Conflitti mediorientali: vergogna per l'umanità
canzone
di Dante Fasciolo
Potete legarmi mani e piedi
togliermi il quaderno e le sigarette
riempirmi la bocca di terra,
la poesia è sangue del mio cuore vivo,
sale del mio pane, luce nei miei occhi.
Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,
la canterò nella cella della mia prigione,
al bagno, nella stalla, sotto la sferza tra i ceppi
nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me un milione di usignoli
per cantare la mia canzone di lotta.
Sono versi di Mahmud Darwish poeta palestinese
per sottolineare verosimili luoghi
persistenti in varie nazioni mediorientali.
Si, perchè questi paesi sono oggi al centro del mondo
per nefaste vicende intrise di odio, sangue e lutti,
ma anche, da sempre, al centro della storia del mondo.
Una lunga spirale di vendette sociali, politiche e religiose
ha consumato il suo vortice di violenza
su bambini, donne, uomini impotenti in fuga da casa e patria
vittime di una strage infinita e insensata
osannata in nome di religioni che rinnegano se stesse.
Molte voci si sono levate contro l’ orrore,
tra il rumore di morte delle armi
che sovrasta, strozza, soffoca ogni anelito in gola,
e la luce che illumina gli orizzonti impauriti
è debole e stenta a rischiarare gli animi e i sentieri di speranza.
C’è in ballo la dignità dell’ uomo,
la credibilità delle relazioni fra le comunità,
il recupero del senso della vita
e dell’ armonia della pace nella giustizia.