La ruspa
di Dante Fasciolo
Forse sto per descrivere astratta poesia
per essere ammesso nel racconto della realtà .
C’è un alloggio spartano per tutti,
e una mensa dove si mischiano saperi e sapori;
un lungo tavolo dove si leggono libri e giornali
e dove si svolgono lezioni per imparare l’italiano;
c’è l’infermeria per curarsi
perché la salute è un diritto per tutti;
c’è anche una piccola piazza dove si suona e si canta,
note che avvolgono il cuore e parole di speranza.
Ci sono infine gli scogli duri e protettivi
dove si sosta per meditare e sognare,
e sotto, le onde del mare che con riverenza
affermano di non dividere, ma unire le sponde delle nazioni.
C’è tutto questo a Ventimiglia…anzi c’era…
una ruspa guidata dai seminatori d’odio
ha raso al suolo ogni cosa, imperterrita e beffarda
e quegli scogli inutilmente hanno gridato a lungo giustizia.
Distruzione totale per cancellare ogni segno,
ma l’amicizia nata tra i clandestini, i fuggiaschi
e i numerosi giovani italiani che con loro hanno condiviso
con forte solidarietà i giorni difficili,
tutto ciò che è stato edificato nelle coscienze più mature
vince sulle ruspe e vince contro i seminatori di paura.
Poche persone in più ora vagano disperse sul territorio,
non vedere e non pensare non risolve i problemi,
e forse è tempo di mettervi mano decisamente,
e prepararsi di fronte allo stato attuale
ancor più su ciò che è annunciato:
l’ufficio internazionale dei rifugiati non sbaglia
entro il dicembre del prossimo anno
arriveranno in Europa un milione e mezzo di persone,
e non ci sarà ruspa che tenga.