#288 - 19 giugno 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Sport

Istantanee da non dimenticare

L'Italia di Vialli

Valentino Losito

Ancora una volta è al calcio che chiediamo di restituirci l’allegrezza perduta: la voglia di stare insieme, di cantare, di esultare per un gol, di gioire per una vittoria.

Il “pallone” è in realtà la scatola magica con tutte le piccole grandi cose, tricolore e trombetta, simboli e amuleti del popolo dei Fantozzi, sprofondati sul divano a tifare per gli azzurri tra un panzerotto e una birra.

L'Italia di VialliL'Italia di Vialli

Come nell’estate dell’82, quando un ‘Italia stordita dal terrorismo si entusiasmò per Paolo Rossi, uno scricciolo d’uomo con il corpo esile, le gambe magre e il talento per il gol e nell’urlo di Marco Tardelli provò a dimenticare gli anni di piombo, anche oggi cerchiamo nuovi idoli che ci facciano sognare nuove notti magiche, dopo il tunnel della pandemia del quale ormai si vede la fine.

E forse non è un caso che in questi giorni di campionati Europei, un altro ex ragazzo, gracile, sorridente e garbato sia il simbolo di questa Italia che resiste: è Gianluca Vialli.
Negli anni Ottanta era un ragazzo con i suoi riccioli scapigliati, i polpacci al vento e la fisicità spensierata di quegli anni felici. Oggi è un uomo dal fisico asciutto e con gli occhi che brillano di speranza. E’ lui che parla ai calciatori della nazionale, ragazzi strapagati nelle loro squadre di club, che stanno ad ascoltarlo perché sanno che la sofferenza è il paragone delle parole che Vialli pronuncia.

L'Italia di VialliL'Italia di Vialli

Ed è giusto così: oggi Vialli è il simbolo di un’Italia che ha lottato e resistito nei lunghi mesi della pandemia, dei fratelli d’Italia in camice verde che si sono spesi e continuano a spendersi negli ospedali e dove c’è bisogno di aiuto, sostegno, solidarietà. Molti di loro non ce l’hanno fatta.
Ecco perché dopo questo anno maledetto che ci ha strappato pezzi di vita, sentiamo la nostalgia di ogni istante di serenità.
Vogliamo riscoprire i colori dei giorni in cui siamo stati felici, in cui ci siamo abbracciati.
E' l’attesa del tempo sospeso e della gioia, speriamo, ritrovata.

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