#366 - 1 settembre 2025
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Iniziative

Mostra: Cheap ed Emergency uniscono arte e attivismo
per raccontare gli orrori della guerra e il coraggio di chi resiste

Reggio Emilia - Palazzo dei Musei

Guerra e speranza

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency - Contro la guerra - ph credit Agnese Ruggeri, Archivio Emergency.

Un viaggio visivo dentro le ferite lasciate dai conflitti ma guardando anche oltre, verso le forme possibili della resistenza: in concomitanza con il Festival "EMERGENCY 2025", gli spazi del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia ospitano dal 5 settembre al 26 ottobre Contro la guerra– Sguardi e immaginari, mostra a cura del collettivo Cheap.
La mostra presenta una serie di immagini che raccontano non solo la distruzione ma anche la scelta di chi, con coraggio e dignità, dice no alla guerra: chi disobbedisce, protesta, cura e continua a credere nella possibilità di un’alternativa.

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

«EMERGENCY ha scelto di collaborare con CHEAP per unire il nostro grido di contrarietà alla guerra, per utilizzare immagini e parole che insieme rafforzino la nostra opposizione al conflitto armato. Un rifiuto della guerra che parte dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, in cui si ribadisce che “L’Italia ripudia la guerra”, e lo allarga: la vocazione pacifista e la contestazione della guerra eccede confini e identità nazionali, come testimoniano i nostri progetti e la provenienza delle artiste e degli artisti selezionati da CHEAP», ha sottolineato EMERGENCY. «Siamo stati spinti dalla necessità di entrare nello spazio pubblico e di ragionare sugli immaginari attuali assuefatti alla retorica della guerra come necessaria, rituale e inevitabile. Vogliamo ribadire che la guerra è sempre evitabile proprio come testimoniano le frasi sul carpet della mostra. Lo scopo è adottare insieme a CHEAP una posizione pubblica che non sia discriminatoria, utilizzando lo stesso approccio limpido con cui il collettivo di artiste e artisti porta avanti temi che ci stanno a cuore, dalle questioni di genere a quelle di invocazione del disarmo».

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

«Nessuna guerra è inevitabile» e «La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri»: sono queste le frasi chiave che scandiscono il percorso della mostra.
Al cuore dell’esposizione, le straordinarie fotografie in bianco e nero tratte dall’archivio storico di Emergency, che documentano oltre 30 anni di interventi umanitari in Afghanistan, Iraq, Sudan e in molti altri scenari di conflitto. Sono immagini di mani che curano, corpi fragili, sguardi sopravvissuti. Accanto a queste, i manifesti urbani di Cheap: slogan incisivi, estetica politica, arte pubblica. «Disobbedite con generosità», «Sabotate con grazia», «Agitatevi», frasi che diventano inviti etici, chiamate alla partecipazione.

Guerra e speranzaGuerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

In mostra anche opere di artiste e artisti internazionali, dall’ Italia alla Spagna, dal Brasile alla Polonia, che con linguaggi differenti condividono una visione comune: quella che rifiuta la guerra come destino e ne denuncia la retorica e gli orrori.
Tra questi contributi, emerge anche un dispositivo espositivo volutamente scomodo: un box chiuso, dotato solo di una feritoia, al cui interno sono esposte fotografie crude, esplicite. Corpi feriti, disumanizzati, ridotti a carne dal potere distruttivo dei conflitti. Immagini che si possono guardare solo scegliendo di farlo, avvicinandosi.
Non per voyeurismo ma per responsabilità.

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