Elezioni alla porta
Con quale spirito ci presentiamo all'appuntamento?
di Amanzio Possenti
Mentre le elezioni europee si avvicinano – fra poco più di un mese - una domanda corre insistente fra gli elettori soprattutto italiani: sarà una consultazione dedicata alla conta dei voti fra i partiti in lizza oppure un vero impegno sulle scelte europee del prossimo quinquennio? Domanda più che pertinente e nient’affatto mal posta o troppo strumentale?
A giudicare da quanto si è visto, letto e sentito, il dubbio che siano una conta sulle percentuali dei singoli partiti è forte, senza contare l‘altra conta, quella sul governo in carica. Ci gioca assai il fatto che si voti con il sistema proporzionale in grado di restituire la forza autentica di ogni concorrente. Ecco perché la conta ha un ruolo fondamentale nell’analisi e nei raffronti del voto. E’ purtroppo la conseguenza della tensione all’interno dei partiti e il timore è quello soprattutto di andare alla conta, oltre il confronto politico che verrà dopo, una volta conosciuti il carico di voti e le percentuali. Anche se potranno esserci delusioni o esaltazioni per qualche zero virgola in più o in meno rispetto alle ultime Politiche.
E’ vero, si tratta di democrazia che prevede maggioranze e minoranze e conteggi di elettori pro o contro ma non sarebbe meglio occuparsi di più del come fare politica europea e impegnarsi su quel fronte specifico visto che si parla di Europa e non d’Italia soltanto? O meglio occorre capire quali scelte potrà fare il nostro Paese in Europa e in quale modo e soprattutto con quali politiche le si vorranno o potranno affrontare, visto che l’Europa non sempre appare come desidereremmo. Ma un conto è il desiderio, un conto la realtà politica talvolta diversa da come la si attende. Ad esempio il patto di stabilità, ovvero le regole di bilancio, contestato dall’Italia, per dirne una recente nel Parlamento di Strasburgo.
Dunque occorre presentare agli elettori non solo liste e candidati scelti per competenza e con attenzione e scrupolo, ma anche programmi efficienti ed efficaci ai fini dell’Italia, in modo che, nel voto, al di là delle passionalità di parte, prevalga la scelta per un’Europa convincente, solidale, sempre amica e unita, soprattutto meno burocratica. E un’Italia protagonista critica, autorevole e sostenitrice di un processo di crescita e di attenzione al bene di tutti, un progresso vantaggioso e sempre più pacificatore.