Il “Premio Putignano racconta 2023” ha invitato gli autori alla partecipazione, chiedendo di
riscrivere in forma autonoma e creativa il finale della favola la Bella Addormentata di Perrault
e rispondendo alla domanda: “Cosa accade ad Aurora dopo essersi ferita con il fuso?”.
La Bella Addormentata
di Angelo Zito
Si riporta, di seguito, la parte iniziale della fiaba:
"C’ERANO UNA VOLTA UN RE ED UNA REGINA CHE DESIDERAVANO TANTO AVERE UN EREDE E CHE
FINALMENTE EBBERO UNA BAMBINA, A CUI DIEDERO IL NOME DI AURORA.
ORGANIZZARONO UNA GRANDE FESTA E INVITARONO TUTTI I SOVRANI DELLE TERRE CONFINANTI
E TUTTE LE FATE DEI REGNI, ECCETTO LA FATA DELLA MONTAGNA, COSÌ ANZIANA CHE NESSUNO SI
RICORDAVA PIÙ DELLA SUA PRESENZA.
LE FATE INIZIARONO A DARE I DONI MAGICI AD AURORA: LA BELLEZZA, LA GRAZIA, LA
GENTILEZZA, L’INTELLIGENZA, LA SIMPATIA, L’ABILITÀ A FARE TUTTO. ERA QUASI IL TURNO DELLA
SETTIMA, CHE AVREBBE DOVUTO PRONUNCIARSI SULL’AMORE, QUANDO ARRIVÒ LA FATA DELLA
MONTAGNA. ERA OFFESA PER ESSERE STATA DIMENTICATA E COSÌ DISSE “NON MI AVETE INVITATO,
MA VOGLIO ANCH’IO FARE UN DONO ALLA PRINCIPESSA: SARÀ LA PIÙ BELLA PRINCIPESSA FINO
ALL’ETÀ DI SEDICI ANNI, QUANDO SI PUNGERÀ CON UN FUSO E MORIRÀ”. DETTO QUESTO, LA FATA
SPARÌ IN UNA NUVOLA NERA.
I GENITORI ERANO DISPERATI, MA LA SETTIMA FATA DISSE: “NON POSSO ANNULLARE IL SUO
INCANTESIMO MA POSSO AGGIUNGERE IL MIO: SE SI PUNGERÀ CADRÀ IN UN SONNO DI CENTO
ANNI, DA CUI SARÀ SVEGLIATA DAL BACIO DEL VERO AMORE”.
IL RE ALLORA FECE DISTRUGGERE TUTTI I FUSI.
PASSARONO SEDICI ANNI: AURORA ERA NEL CASTELLO DI CAMPAGNA ED INIZIÒ AD ESPLORARE LE
STANZE. IN UNA STANZA VIVEVA UNA VECCHINA SORDA CHE NON AVEVA MAI SENTITO DEL DIVIETO
DI FILARE CON L’ARCOLAIO.
AURORA FU STUPITA DAL FUSO CHE NON AVEVA MAI VISTO PRIMA E VOLLE PROVARE AD USARLO,
MA SI FERÌ E CADDE A TERRA COME MORTA”.
Con questi versi ho ottenuto il secondo premio.
Dormi Aurora
La bella addormentata della favola di Perrault
Aurora non ha conosciuto il tramonto,
già all’alba il sole non la scaldava più
per cento anni avrebbe dormito.
Che nessun bacio d’amore venga a destare il suo sonno!
Nel tempo di un battito di ciglia
per un fatale sortilegio di fata
è passata intatta
dalla vita alla morte.
Non vivrà mai lo scempio del suo corpo per mano della passione
di un amante tradito
né travolta dalle acque di un torrente impetuoso
né l’ebbrezza di una folle corsa
schiantata contro un albero
né l’orrore di una guerra devastatrice
né la corruzione del corpo che l’età impietosamente
infligge agli umani.
Vivrà in eterno nel racconto dei poeti.
Ha raggiunto quell’immortalità
di cui godevano gli dei.
Lasciamola nel suo sonno eterno
Quanto dura il sonno della morte?
un anno, cento, per sempre?
Euridice, bella addormentata,
non sapeva del tempo,
una variante per lei sconosciuta,
e il risveglio non era nei suoi programmi.
Il cantore Orfeo
superò ogni legge,
l’Ade soggiogata dalla sua bellezza
e dal suo canto
aprí i cancelli.
In quale carta del destino è posto
il momento cruciale?
è il rischio o l’avventura
o il calcolo?
Non sapeva altro che il canto
e quello fu la sua password.
Euridice con gli occhi ancora
cisposi per il lungo sonno
incerta si incamminò
seguendo quella musica.
E esplose l’amore.
Una gioiosa corsa
di giovani, senza freni,
senza conoscere limiti,
incontro ad un destino
a loro ignoto.
Ah sapere che l’amore,
immortale come cantano i poeti,
non sfugge all’usura del tempo,
brucia sulla sua strada ogni vincolo.
L’imprevidente entusiasmo
cammina con piedi di burro,
basta appena volgere lo sguardo
all’indietro e tutto svanisce.
L’illusione di rivivere
è morire una seconda volta
Aurora non sa cosa sia morire
e nemmeno tornare a vivere.
È eterna.