Nel segno della Pasqua
La speranza
di Amanzio Possenti
E’ lodevole e arricchente allo stesso tempo lo spirito della proposta avanzata recentemente dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini al termine di una celebrazione: portare Speranza al prossimo, specialmente a quello in difficoltà.
La Speranza, grande virtù cristiana, ha una caratteristica, umana, che la distingue: aiuta l’animo di chi la dona e solleva lo spirito di chi la riceve. E’ un duplice scambio di amore cristiano.
Nel clima odierno fatto di concitazione frenetica e di corsa al di là dei rapporti umani, imbattersi in un segno di Speranza concessa con partecipazione sincera dona gioia autentica e serenità, sentimenti spesso sottovalutati o peggio dimenticati.
Di solito camminiamo per le strade nella totale nostra solitudine, e magari ne siamo dispiaciuti, desidereremmo incontrare ’qualcuno’ con il quale scambiare quattro parole.
Ecco il valore forte del ’dare speranza,’ ovvero trovare chi ti guarda, ti avvicina, ti ascolta, ti sente Amico. E si instaura un rapporto di prima accoglienza che nasce già nel momento dello scambio del saluto: Ciao o Buon giorno, due vive entrature nel cuore dell’ altro. La relazione umana ha bisogno di questi aspetti che avvicinano e stimolano anche il linguaggio.
Tutto può cambiare in quell’istante, avviene come un salto rispetto ai momento precedente, un salto che tocca il cuore, e non fa differenza di ‘status’ né di colore della pelle né di cultura né di sentimenti: tutto procede su binari nuovi e l’incontro diventa uno strumento di pacificazione interiore.
Soprattutto se l’incontrato al quale si dona speranza è uno straniero oppure un diseredato, un emarginato, un escluso, un povero, un portatore d’handicap: ragione di più per donare il segno della speranza, non tanto per fare la cosiddetta ‘buona azione’ quanto per far sentire all’altro di essergli fratello, quindi non uno sconosciuto da fuggire o da malsopportare.
Quanti passi di speranza espressa e donata dovremmo e potremmo compiere noi cristiani per testimoniare la qualità e la bellezza della nostra fede, ne avremmo tutti grande bisogno, anziché rifiutare pregiudizialmente una parola di incoraggiamento o di sostegno, morale e pratico ,al bisogno di chi ne attende tanto.
Con questa Speranza donata umilmente ma chiaramente all’altro, il prossimo, spezziamo tante catene di imprigionamento e diamo senso e scopo anche alla solidarietà, realizzando nel connubio Speranza donata-solidarietà il volto autentico del cristiano che vive la realtà del mondo quotidiano.