Il Pianeta Azzurro
L'impronta del creato
di Dante Fasciolo
Gli uomini del nostro tempo ti hanno dedicato un giorno di festa,
un inutile esorcismo per nascondere il male che hanno fatto
e che faranno ancora.
Giornalista, scrittore, autore-regista cine-televisivo. Esperienza pluridecennale a Rai Uno. Ha pubblicato libri di testimonianze, saggi, esperienze e collane di volumi d’arte. Collaboratore di alcuni quotidiani nazionali, ha diretto agenzie stampa e testate di vario tipo. Si occupa di Ambiente, natura, Spiritualità , Arte, fotografia. Dirige il settimanale online papale-papale.it (dantefasciolo@gmail.com).
Gli uomini del nostro tempo ti hanno dedicato un giorno di festa,
un inutile esorcismo per nascondere il male che hanno fatto
e che faranno ancora.
Nella notte, improvviso un boato, uno squarcio,/ e le grida riempiono il silenzio di un cielo stellato./ La terra trema, le case crollano e intrappolano gli uomini;/ soffocati dalla polvere, si barcolla in cerca di un respiro./
Per motivi tecnici l'editoriale è privo del video-testo, ce ne scusiamo con i lettori.
Ad accompagnare una selezione delle immagini si propone il testo di una simbolica Letter@perta ad una goccia d'acqua, le cui parole sottendono il rispetto e la difesa di tutti noi cittadini respondabili verso un bene prezioso.
Sono crollati i muri,/pochi secondi e una assordante voragine / ha inghiottito uomini e pietre…/ e pietre sono ora anche gli uomini / di fronte al vuoto e all’incubo.
...riteniamo che occorra inserire tutto il repertorio e tutto il corrente bagaglio di arte e creatività presente copiosamente nel nostro paese in un ambito di ricerca di ben più ampio orizzonte culturale significativo.
Per i molti lontani difficili da raggiungere, hai osato una nuova via di comunicazione: hai cominciato a stilare in bella e semplice forma efficaci manifesti murali, e il successo arride all’impresa; più tardi ciò ti assegna l’onore di Patrono dei giornalisti e degli autori.
Si riuniscono a Porta Palazzo / i giovanissimi spazzacamino di Torino,/ costantemente in cerca di un piccolo lavoro / per un pane quotidiano da consumare in silenzio,/ quasi di nascosto, all’ombra di improvvisati giacigli per la notte.
“Io ti spiavo dal mio fusto scaglioso; ma tu non sentivi, o uomo battere i miei vivi cigli presso il tuo collo adusto. Talora la scaglia del pino è come una palpebra rudeche subitamente si schiude, nell’ombra, a uno sguardo divino”.
E piano piano, ti sei arrampicato./ Dalle fresche terre sabbiose, fin sopra la collina, hai adagiato radici; / hai espansa la tua chioma verde argento, tra fragili rami; / hai rafforzato il tuo contorto tronco con nodi e ombrose cavità, / per meglio resistere ai venti ed alla siccità.
Il labirinto della vita, oggi, obbliga il transito / sui sentieri impervi dell’arrivismo,/ della superbia, dell’affermazione sull’altro,/ e nega l’uscita verso la verità /che germoglia nella semplicità della tua vita.
Il Libro delle Origini ha inteso nel lontano 1898 registrarti in solo quattro esemplari, ma oggi hai più di mille fratelli, e sei nominato dallo Stato Mastino Abruzzese Patrimonio Culturale.