#132 - 22 giugno 2015
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Arte

Resterà aperta fino all'11 settembre prima di essere collocata
nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Ponte Taro vicino Parma

Galleria San Fedele - Milano

Via Crucis di Marcello Mondazzi

Mostra a cura di Andrea Dall'Asta sj e Nicoletta Cardano

Via Crucis di Marcello MondazziVia Crucis di Marcello Mondazzi

Nei testi biblici, la storia dell’uomo inizia con il racconto di un omicidio: Abele è assassinato dal proprio fratello Caino. È qui drammaticamente annunciato come il futuro dell’uomo sarà segnato dall'ineluttabilità della violenza, dalla tragica presenza di continui conflitti, di lotte fratricide. Di fatto, tutta la storia umana sarà costellata da racconti di genocidi, stermini, massacri.

Via Crucis di Marcello Mondazzi

Anche in questo tempo di Expo, durante questa internazionale kermesse sul cibo, pensiamo semplicemente a quanto sta oggi accadendo nel nostro mondo cosiddetto «civilizzato»: dalla guerra in Medio Oriente, alle inarrestabili stragi in Africa, alle migrazioni di popoli in fuga dalle loro terre, tutto parla di caos, di dolore, d’impossibilità di vivere nella pace.
Da dove nasce questo desiderio dell’uomo di sopprimere il proprio fratello, di volerlo dominare, schiacciare? Nel Nuovo Testamento, la morte di Cristo sulla Croce è ancora al centro della storia umana, come a ripetere l’assassinio di Abele.

Via Crucis di Marcello MondazziVia Crucis di Marcello Mondazzi

In un momento di così forti tensioni politiche, sociali e religiose, per la cui risoluzione non s’intravedono vie d’uscita, la Galleria San Fedele intende riflettere sull'insensatezza della violenza, attraverso la presentazione di un’intensa Via Crucis, realizzata dall'artista Marcello Mondazzi, realizzata come immagini tra scultura e pittura. Sono le 14 stazioni della via dolorosa che Cristo compie per essere crocifisso sul Golgota, alle porte di Gerusalemme, fuori dalla città santa.
È un percorso di dolore, ma al tempo stesso di speranza.
Nelle diverse tavole, il corpo di Cristo, raffigurato attraverso particolari, si presenta nella sua bellezza discreta, silenziosa, anche nei momenti di maggior dolore, come se nel Cristo della Passione, potessimo già riconoscere il Cristo della Gloria. Quell'uomo è stato tanto amato dal Padre, che non può conoscere la corruzione del sepolcro.

Via Crucis di Marcello MondazziVia Crucis di Marcello Mondazzi

È questo un invito rivolto a ciascun uomo, perché possa vivere nella fiducia nel Dio della vita, anche nelle situazioni più drammatiche e oscure. Anche in quelle di oggi… Particolarmente articolata è l’analisi delle singole stazioni, da interpretarsi come appunti, lacerti di quel viaggio di morte. L’intento non è semplicemente illustrativo o didascalico. Tutto è suggerito per frammenti, dettagli, come se le narrazioni dovessero essere ricostruite di volta in volta. Tutto è mostrato con profonda discrezione e anche i volti compaiono raramente. Quando questo accade, si tratta per lo più di autoritratti dell’artista: identificandosi nei diversi personaggi, l’autore sembra così farsi lui stesso protagonista di una Via Crucis intima, personale, da rivivere sulla propria pelle.

Via Crucis di Marcello MondazziVia Crucis di Marcello Mondazzi

Grande attenzione è data all'uso dei materiali: le potenzialità espressive dell’intero ciclo, infatti, risiedono nell'effetto della materia plastica - metacrilato - trasformata attraverso l’impiego di oli, petroli e fuoco. La materia, attraverso la combustione e la corrosione del fuoco, diventa lei stessa metafora di un mondo che compie una conversione, un sofferto passaggio, come se partecipasse a una passione, a un dolore. La luce occupa un ruolo fondamentale.
La Via Crucis sembra infatti “scritta” con una luce che, attraversando la corrosione della materia, trasforma le superfici opache in luoghi di silenzi, in forme che chiedono riscatto e liberazione.
L’opera è stata realizzata per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Ponte Taro, nei pressi di Parma, e commissionata dalla famiglia Paladini, con la consulenza teologica di don Valerio Cagna.
Dopo la mostra, la Via Crucis sarà collocata in maniera permanente nella chiesa parmense.

Via Crucis di Marcello MondazziVia Crucis di Marcello Mondazzi

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