Una voce che ammalia
Amalia Rodrigues
di Roberto Bonsi
Amalia Rodrigues sarà per sempre conosciuta come la "Regina del Fado”. Così ed in breve ci riporta una pagina del web al suo riguardo. Ora due domande: chi è Amalia Rodrigues, e che cosa è il Fado?. Presto detto!. Lei è stata una grande cantante del massimo “folklore” portoghese. È stata …, in quanto l'interprete lusitana in questione è deceduta nel giorno di sabato 6 febbraio dell’anno 1999 in quel della bella Lisbona, città capitale del Portogallo, la quale come Roma, Amman in Giordania, Edimburgo in Scozia, Seattle nello Stato di Washington negli U.S.A., Praga nella Repubblica Ceca, Istanbul in Turchia, Gerusalemme in Israele, Kampala in Uganda, ed altre ancora, è stata ed è definita come la città dei “sette colli
La cantante di fama internazionale il cui nome per esteso era Amália da Piedade Rebordão Rodrigues, nacque a Lisbona il 23 luglio 1920, che venne a cadere di martedì. L'artista che fu anche attrice, è di fatto da tempo immemorabile considerata come la maggiore esponente del “Fado”. Di lei si sa che è stata musicalmente attiva per ben sessant’anni, ed ora giace tra i “grandi” del “Pantheon nazionale” della sua città. Arriviamo alla seconda domanda, ma allora che cosa è il Fado?. E’ un tipo di musica popolare noto soprattutto nella capitale e nella città sempre portoghese di Coimbra. Dal 2011 è stato riconosciuto dall’UNESCO, come patrimonio intangibile dell’umanità intera. Il “Fado” è una musica triste ed amara, spesso suadente, che rappresenta in pieno l’anima socio-culturale del popolo portoghese o lusitano che dir si voglia. Per dar voce alla sua struggente musica c'è la/il cosidetta/o “fadista/o”, cioè gli esecutori a viva voce delle melodie per l’appunto “fadiste”. Il tutto viene solitamente accompagnato da una chitarra portoghese a 12 corde, da una seconda chitarra, sempre portoghese, da un basso e da una viola (n.d.a.: Chitarra portoghese). Il suo nome, chiaro a dirsi, deriva totalmente dal latino: “Fatum”, cioè fato, destino, e si ispira al tipico sentimento espresso dalla popolazione lusitana, cioè la “Saudade”, narrando così delle tematiche inerenti alla sofferenza, al dolore, alla lontananza e all’emigrazione.
Torniamo ora all’ancor incontrastata “Regina” di questo intenso genere musicale, la quale fu componente di una famiglia numerosa e non priva di ristrettezze economiche. Venne cresciuta dai genitori della madre ed ebbe modo di frequentare solo tre anni della scuola elementare. Per i bisogni della famiglia arrivò prestissimo nel mondo del lavoro, svolgendo le attività, prima di venditrice di arance, poi di giovane commessa in una pasticceria della sua città natale. Presa da quello che poi fu il suo destino e suo lavoro di natura teatral- musicale, e fu inizialmente considerata alla stregua di una “self -made woman”, in quanto oltre a divenire una raffinata interprete, realizza da sé degli spunti di soggetto e sceneggiatura presi dai films che lei vedeva, rielaborando, ma anche ponendo modifiche a testi ed a musiche, secondo la sensibilità che in lei viveva.
Di fatto, la si potrebbe oggi definire come una cantautrice d’”antan”. Pian piano, brano su brano, e con sempre più larghi spazi di notorietà, e quindi di consensi,la Rodriguez divenne e fu così definita, come: “L’anima del Fado”. La rivista, il teatro ed il cinema la “legarono” a sé per diverso tempo, poi “esplose” letteralmente con la musica e con i dischi, questo ben sei anni dopo l’avvio della sua fama, pare per una serie di divergenze con il suo agente discografico di allora. La sua popolarità esce ben presto dai confini del suo amato Paese, per giungere così anche in Spagna, negli Stati Uniti d’America, in Francia, dove si esibì nel prestigioso Teatro Olympia di Parigi, ed anche qui da noi, in Italia, che tra la televisione ed i suoi “recitals” la accolse per lungo tempo ed a “braccia aperte”. Si sposa una prima ed una seconda volta. Le prime nozze furono con un operaio, suonatore di chitarra per diletto, ma Il matrimonio durò appena due soli anni, ed infine vi fu l’unione con un ingegnere brasiliano, questo fino alla morte di lui. I critici musicali e dello “Showbiz” in genere, furono spesso oltremodo benevoli verso la sua arte e la sua persona.
Fu ingiustamente considerata come una paladina del regime fascista del dittatore Salazar che in quell’epoca ormai lontana governava con il “pugno di ferro” su questo, perlomeno in quel tempo, ancora retrogrado Paese. Di fatto a monte di queste accuse, fu esiliata, e raccolse così i suoi maggiori successi all’estero, ma all’avvento trionfale dei socialisti nel Paese, rientro in Patria, e fu lì che scoperse di avere un tumore. Alla sua morte il governo in carica decretò tre giorni di lutto nazionale. L’”Amalia “nazionale” che in gioventù possedeva una voce cristallina, più in là con gli anni ma sempre all’apice della sua popolarità, aveva una voce possente e dai toni gravi, e questo è abbastanza normale per tutti gli esecutori vocali del bel canto e degli altri generi musicali.
Oltre al “Fado”, la Rodrigues ha dato voce anche a note canzonette italiane, come, e qui ricordiamo: “La Tramontana” che fu eseguita in un lontano “Festival di Sanremo” dal piacentino Gianni Pettenati, oggi scomparso da tutte le variegate cronache musicali, poi canti siciliani come: “Vitti ‘na crozza” e “Ciuri, ciuri”, l'intramontabile e popolaresca: “La Bella Gigogin” ed altri bei brani ancora. Con lo scomparso cantautore napoletano Roberto Murolo, incise canzoni poetiche e sempiterne, come: “Anema e core” e "Dicitencello vuje”, e la sua discografia in lingua italiana fu abbastanza ricca. Ebbe modo qui da noi, di fare concerti insieme alla scomparsa ed oggi un tantino dimenticata interprete sarda, Maria Carta. In generale uno dei brani più famosi da lei interpretati furono: “La Casa Portuguesa” e “La casa in Via del Campo”. Quest’ultima da lei incisa in lingua italiana è anche parte saliente della discografia del cantautore salentino, Franco Simone, mentre la prima è stata incisa anche dall'interprete genovese Antonella Ruggiero già: "Matia Bazar”. Chi scrive, ricorda che quando non era ancora giornalista e neppure aspirante tale, ebbe modo di vederla e di ascoltarla nel Teatro Comunale/”Claudio Abbado” della città di Ferrara, suo luogo natale. Fu un trionfo, e per l’allora ancor giovane Roberto Bonsi, fu davvero una rivelazione, ed è rimasto nell’intimo un bel ricordo di quella “matinée”. La “Grande” Amalia Rodrigues ebbe modo di dichiarare: -”Il Fado è sapere che non si può lottare contro quello che abbiamo. E’ quello che non possiamo cambiare. E’ chiedere il perchè e non sapere il motivo … . Disse anche: Quello che conta è sentire il Fado. Perchè il Fado non si canta, accade. E’ un avvenimento.