#124 - 23 marzo 2015
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerŕ  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Giubileo

di Dante Fasciolo

Un’eco lontana si è fatta presente:
“Va e ripara la mia chiesa”
invito e monito per il cuore, oltre il nome
occorre assumere responsabilitĂ ,
ubbidienza e tenace volontĂ  da tradurre in amore.

E Papa Francesco ha incominciato subito
a richiamare al dovere l’universalità della fede e il potere dei giusti;
muratore di Dio, ha incominciato a riallineare
i tanti mattoni dissestati della Chiesa,
a conferma dell’inesauribile vocazione
a quel difficile lavoro di pastore di un gregge che,
per molti versi, ha smarrito i sentieri della vita.

Non sono mancate le sorprese,
e se molti detrattori dentro e fuori le mura vaticane
seminano ostacoli e frenano le iniziative
e non si accorgono che è tempo di cambiamento;
occorre seguire l’istinto del popolo dei credenti e oltre
per percepire il senso del cammino futuro della chiesa.

Ora, una nuova sorpresa: Il Giubileo straordinario.
Eco lontana, anche questa, che chiama in causa
“L’indulgenza dei 100 anni” e ancor più
“La Perdonanza” di Celestino V, in Collemaggio,
i primi vagiti alla conversione e alla penitenza sacramentale.

Un Giubileo straordinario
per un rinnovato cammino di fede in questo tempo
in cui il pensiero dell’uomo è teso alla tecnica e al successo
non sempre improntati al fine ultimo
del rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua libertà,
delle sue prerogative di vita, per contro
mortificate ogni giorno, ogni dove.

Un Giubileo straordinario che abbia al centro
una preghiera esaudibile,
una autentica conversione del cuore e della mente,
una vocazione capace di sottolineare
“Terra nuova e nuovi cieli”.

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