Lo sport di Carmelo Silva
di Amanzio Possenti
Venticinque anni fa moriva a Treviglio, sua città natale, amatissima, Carmelo Silva, il Maestro, anzi il ‘re’ delle vignette calcistiche, capace di rendere vive e immediate le azioni di gioco sotto gli occhi di tutti, tifosi e no, una capacità originale che ha coinvolto gli appassionati del calcio fino all’arrivo, da lui anticipato, della moviolaTv.
Un grande, umile nel carattere, in grado di lavorare con rapidità, secondo i tempi di una testata giornalistica, e di fornire ai lettori la rivisitazione immediata di azioni magari contestate: un risultato eccezionale, dovuto alle ‘armi’ da lui preferite, matita, stilografica e biro. Così nascevano i suoi schizzi o vignette, una sensibilità espressiva derivata da un puntuale apprezzamento del disegno, elaborato in pochi ma decisivi tratti. Inimitabile, Carmelo traduceva all’istante, come da un geroglifico complesso, le sensazioni del vedere, tramutandole in cronaca, anzi in storia dello sport. Vignette indimenticabili.
Personaggio-antipersonaggio, aveva cominciato a lavorare - quando appunto il calcio non disponeva della velocità di immagini proposte attraverso la Tv e il digitale - negli uffici della Rizzoli, poi per Guerin Sportivo, quindi per la Gazzetta dello Sport e per altre testate, con proprietà inconfondibile. In breve divenne protagonista indiscusso nella sua materia: ‘catturava’ all’istante i movimenti di gioco così da averli già pronti per la pubblicazione.
A chi, come il sottoscritto , suo concittadino, gli chiedeva come poteva ottenere tanto, rispondeva :’Basta stare attenti a quel che vedi e saper disegnare subito’, aggiungendo: ’Come tu, da giornalista, scrivi un articolo in velocità, così accade a me, ai mie schizzi: non penso a ricostruire bensì a immedesimarmi nell’immediato’.
Con tratti inequivocabili e realistici, ‘smontava’ con amabilità arbitraggi sbagliati, errori di campioni o valorizzazione di altri, personaggi di un tempo d’oro del calcio italiano: e i tifosi si sentivano come ‘protetti’ dalle sue vignette tanto preziose che consentiva loro di discutere al bar sulle partite della domenica.
Disegnava non solo i ’grandi’ del calcio, anche i minori, meno noti : a Treviglio seguiva (lo ha fatto per anni) le gare della Trevigliese per il settimanale locale ’Il Popolo Cattolico’, così come ha dedicato i suoi schizzi, arguti e simpatici, alle attività amministrative del tempo . Anche con vignette umoristiche e di curiosa risonanza cittadina per ’La Tribuna’, per ’il Biligot’, per tanti altri eventi concittadini, meritandosi dal Comune il ’Premio San Martino d’Oro’, riservato ai trevigliesi impostisi sul piano nazionale e riconosciutogli anche quale stima per la sua libertà intellettuale. Agendo sempre con spirito di riservatezza, accompagnato da profonda curiosità critica.
Per decine di anni ha viaggiato, per motivi di lavoro, sui treni pendolari fra Treviglio e Milano vivendone disagi, problemi, aspettative, arrabbiature: convivere con la realtà era per lui un dato acquisito, come quello del contestare errori o supponenze. Amico del regista concittadino Ermanno Olmi, era stato convinto a calarsi nel ruolo di un prete che predicava in dialetto trevigliese nel celebre film ’L’albero degli zoccoli’ ,un ruolo magistralmente interpretato con il suo gustoso conversare nel vernacolo casalingo.
Affabile e burbero ad un tempo, impegnato, sincero, tipico rappresentante del ‘fare’ trevigliese, Carmelo Silva ha voluto bene alla ’sua ’Treviglio alla pari di Giacinto Facchetti, amandola come pochi, prediligendo la propria famiglia e vivendo senza clamori la professione del disegnatore-vignettista ‘tuttodunfiato’.