#365 - 1 luglio 2025
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Teatro

Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video di attrici che interpretano i racconti tratti dal poema

Mi svelo ma in animo nuda

Le storie del corpo che ogni donna può raccontare

di Antonio Bruni

Ogni persona custodisce nel profondo della memoria un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta. Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda" il poema scritto in versi novenari.

Sono novanta storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte da Antonio Bruni con lunghe interviste personali e trascritte in versi, per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse. L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.

Oggi vi presentiamo Valentina Martino Ghiglia, nella lettura del 2017 al Teatro Belli di Roma per la regia di Antonio Salines. Valentina interpreta il racconto in versi “Il Cigno”. Una giovane pittrice e un modello superdotato, una scoperta sconvolgente. https://youtu.be/2JPASAFCfso

Il CIGNO

Un gruppo di maschi io donna
un seminterrato in affitto
per feste e con voglia di artista

diciotto e ancora minori
ognuno una stanza a piacere
io scelgo per me la cucina

ambiente che sa di alchimia
con l’acqua i pennelli un lettino
conquista nascosta e ambita

sgradita pittura in famiglia
in stanza proibiti i ragazzi
per far confidenza a toccarsi

gelosa di spazio mio sola
convivo staccata da amici
golosa portarmi in quel sito

conquiste e ricerca contatti
inquieta in mistero a me stessa
il cubo virile indagavo

sicuro e galante un signore
che vuole istintivo guidarmi
è un padre che tento nel sesso

studente villoso e tarchiato
più basso rimorchio in un bar
ammiro un pianista di jazz

lo vedo che alzandosi zoppica
mi attira il contrasto tra gambe
e mani in prodigio scorrenti

cinquanta e i fumetti disegna
un tipo famoso funziona?
un numero storie veloci

sfrenata e curiosa rincorro
l’archetipo di uomo ideale
tra tanti incrociati e confusi

nel gruppo che vive con me
ne fisso uno solo isolato
con l’aria un po’ triste e sorniona

escluso il pensiero di averlo
per esser di fatto compagno
lo chiamo per fargli un ritratto

il volto tratteggio ed è scuro
un nero ragazzo ricorda
slanciato sottile e nervoso

si adagia narciso su branda
con sguardo gazzella indifesa
perché non ti spogli? gli chiedo

esegue con flemma la scena
indugia ai bottoni tranquillo
la mano allungata che scopre

cosciente quell’ultimo scrigno
sorpresa! più lungo di quelli
già visti si estende il suo pene

contrasta l’efebico corpo
appare una statua di Olimpo
ma con sproporzione di dote

cannone che non sa gestire
lo mostra implorando attenzione
di affetto di cura in sostegno

comincio a tracciargli figura
cercando la scritta segreta
di linee distese e incrociate

l’insieme del nudo emoziona
qualcosa di insolita grazia
in snelli volumi gentili

estesa nei fasci eleganti
risuona quell’adolescenza
appena finita e incompleta

la luce che scivola in pelle
la zona in peluria evidenzia
adesca splendente la mira

la mano mi trema in ricerca
azzardo un colore più ambrato
per rendere il senso più interno

allargo ma invano quel campo
e l’occhio mi torna sul pene
travolgo l’immagine in carne

mi accosto al lettino a provare
se è vero il modello studiato
profilo le spalle il torace

risponde velluto al mio tocco
mi porge bambino la bocca
e tenera incrocio la lingua

allungo le dita al prezioso
che teso grandissimo e moro
già freme di entrare in azione

si gira e mi mette distesa
timore subentra in entrambi
che possa quest'arma ferirmi

invece mi schiude poi dolce
il collo di cigno che dona
un senso totale dell’altro.

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