Rubrica: Testimonianze
Sui passi di Pier Paolo Pasolini
La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
Poi vedo un’insegna: “Locanda”.
In un vicoletto da incubo.
C’è un forno illuminato.
Chiedo.
Un povero cristo esce, e comincia a chiamare il padrone della locanda, come un disperato.
Nessuno risponde.
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Sui passi di Pier Paolo Pasolini
La lunga strada di sabbia
Di Giuseppe Cocco
[...] Lascio la strada sul mare, e mi arrampico su, tra colline di pergole di vigneti, di fichi d’India, più verdi del verde.
Ecco a sinistra Scala, e, dopo un’ultima curva da vertigini, una piazzetta con una fontana moresca: sono a Ravello. [...]
[...] Lì ho passato le due ore più belle di tutto il mio viaggio, e, sicuramente, tra le più belle della mia vita. [...]
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Sui passi di Pier Paolo Pasolini
La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
Pasolini scrive sul diario:
[...] Solo io e Ischia.
Io e migliaia di cose, migliaia di persone.
Tutto nuovo.
Scende la sera.
L’intera Casamicciola è sul suo porticciolo... è la piena sagra
dei grandi giorni d’estate.
Prendo un piccolo pullman, anzi pulmàn, e in dieci minuti arrivo
a Porto d’Ischia. [...]
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Sui passi di Pier Paolo Pasolini
La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
[...] Arrivo a Napoli verso sera ... Ceno da Ciro, fermato invano dalla Bersagliera in persona che mi trattiene per la camicia, poi dai camerieri della Zi’ Teresa. [...]
[...] I guaglioni si gettano in mare a raccogliere le monete gettate dagli stranieri. Girano intorno ai venditori di ostriche e cozze. [...]
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Sui passi di Pier Paolo Pasolini
La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
Ancora il mese di Giugno 1959, 4 giorni con Pasolini che continua il suo viaggio senza soluzione di continuità - nel giro di 5 pagine - finisce il primo capitolo passando dalla Versilia alla Costa Maremmana fino all’Argentario con Porto Santo Stefano.
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La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
È l’estate 1959, per la rivista Successo, Pier Paolo Pasolini percorre nei 3 mesi estivi di giugno, luglio e agosto, gli 8.000 Km di coste italiane al volante di una Fiat 1100 per realizzare «La lunga strada di sabbia» un ampio racconto dell’Italia tra cambiamento e tradizione, vacanza borghese e residui di un dopoguerra difficile.
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La lunga strada di sabbia - 1
Liguria dal Confine italo francese al Golfo dei Poeti
Giuseppe Cocco
sui passi di Pier Paolo Pasolini
Appunti, impressioni, pensieri, impressioni, simili ad istantanee fotografiche ad una sceneggiatura, carrellate ed inquadrature di un film.
Un occhio al paesaggio ed uno all'umanità che li vive e l'invade, attori in scena di cui coglie il contrasto tra eccessi di volgarità di alcuni, sempre attirato, da esteta, da giovani "ninfette" adolescenti, due delle quali iniziano e terminano il viaggio ligure.
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Raoul Follereau
di
Dante Fasciolo
-Non ho mai cessato di scrivere poesie, o poemi; la mia felicità è guardare gli ulivi e sperare in un mondo di pace, concordia e fraternità. Questo mondo non è ancora nato, ma possiamo tutti lavorarci sopra. Ciò di cui la gioventù ha più bisogno, ancor prima delle necessità materiali – delle quali è più volte rimpinzata - è l’ideale della speranza.Il mondo non aspetta più niente: questo è il suo dolore, la sua infelicità… la sua maledizione.
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“La non violenza è una scelta urgente”
Mobilitazione cattolica per riconvertire la spesa militare
Una scelta urgente
Intervista al gesuita Pino Di Luccio di Giacomo Galeazzi per In Terris
"Una lettera dopo la tempesta”’ scritta da alcuni docenti e amici della Facoltà teologica dell’Italia meridionale, e ora tradotta, condivisa e dibattuta in alcuni Paesi europei, dell’area del Mediterraneo e dell’America latina, è un documento che vuole inaugurare il versante politico della teologia contestuale e della teologia del Mediterraneo. Un principio importante di questo documento è la non violenza basata sull’insegnamento di Gesù e del Vangelo”.
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La rivoluzione degli infinitamente piccoli
Abbe' Pierre
Un altro mondo è possibile - Prefazione di Edgar Morin - Editrice Terra Santa
«Sono rimasto sconcertato di fronte a queste pagine. L’Abbé Pierre era assolutamente consapevole del destino dell’umanità ben prima della globalizzazione che sarebbe esplosa dopo il 1989."
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