Abissi
tra Mediterraneo e Oceano Pacifico
Calipso
La fossa abissale dedicata alla figlia di Atlante
di Roberto Bonsi
Nel Mare Ionio sud-orientale al largo della penisola greca, esiste il punto più profondo del Mare Mediterraneo, è una fossa abissale di notevole profondità: 5.270 metri. La stessa è stata a suo tempo localizzata a circa 60 chilometri dalla costa meridionale del Peloponneso, ed è stata battezzata con il nome di “fossa di Calipso”, e questo profondo abisso detto anche “fossa ellenica”, si è formato a causa di un lontanissimo allineamento della cosiddetta “placca africana” sotto la “placca del Mar Egeo”.
Sfogliando i polverosi libri di storia antica e di nuove edizioni degli stessi, che raccontano della mitologia dell’Ellade, siamo venuti a conoscenza che la dea Calipso era una ninfa, figlia di Atlante (n.d.a.: Fondatore dell’astronomia ed uomo saggio, al quale Zeus aveva inflitta la pena di sostenere il peso il mondo di allora).
Nell' “Odissea" si narra che la dea in questione, presente sull’isola di Ogigia (n.d.a.: oggi: Pantelleria), accolse il naufrago Ulisse e si innamorò perdutamente di lui, trattenendolo di fatto a sé per oltre sette anni, questo finché non ricevette direttamente dal dio Zeus (n.d.a.: Per i romani, Giove), l’ordine perentorio di lasciarlo partire per far sì che lui potesse così andare tranquillamente verso altri lidi, ed infine raggiungere dopo tanti travagli ed accadimenti vari, la fedele e paziente moglie Penelope ed il loro figlio Telemaco, nella tanto desiderata isola di Itaca, questo come suo ultimo ed appunto agognato approdo.
Cambiando per così dire la pagina del nostro scritto, torniamo ora a “mettere a fuoco” il nostro scorrere di parola in parola, sulla fossa di cui vi abbiamo da poco fornito l’ ’”incipit”. Questa fossa è in un’area di forte intensità sismica e si trova in una depressione di circa 50 chilometri di diametro e con una lieve scarpata. La “fossa ellenica” o di “Calipso”, o anche viceversa, è un’ampia area marina che si estende per l’appunto dal Mare Ionio a sud dell’isola di Creta fino a quella di Rodi, tutt’e due oggigiorno sotto la Sovranità della repubblica di Grecia, ed è formata da numerosissimi “canyons” sottomarini, in prossimità dei quali convivono cetacei endemici, delfini, tartarughe marine, e foche del Mediterraneo.
E’ tutta una biodiversità, non solo ai nostri giorni davvero in forte pericolo a causa dell'inquinamento marino causato dalla ormai famigerata plastica, bottiglie anche di vetro, da sacchetti, lattine per bevande, dagli scarti alimentari e no, e dai residui oleosi delle navi cargo, delle petroliere, e delle imponenti navi da crociera; e pur in tale profondità, c’è dunque e purtroppo di tutto e di più.
Sotto quelle copiose acque così importanti per la storia antica, moderna e contemporanea, ha avuto luogo un evento veramente eccezionale, che ora vi raccontiamo. Vi scriviamo del principe regnante di quello che a suo tempo è stato definito come uno “Stato da operetta”, così colmo di vita mondana, di forzieri e di detassazioni varie, che è il principato di Monaco-Montecarlo. Egli è ben conosciuto, e vi scriviamo quindi del principe Albert II° Grimaldi-Polignac. Quella che lo riguarda non è una notizia di “gossip” oppure un trionfo sportivo, bensì il sovrano in questione è stato l’autorevole co- protagonista di un evento storico del tutto eccezionale e che rimarrà per sempre negli “annali d’oro” della storia e nella vita di tutti noi. Per farla breve, il principe Albert o Alberto, come diciamo noi qui in Italia, insieme al plurimilionario italo- americano del Texas, Victor Vescovo, ha compiuto un'importante missione di esplorazione sottomarina nella “fossa Calipso”.
Il Vescovo, un grande esperto degli abissi marini, ha avuto con se’ come passeggero di eccezione, il succitato monarca, il quale è stato così il primissimo Capo di Stato ad aver raggiunto una così notevole profondità degli abissi marini. Il 9 febbraio del 2020, questa è la data che ha sancito questo avvenimento di così grande portata storica. Si immersero per oltre 5 ore fino a raggiungere quella già menzionata profondità, ed erano 55 anni che non veniva raggiunto quel preciso punto immersivo. Il sottomarino sul quale erano a bordo i due, fu il “DSV Limiting Factor”, il quale proveniente da tante altre missioni marine era ben attrezzato a svolgere in perfetta sicurezza il pur sempre singolare e comunque straordinario compito di trasporto e di studio ad esso affidato, con il supporto della tecnologia e degli uomini preparati e preposti alla sua non semplice guida e direzionalità.
Sempre nello scrivere un qualcosa di attinente alla mitologia, ecco che scopriamo che negli abissi - o meglio nella profonda fossa della quale vi stiamo sin qui intrattenendo nella lettura, in un tempo davvero molto, molto lontano - esisteva un dio marino, ed il suo intero corpo era ricoperto da un colore verdastro. Questa divinità viveva nella profondità dell’abisso “Calipso”. era molto venerata ed Il suo nome era Brandemius, il quale era anche assai temuto e rispettato da ogni creatura che viveva in quell’ambito sottomarino …
Le coordinate di questa fossa, che come ripetiamo si trova a sud-ovest del Peloponneso, sono: 36° 34’ N 21° 07.44’E.
Chi mai sarà, qualora fosse il caso, il prossimo detentore di una nuova esplorazione sotto il livello del mare, diretto poi al punto estremo dell’abisso "Calipso"?. Se presto non si farà, solo i posteri vi assisteranno, e l’unica sentenza sarà sempre quella che additando il … campione, esploratore di turno, egli non sarà mai e poi mai un … “eroe per caso”, ma solo e principalmente, un vero e proprio ardimentoso che ha avuta la forza morale e quella fisica di cimentarsi in un’operazione, od ancor meglio, in una sfida molto più grande di lui. Insomma, ed in poche parole, un “pioniere” che ha aperta una strada, nel nostro caso un abisso profondo tra il mare, il cielo e la terra. Scusate poi il gioco di parole, sussiste sempre un grosso divario tra l’uomo comune pur definito “homo sapiens-sapiens”, nonostante la “citazione o … teoria della … stupidità” attribuita ad Albert Einstein ed a pochi altri, e tutto ciò non è affatto relativo, in quanto l’uomo è andato sulla Luna ed è avanzato nei cieli oscuri dello spazio, ma è riuscito e sempre riuscirà ad addentrarsi nella profondità dei mari della nostra Madre Terra, dove stiamo or ora vivendo con la stessa provvisorietà di sempre. Tra i tanti audaci esploratori dei nostri fondali marini è opportuno segnalare lo svizzero Jacques Picard che con l'oceanografo americano - statunitense Don Walsh, a bordo del batiscafo Trieste, si immerse nel punto più profondo del nostro intero pianeta, che è situato in una depressione pari a 10.916 metri sottomarini, nella celebre “fossa delle Marianne” in pieno Oceano Pacifico.
A parte le temerarie azioni di pochi grandi esploratori, oggi vi sono delle grosse navi da crociera, che passando sopra il luogo che nelle cartografie sta ad indicare la “fossa di Calipso”, delle persone allo scopo preposte narrano in breve, la presenza di questa “fossa ellenica”, la sua antica mitologia e tutto quanto il resto.