#134 - 21 settembre 2015
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N 354 GIOVEDI' 1 AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c' la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Fotografia

« La fotografia ha senso solo se esaurisce tutte le immagini possibili » Questa frase di Calvino è evocata in
« La Chambre claire », che ha come sottotitolo « note sur la photographie » e Roland Barthes aggiunge:
« Qualsiasi cosa dia da vedere e qualunque sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile :
non é essa che vediamo».

MLAC - Università La Sapienza - Roma

Ossessione dello sguardo

« Le riprese, come oggetto e come traccia, rivelano questa
ossessione dello sguardo, de l’«esattezza » e della «visibilità»,
che è al centro dell’opera calviniana. »

Resta aperta fino al 30 settembre presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) dell’ Università La Sapienza di Roma, la mostra fotografica “Ossessione dello sguardo” in omaggio ad Italo Calvino.

Il proposito della mostra, curata da Renata Tartufoli, non è quello di mettere in relazione l’opera di Italo Calvino con dei fotografi per tentare d’illustrane il contenuto, non è un tentativo d’accordare questi due medium, di metterli in armonia, ma di offrire alla riflessione dei visitatori una varierà di fotografie, appartenenti a dei generi differenti, partendo dal punto di vista calviniano sull’arte visiva e il posto ambiguo che l’autore di “L’avventura di un fotografo” accorda alla fotografia in particolare nel campo artistico.

Ossessione dello sguardo

La mostra indica a che punto la soggettività e l’oggettività fotografiche siano mischiate e si fondano che si tratti d’arte o di scienza, raggiungendo così il proposito letterario di Calvino che ha così bene accordato immaginario e realtà. Il proposito della mostra sarà di tentare di fare «la part des choses » tra la pluralità degli sguardi, sia dissociati sia mescolati, che animano l’opera di Calvino. La fotografia è dunque presentata nella varietà dei suoi aspetti, da un lato quelli che tendono all’obiettività e, dall’altra, quelli che rivendicano la soggettività. Le fotografie di Eugène Atget s’affiancano a quelle del dipartimento dell’ École Française di Roma e a quelle delle collezioni di fotografie scientifiche del Cnrs e dell’Institut Pasteur. Questa presenza della scienza si deve mettere in relazione con la formazione di Calvino, la madre botanica, diplomata in matematica e scienze naturali, il padre agronomo. L’influenza familiare ebbe certamente un ruolo importante nella sua tendenza alla sperimentazione. L’aspetto soggettivo della fotografia è rappresentato da opere contemporanee di varie tendenze.

Sono esposte le opere fotografiche di Eugène Atget, Bernard Plossu e Damien Darchambeau, per quanto riguarda la fotografia artistica; mentre per la fotografia scientifica avremo le collezioni del Cnrs Images, dell’Institut Pasteur Paris, e dell’École Française de Rome.

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