Giubileo
di Dante Fasciolo
Un’eco lontana si è fatta presente:
“Va e ripara la mia chiesaâ€
invito e monito per il cuore, oltre il nome
occorre assumere responsabilità ,
ubbidienza e tenace volontà da tradurre in amore.
E Papa Francesco ha incominciato subito
a richiamare al dovere l’universalità della fede e il potere dei giusti;
muratore di Dio, ha incominciato a riallineare
i tanti mattoni dissestati della Chiesa,
a conferma dell’inesauribile vocazione
a quel difficile lavoro di pastore di un gregge che,
per molti versi, ha smarrito i sentieri della vita.
Non sono mancate le sorprese,
e se molti detrattori dentro e fuori le mura vaticane
seminano ostacoli e frenano le iniziative
e non si accorgono che è tempo di cambiamento;
occorre seguire l’istinto del popolo dei credenti e oltre
per percepire il senso del cammino futuro della chiesa.
Ora, una nuova sorpresa: Il Giubileo straordinario.
Eco lontana, anche questa, che chiama in causa
“L’indulgenza dei 100 anni†e ancor più
“La Perdonanza†di Celestino V, in Collemaggio,
i primi vagiti alla conversione e alla penitenza sacramentale.
Un Giubileo straordinario
per un rinnovato cammino di fede in questo tempo
in cui il pensiero dell’uomo è teso alla tecnica e al successo
non sempre improntati al fine ultimo
del rispetto dell’uomo, della sua dignità , della sua libertà ,
delle sue prerogative di vita, per contro
mortificate ogni giorno, ogni dove.
Un Giubileo straordinario che abbia al centro
una preghiera esaudibile,
una autentica conversione del cuore e della mente,
una vocazione capace di sottolineare
“Terra nuova e nuovi cieliâ€.