Luce
di Dante Fasciolo
I prossimi giorni
misureranno la febbre del nostro tempo.
In nessun altro periodo dell’ anno come in questo
frenesia e scoramento si rincorrono.
Il nostro mondo occidentale soprattutto
muove scomposto e vorticoso i suoi passi quotidiani,
l’ aria sprona passioni e desideri
e annulla freni di resipiscenza.
Seppure immerso in beffardi labirinti,
il pensiero non può non correre al disagio del mondo,
ancora una volta fugacemente, ma quanto basta
per un sussulto del cuore.
Di fronte ai miserandi che bruciano giustizia,
di fronte a chi crede di cancellare il dovere
negando tradizioni e simboli di pace,
noi, i più, entriamo nel recinto tiepido dell’ impotenza.
Noi, i più, chiudiamo le finestre, tiriamo le tende
neghiamo luce alla casa e all’ anima,
ora che abbiamo affogato sentimenti e valori
nelle promesse di sfacciati, anonimi prepotenti.
Paghi e soddisfatti? No! Siamo sconfitti.
Le nostre nequizie escono vincitrici,
nell’ eterna lotta tra l’ essere e l’ apparire,
e la nostra febbre cresce col crescere dell’ indifferenza.
Ci aspettano oggetti, cibo e vini abbondanti
ma nella casa manca la luce, una scia luminosa
capace di rischiarare l’ universo;
una luce che sappia indicare una via da percorrere,
per un nuovo equilibrio che abbracci cuore, respiro, coscienza:
terra e cielo.