Meteorologi e clima: lotta infinita
L'altalena mediterranea
Previsioni del tempo che verrà
Scomparse le continue gelate invernali e il caldo sopportabile dell’anticiclone delle Azzorre tra giugno e settembre fare previsioni è diventato un rompicapo. Ne sarà dimostrazione quanto avverrà nei prossimi giorni in Italia dove l’eccezionale ondata di calore di inizio maggio sarà spazzata via dal ciclone Ferox, una bomba d’acqua che allagherà il Paese da nord a sud, tra acquazzoni, grandinate e persino spruzzate di neve sui rilievi alpini. Le temperature crolleranno ben al di sotto delle medie stagionali. La perturbazione breve ma violenta ci lascerà, consentendo alla primavera di riaffacciarsi nel centro Europa.
E se tutti ricordano la sciagurata estate scorsa, caratterizzata da vento e piogge specie nel mese di luglio, cioè quello che dovrebbe essere il cuore della bella stagione, normalmente caldo e afoso, avranno ben da lamentarsi perchè quest’anno le cose, secondo le previsioni, dovrebbero andare diversamente: si parla di un’estate bollente seppure intervallata, di tanto in tanto, da correnti più fresche. Una replica in tono minore del 2003, ancora ricordato come l’anno più caldo del nuovo millennio.
Resta da domandarci - e in questo Francesco Volpi ci aiuta con un suo interessante intervento in cui rimbalza a meteorologi e previsioni la domanda - Ma sarà vero? Sulle pagine fan Facebook dei principali portali meteo è l'ironia a farla da padrone. “Ogni anno dite così, poi non è mai vero” commenta un utente, “ma quello scorso non doveva essere l’inverno più freddo degli ultimi 200 anni?” si chiede un altro. E in effetti quello della scorsa stagione fredda è il caso simbolo del tempo pazzo. I segnali percepiti dagli esperti erano tali da spingerli ad azzardare previsioni ardite. Ma la realtà ci ha portato un inverno tiepido, senza neve per la maggior parte delle città italiane.
Tuttavia, quello che avviene nel Mediterraneo è nulla rispetto a quanto succede in altre parti del mondo. Ne sanno qualcosa gli abitanti della California dove lo scorso venerdì si è abbattuta una tempesta fredda primaverile con la neve che è caduta alquanto insolitamente a quote molto basse, con un accumulo che ha sfiorato i 5/10 centimetri. E chi voleva andare al mare si è dovuto portare dietro gli sci… La tempesta, soprannominata Venus, è portata da un vortice depressionario in scorrimento da Ovest verso Est e colmo che ha imbiancato anche Colorado, North Dakota, South Dakota, Montana e Wyoming.
Gli accumuli nevosi non hanno interessato solo le montagne ma anche grandi città come Denver, Aurora, Rapid City e Chadron. E le previsioni non promettono nulla di buono visto che la morsa del gelo proseguirà anche nei prossimi giorni. E se le tempeste di maggio non sono una novità negli Usa Occidentali in alcuni Stati come la California esse sono davvero una rarità.
Ma qual è la causa di un tempo sempre più pazzo? Per la gran parte degli scienziati la colpa è dei cambiamenti climatici innescati dall’emissione di Co2 nell’atmosfera. L’anidride carbonica prodotta dalla combustione di fonti di energia fossili (come petrolio e carbone) riscalda l’aria e, di conseguenza, scioglie i ghiacciai dei poli, fa innalzare i mari e, in generale, turba progressivamente un equilibrio antichissimo con risultati che osserviamo ogni giorno. Fondamentale da questo punto di vista sarà la conferenza di Parigi che si terrà a partire dal prossimo novembre, nel quale i governi di 200 Paesi sigleranno l’accordo per la riduzione di emissioni di Co2. Step necessario per evitare il passaggio del punto di non ritorno. Ma non manca chi bolla come bufala mediatica quella dei cambiamenti climatici, i quali, sarebbero sostanzialmente normali nel quadro delle diverse ere terrestri (ci sono state glaciazioni e secoli bollenti anche quando petrolio e carbone se ne stavano tranquilli nella pancia del nostro pianeta).
Il mistero del meteo impazzito sembra dunque destinato a rimanere tale. Non resta che armarsi di santa pazienza e impugnare l’ombrello anche quando il sole splende sopra le nostre teste.