Il teatro in carcere rappresenta un efficace strumento di rieducazione e reinserimento sociale, offrendo ai detenuti l’opportunità di esprimersi, riflettere sul proprio vissuto e sviluppare nuove competenze. La pratica teatrale aiuta a rafforzare l’autostima, la gestione delle emozioni e le capacità relazionali, elementi fondamentali per un futuro fuori dal carcere.
Sulle arie virtuosistiche e gli esaltanti pezzi corali della partitura musicale di Gioacchino Rossini (registrazione dell’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano), lo spettacolo si impone per densità poetica ed emozionale, per vigore espressivo ed intima partecipazione.
Può il teatro sentire il grido di aiuto che i nostri tempi stanno lanciando, in un mondo di cittadini impoveriti, rinchiusi in celle di realtà virtuale, trincerati nella loro soffocante privacy? In un mondo di esistenze robotizzate all'interno di un sistema totalitario di controllo e repressione in ogni ambito della vita?
Rivedere in Tv una commedia osservata in teatro, significa coglierne aspetti e ritrovare ulteriori ragioni di coinvolgimento. Questo sembra emergere dalla visione a Bergamo Tv della commedia ‘I contadini coraggiosi di Calvenzano’...
Un testo, l’ultimo di Čechov, che presenta a tratti monologhi più concettuali e smaccatamente filosofici rispetto ai precedenti, ma che continua a sballottarci da un personaggio all’altro, spostando la “ragione” su più punti e facendoci letteralmente girare la testa.
L’assurdo non vive gettato nel domani, ma vive ogni istante presente nella folle compiutezza. In quella annunciata illogicità dell’Imperatore non esiste una scala di valori, l’uomo deve puntare all’ammasso, alla quantità delle esperienze, vivere nel disinteresse del futuro e nel desiderio di consumare tutto ciò che ci è dato nell’esistenza.
Il passo a due a distanza è un crescendo passionale tra ricordi, fantasia e desiderio, con un finale imprevedibile. Il lavoro è scritto interamente in versi e trascina l’attenzione di chi ascolta in un vortice emozionale.
Il passo a due a distanza è un crescendo passionale tra ricordi, fantasia e desiderio, con un finale imprevedibile.
Il lavoro è scritto interamente in versi e trascina l’attenzione di chi ascolta in un vortice emozionale.
“Le domande che pone il testo di Churchill - afferma la regista Monica Nappo – sono le stesse che possiamo farci noi, avendo per la prima volta una donna a capo del nostro governo, come l’ha avuta l’Inghilterra più di 40 anni fa con la Thatcher, quando questo testo fu scritto".
Processo Galileo indaga la figura e il pensiero del celebre scienziato toscano e lo fa partendo dalla sua vita, dagli atti del processo che subì e dalla sentenza della Santa Inquisizione. La scrittura densa dei due autori, che sviluppa la narrazione in tre sequenze, ciascuna delle quali corrisponde ad altrettanti processi, attraverso spostamenti temporali indaga i destini e gli interrogativi del mondo contemporaneo.
Una fuga è fatta ad Arte se nessuno se ne accorge. Se anzi che scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole. Per non farmi trovare non c’è niente di meglio che cambiare le mie abitudini, trovare sempre un muro dove nascondermi e lì incontro sempre qualcun altro che è fuggito da qualcosa…
I punti di partenza sono stati da un lato - e per la prima volta - il dato biografico dell’autrice e dall’altro il lavoro di nutrimento della materia artistica, condotto attraverso le interviste a donne e uomini pronti a condividere una scheggia della propria vita.
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