Decisi di venire al mondo nel mese di aprile del 1954. Solo più tardi, negli anni, ebbi ragione di sospettare che la mia volontà in quell’occasione era stata, come dire, marginale.
Ero ancora fanciullo, avevo sedici anni, quando iniziai la mia prima esperienza lavorativa. Entrai in un’Azienda tipografica, così, tanto per fare un lavoretto durante l’estate. Ci sono rimasto quarant’anni. Cose che capitano a chi si distrae, come me. Nel frattempo mi sono sposato e ho avuto un figlio. Da tempo coltivo l’hobby della scrittura di brevi racconti con i quali partecipo a vari premi letterari. Nel 2010 ho vinto il concorso “Narrare il Lazio”. Oggi, grazie alla gentile ospitalità di questo giornale online ho l’occasione di pubblicare le mie piccole invenzioni. Buona lettura.
Per i simpatici animaletti la tentazione era irresistibile. Qualche volta, specialmente gli animali più giovani, si erano spinti fino ai bordi della strada rischiando il lungo musetto appuntito sotto le ruote di qualche automezzo.
...ne ho conosciuti tanti. Ho stretto tutte le loro mani. Ho mangiato con loro il pane con la cipolla e i pomodori e il riso speziato...
Le ruspe dell’edilizia popolare l’ avevano risparmiato e tutto intorno a questo mondo quasi sperduto dominato dalle semplici leggi della natura si alzava minaccioso qualche rado palazzone della periferia urbana, stracolmo di umanità.
Fernandino Romani sospettò di essere portatore sano di una rarissima forma di malattia infettiva il giorno stesso dell’esame di licenza liceale.
Helmuth si mise a osservare con pignoleria il gioco dei lunghi capelli di Gerda, sapientemente raccolti in una vaporosa crocchia dalla quale ricadevano, ribelli, lunghi riccioli biondi, di lato sulle tempie e sulle gote rosate.