Ripercorrere "La lunga strada di sabbia" di Pier Paolo Pasolini
Viaggio lungo le nostre coste per riscoprirle vive ai nostri giorni
La lunga strada di sabbia
di Giuseppe Cocco
Itinerario di viaggio
- Liguria dal Confine al Golfo dei Poeti (vedere articolo seguente)
- Dalla Toscana della Versilia al Lazio
- Da Ostia a Napoli
- Da Napoli a Vallo Lucano e Maratea
- Da Villa San Giovanni a Siracusa e Pachino
- Da Reggio Calabria a Taranto e la costa pugliese fino al Gargano
- L’Abruzzo e le Marche da Francavilla a Senigallia
- L’Emilia Romagna da Rimini a Porto Corsini verso Chioggia
- Da Venezia a Trieste
IL libro
È l’estate 1959, per la rivista Successo, Pier Paolo Pasolini percorre nei 3 mesi estivi di giugno, luglio e agosto, gli 8.000 Km di coste italiane al volante di una Fiat 1100 per realizzare «La lunga strada di sabbia» un ampio racconto dell’Italia tra cambiamento e tradizione, vacanza borghese e residui di un dopoguerra difficile.
Un documento unico per tornare a conoscere l’arte di un grande scrittore e intellettuale e riscoprire il forte legame che lo univa al nostro paese.
Parte da Nord da Ventimiglia al confine con la Francia e giù giù verso Sud per tutta la Costa Tirrenica; poi, anche lui, ancora una volta, dopo essere arrivato a Maratea in Basilicata, salta a piè pari la Calabria arrivando a Villa San Giovanni solo come trampolino per raggiungere la Sicilia di cui comunque raggiungerà solo Siracusa e dintorni.
Poi un salto, niente costa Ionica, ricomincia da Taranto il viaggio risalendo verso nord su su lungo la costa Adriatica per finire a Trieste sul confine ex Austro Ungarico poi ex Jugoslavo.
Un documento unico per tornare a conoscere l’arte di un grande scrittore e intellettuale, riscoprendo il forte legame che lo univa al nostro paese.
Un diario fatto di appunti sparsi di sguardi immediati e racconti sinestetici, impressioni, pensieri, immagini sinestetiche, simili ad istantanee fotografiche ad una sceneggiatura, a carrellate ed inquadrature di un film.
Un occhio al paesaggio ed uno all'umanità che li vive e l'invade.
Ecco un esempio di scrittura sceneggiatura:
Ischia (Casamicciola) Luglio
[...] Sono felice.
Era tanto che non potevo dirlo:
e cos’è che mi dà questo intimo, preciso senso di gioia, di leggerezza?
Niente.
O quasi.
Un silenzio meraviglioso è intorno a me:
la camera del mio albergo, in cui mi trovo da cinque minuti,
dà su un grosso monte, verde verde, qualche casa modesta e normale.
Piove.
Il rumore della pioggia si mescola con delle voci lontane, fitte, incalcolabili.
La terrazzetta, davanti, è lucida di pioggia, e soffia un’aria fresca. [...]
Un brivido profetico prende il lettore di oggi alla pagina dedicata al litorale romano, dove il poeta venne assassinato:
«Arrivo a Ostia sotto un temporale blu come la morte.
L’acqua svapora, tra tuoni e fulmini.
I villeggianti sono stretti nei bar, sotto i capanni, con la coda tra le gambe.
Gli stabilimenti, vuoti, paiono immensi».
Pier Paolo Pasolini nasce il 5 marzo del 1922 a Bologna.
Primogenito di Carlo Alberto Pasolini, tenente di fanteria, e di Susanna Colussi, maestra elementare.
Il padre, di vecchia famiglia ravennate, di cui ha dissipato il patrimonio, sposa Susanna nel dicembre del 1921 a Casarsa.
Dopodiché gli sposi si trasferiscono a Bologna.
Lo stesso Pasolini dirà di se stesso: «Sono nato in una famiglia tipicamente rappresentativa della società italiana: un vero prodotto dell'incrocio...
Un prodotto dell'unità d'Italia.
Mio padre discendeva da un'antica famiglia nobile della Romagna, mia madre, al contrario, viene da una famiglia di contadini friulani che si sono a poco a poco innalzati, col tempo, alla condizione piccolo-borghese.
Dalla parte di mio nonno materno erano del ramo della distilleria.
La madre di mia madre era piemontese, ciò non le impedì affatto di avere egualmente legami con la Sicilia e la regione di Roma».
Nel 1928 è l'esordio poetico: Pier Paolo annota su un quadernetto una serie di poesie accompagnate da disegni.
Il quadernetto, a cui ne seguirono altri, andrà perduto nel periodo bellico.
La mattina del 2 novembre 1975, sul litorale romano ad Ostia, in un campo incolto in via dell'idroscalo, una donna, Maria Teresa Lollobrigida, scopre il suo cadavere che Ninetto Davoli riconoscerà come il corpo di Pier Paolo Pasolini.