensata in originali soluzioni estetiche e in significative contaminazioni, frutto di un’inarrestabile ricerca espressiva e di uno studio attento sulla geometria delle forme”, scrive il critico d’arte Giorgio Vulcano, curatore della monografia sull’artista, intitolata L’integrazione della porcellana nelle narrative dell’arte contemporanea, edita da Fabrizio Fabbri Editore. “Il suo percorso nasce da lontano: da una forte passione per i colori e per la plasticità dell’argilla che, accresciuta in Accademia, si è consolidata nel corso della sua continua sperimentazione artistica.”
La pittura al terzo fuoco viene utilizzata da secoli per la decorazione di porcellane pregiate, destinate in passato alle classi sociali più agiate come l’aristocrazia e l’alta borghesia. L’artista ha studiato accuratamente questa tecnica riuscendo ad utilizzarla esprimendosi con una cifra stilistica inconfondibile, raffinata ed estremamente curata nei dettagli.

Silvana LandolfiSilvana Landolfi

Nei primi manufatti in porcellana realizzati da Silvana (piatti, potiches, piastre, ecc.) le composizioni erano ispirate alle forme classiche della decorazione, con bordi elaborati che richiamano lo stile orientale e il manierismo. Nelle aree centrali sono raffigurati soggetti che richiamano le creazioni di artisti asiatici come Hiroshige e Hokusai, altre volte scene ispirate a modelli dell’art Decò come le figure di Ertè, altre ancora immagini legate al simbolismo della secessione viennese di Gustav Klimt o alla contemporaneità.
Con il passare degli anni l’artista ha iniziato ad esprimersi con maggiore libertà, riuscendo a rendere sempre maggiormente “tridimensionale” la sua arte.
Ha partecipato a esposizioni di pittura al terzo fuoco, nazionali e internazionali con progetti originali e molto articolati.

Uno dei progetti più complessi e interattivi di Silvana Landolfi è sicuramente la Scacchiera intitolata Difendiamo Roma, presentata nel 2014 alla Mostra internazionale di Pittura su plexiglass, ottone o acciaio.
Con l’opera La via della seta, presentata in occasione del Salon de Lyon del 2011, ha vinto il “Premio accademia internazionale di Nizza”.
Un’altra opera molto interessante riguarda l’omaggio che Silvana Landolfi fa a Dante Alighieri e alla Divina Commedia nell’opera Il viaggio di Dante ritrova la via smarrita, presentata nel 2015 alla “Convention Azzurra di Torino”. Si tratta di un percorso interattivo e, come scrive Giorgio Vulcano, di “un confessionale contemporaneo in cui il fruitore può riflettere sui propri azzardi irrazionali e rileggere il proprio io, alla ricerca, forse, di nuove forme di redenzione.”
Per l’artista quest’opera, come nel poema dantesco, rappresenta il viaggio dell’uomo alla eterna ricerca del senso della propria esistenza e dunque della corretta via da seguire nel proprio percorso terreno. La ricerca della via è rappresentata in questo lavoro come gioco di ricomposizione della corretta sequenza di alcune immagini del viaggio dantesco, dopo che sono state facilmente scompaginate in un susseguirsi di possibili movimenti in direzioni verticali e orizzontali. Su un piano di gioco con dimensioni di cm 60 x 60 si muovono 15 piastre di porcellana dipinta 10 x 10. Ogni spostamento consente di scoprire un verso del poema scritto sul piano di fondo. Sulle 15 piastre, dipinte al terzo fuoco si susseguono dal basso verso l’alto raffigurazioni di scene dei canti dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso, ispirate da alcune note tavole di Gustave Doré.

Silvana LandolfiSilvana Landolfi

Un altro tema molto caro all’artista è quello dell’ecologia. Alcune sue composizioni riprendono infatti le questioni sociali che affliggono il nostro Pianeta, riflettendo sulla sostenibilità ambientale, l’inquinamento dei mari e degli oceani, lo smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento atmosferico.
L’opera Ecologia, ambiente e vita, premiata al Salon de Lyon del 2015 e pubblicata su copertine di riviste internazionali del settore, si presenta come una composizione-scultura con plexiglass e due piatti di porcellana, sui quali sono rappresentati i due diversi aspetti contrapposti del paesaggio ambientale conseguenti agli effetti dei possibili modi di vita dell’uomo: l’ambiente naturale come era in passato e come dovrebbe essere conservato, contrapposto a come diventa se sottoposto all’inquinamento industriale e all’accumulo dei rifiuti. I piatti, come un mappamondo, possono ruotare su un asse, inclinato come l’asse terrestre, inserito su un supporto in plexiglass curvato come un punto interrogativo che allude al quesito retorico su quale sia il corretto comportamento dell’uomo nei confronti dell’ecologia del territorio da lasciare alle future generazioni.

Le sculture di Silvana Landolfi mostrano un mondo in perenne evoluzione e il cammino dell’uomo nel tempo e nello spazio.
Nella scultura Albero del tempo, del 2021, l’albero è il tempo di una vita, che come un pianta, nasce, cresce, si moltiplica, muore, rinasce. “Il tempo è una forza che scandisce l’esistenza dell’essere umano e del suo spirito.”, scrive Vulcano, “Da qui l’impegno dell’uomo nel considerare lo scorrere del tempo una propria unità di misura; l’importanza di segnare i diversi segmenti dell’esistenza per costruire qualcosa, per lasciare traccia del nostro operato, proprio come l’albero che solo dopo aver dato fiori e frutti può restituire alla Terra un nuovo seme per un nuovo ciclo vitale.”

Silvana LandolfiSilvana Landolfi

La monografia illustra anche l’arte della porcellana partendo dai componenti del materiale alla lavorazione e alle tecniche di inserimento di metalli preziosi.
Il prezioso volume è stato presentato presso la Arte Borgo Gallery di Roma, diretta da Anna Isopo, che ha ospitato anche le opere dell’artista.
La stessa galleria segue da anni il lavoro di Silvana Landolfi ed ha allestito sue esposizioni personali all’interno delle sue sale in Borgo Vittorio 25 e in altri spazi prestigiosi in Italia e all’estero, come il Museo Bellini di Firenze dove, a settembre 2020, è stata esposta una selezione di preziosi vasi in porcellana realizzati dall’artista nell’ambito della mostra Genesis o la Fondazione Luciana Matalon di Milano, il Museo Diocesano di Mantova, il Museo Crocetti di Roma, l’Ateneo di Madrid.

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