#159 - 30 maggio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascer il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Sport

Liberamente tratto da "Sempre"

Contro i pregiudizi

Wheelchair Basket Forlì : incontro senza frontiere
di Laura Carbonetti

Contro i pregiudiziContro i pregiudizi

Può lo sport aiutare un disabile a superare i propri limiti e rompere il muro di diffidenza che la società nutre nei suoi confronti?
La risposta è affermativa: un chiaro e forte, e Daniele Fabbri ne è una prova tangibile. Membro della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Daniele è parte dell’associazione “Incontro senza barriere”, un’iniziativa con la quale, assieme ad altri volontari, ha dato vita a una squadra di pallacanestro in carrozzina, la “Wheelchair Basket Forlì”. Dieci ragazzi con problemi congeniti o derivanti da traumi che si allenano una volta alla settimana in una palestra comunale di Forlì. “Si è creato un piccolo gruppo, poi altri ragazzi si sono avvicinati, dapprima con curiosità mista a scetticismo poi sempre maggiore passione e voglia di imparare e migliorare”, racconta Daniele.

Lo sport è per tutti, è questo il mantra dell’associazione con il quale Daniele sta girando le scuole di tutta Italia per sensibilizzare i più giovani sull’importanza dell’attività sportiva come strumento di integrazione: un’iniziativa sostenuta dal Comitato Paralimpico e dalla Fondazione “Cassa dei risparmi di Forlì”.
È fondamentale che i giovani possano avvicinarsi alla realtà della disabilità senza restare vittime di pregiudizi e paure che purtroppo regnano nella nostra società, in maniere spesso insospettate”.

Pregiudizi che spesso si trasformano in una vera e propria avversione nei confronti della disabilità, quella che gli esperti chiamano “handifobia” – dai termini francesi “handicapé” e “phobie” – , pura insofferenza verso i diversamente abili e le loro necessità. Una reazione che molti hanno come difesa verso qualcosa che non conoscono, che li spaventa e che mette in discussione le loro certezze. Uno schiaffo alla dignità di chi lotta contro menomazioni, dolori e invalidità.

Contro i pregiudiziContro i pregiudizi

Ecco, quindi, che lo sport diventa un’opportunità unica per conoscere la diversità e imparare a non averne paura: “due ragazzini di terza media – spiega Daniele – hanno cominciato ad allenarsi con noi per stare vicini a un loro compagno di classe con sindrome di Duchenne. Scelte come questa ci fanno capire quanto sia importante il legame affettivo e relazionale con chi abbiamo accanto”. Amicizie destinate a durare a lungo, perché fondate sulla conoscenza dei limiti e dei punti di forza dell’altro.

Anche sport più “fisici”, come il judo, possono essere ottimi strumenti educativi, ed è proprio il contatto fisico ad abbattere le barriere tra i ragazzi, che siano disabili o meno. “Il judo mette alla prova e sviluppa la resistenza e la forza, ma punta alla disciplina e al rispetto delle regole e dell’altro – spiega Daniele - Anche nel volgere di pochi incontri l’atteggiamento cambia, passa dalla diffidenza al coinvolgimento, permettendo di gettare i semi di un rapporto che può svilupparsi ulteriormente”.

Quella di Daniele non è una storia isolata. In Italia ci sono decine di associazioni che hanno come obiettivo coinvolgere i disabili in attività sportive, le più disparate, ma tutte hanno lo stesso problema: la mancanza di fondi. “Avrei bisogno di più tempo, di più collaboratori e risorse - racconta Daniele - Per esempio, per rinnovare le attrezzature della squadra di basket”. I ragazzi della “Wheelchair Basket Forlì” hanno bisogno di nuove sedie per continuare ad allenarsi, sia per giocare a pallacanestro, sia per affrontare la vita. Soprattutto, però, a loro serve tanto amore.

Contro i pregiudiziContro i pregiudizi

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessit di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidariet tra singoli e le comunit, a tutte le attualit... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicit e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.