Roma Capitale - Women in Art Week
Area Archeologica dell'antico Stadio di Domiziano - Roma
Urphanomen
Discronie Archetipe di Mina Cappussi
Mina Cappussi, giornalista prestata alle arti visive reduce dal successo dell’esposizione personale “Discronie Archetipe” presso il Ministero dei Beni Culturali, Salone Crociera, torna, eccezionalmente fino al 12 aprile, con una mostra di Arte Urphanomen a Piazza Navona, punto d’incontro di barocco e architettura dal fascino senza tempo, uno dei luoghi più noti di Roma, nel Museo - Area Archeologica dell'antico Stadio di Domiziano che si estende nei sotterranei della piazza. Costruito per celebrare il Certamen Capitolinum, gara quinquennale dedicata a Giove Ottimo Massimo, lo Stadio Domiziano fu inaugurato nell’86 d.C. A presiedere ai giochi era lo stesso imperatore, con il capo cinto da una corona d’oro con l’effigie di Giove, Giunone e Minerva e vestito di toga purpurea.
Una location d’eccezione, dunque, a fare da cornice alle visioni oniriche barocche che stanno solleticando l’interesse dei critici e del mondo dell’Arte Contemporanea.
La mostra è stata presentata all’interno di Women in Art Week - Settimana di Cinema, Teatro, Musica, Reading, Dibattiti, Arte, Fotografia, Happening, Visite Guidate, Degustazioni di Arene di Roma, patrocinato e promosso da Roma Capitale nell'ambito degli Eventi Culturali 2015 del Municipio Roma I Centro.
Urphanomen mette in mostra, con soavità barocca e regressioni impressioniste, volti femminili, colori, simboli, archetipi, sui nudi mattoni di resti archeologici, arcate, colonne, gradinate rosse di laterizio erette duemila anni fa.
“Gli Urphanomen - spiega Mina Cappussi - secondo Friedrich Schelling sono fenomeni primordiali, soggetti a continue metamorfosi, rappresentano un po’ il legame fra l’uomo, la natura, l’universo. Per Heidegger l' Urphanomen è ciò che è originario, che non può essere ricondotto ad altro o, come dice Goethe, "ideale, in quanto ultimo conoscibile, reale, in quanto conosciuto, simbolico, perché racchiude tutti i casi”. In campo cinematografico l’Urphänomen è il principio di frammentazione e successiva ricomposizione, ossia la creazione del movimento a partire da una serie di figure statiche. Il Progetto Urphanomen scompone infatti le “parti” di cui è composto un individuo, anche le più brutte, i mostri che stanno dentro, le criticità, le debolezze comuni a tutti e ricompone l’essere umano che c’è dietro, summa suprema, bellezza infinito, carne e spirito, luce e tenebre”.
La mostra è curata dai critici d'arte: Genny Di Bert, Marcello Carlino, Massimo Pasqualone, tra gli intervenuti: Dante Fasciolo, Massimo Gazzè, Valeria Vaiano, Stefania Schiani, Quirino Martellini, Salvo Iavarone, Giorgio Grasso. Ospite il poeta-attore Alessandro D'Agostini, fondatore del Movimento Poeti d'Azione, con una performance teatrale.
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