A margine delle polemiche sui testi delle canzoni e delle innumerevole occasioni di inutili confronti sui media
Se la comunicazione ...
Uno specchio immeritatamente deformante
di Dante Fasciolo
A lungo è stata bocciata l’incidenza della musica leggera e delle canzoni sul livello di comunicazione capace di influenzare in qualche modo l’opinione pubblica con uno sbrigativo: “sono solo canzonette”.
Parolieri, musicisti e poeti, scrittori, sociologi, psicologi a lungo hanno dissertato sull’argomento negli anni, soprattutto legando le loro tesi in coincidenza della grande kermesse canora rappresentata dal “Festival di Sanremo”.
E come ogni anno, scopriamo che alcuni dei testi qui presentati offrono materia di dibattito in proposito: Devono le canzoni rimanere nell’ambito dell’intrattenimento canoro leggero, o si può dare loro licenza di ampliare l’orizzonte con espressioni immersive in tematiche socio/politiche?
“Ai posteri l’ardua sentenza”, risponderebbe l’allievo della scuola pilatesca dei nostri giorni, riservando al quesito il tono di una pronuncia di alto lignaggio filosofico… ma “scendendo giù pe li rami” fino a raggiunge le radici del discorso, occorre riportare ad un corrente colloquio la questione che sottace: Può la musica leggera e la variegata presenza di testi di canzoni attuali aiutarci a crescere lungo il solco di una moderna e consapevole cultura?
Senza dare più spessore del necessario a questa espressione artistica, ma neanche demonizzarla, riconoscendole cittadinanza e diritto di esprimere idee e pensiero, così come è doveroso riservare anche alle molteplici discipline dello spettacolo culturale di intrattenimento, riteniamo che occorra inserire tutto il repertorio e tutto il corrente bagaglio di arte e creatività presente copiosamente nel nostro paese in un ambito di ricerca di ben più ampio orizzonte culturale significativo.
Non c’è chi non avverta che tutta la gamma dei mezzi di comunicazione e di informazione sia satura di orpelli destabilizzanti, di un surplus di false notizie e di pressioni orientate a comportamenti subliminali di sempre più larghe fasce di popolazione private di ogni possibile reazione di fronte alle prepotenti dissimulazioni in atto.
Classe dirigente, autorità legittimate, istituzioni cavalcano tempi e decisioni scandite da clessidre diverse, bussole che hanno smagnetizzato il loro nord…“Nave senza nocchiero in gran tempesta”, ieri, come oggi, la denuncia dell’inconsistenza e la falsa partecipazione civile e politica dei cittadini interessati solamente al proprio interesse e non più alla casa comune… e non c’è chi non senta il bisogno di trovare una possibile uscita dal labirinto del nostro vivere odierno.
Stampa quotidiana, radio, televisione, piegano con sempre maggiore evidenza al “facile, al leggero, a ciò che non disturba e che accarezza il fruitore”…con un occhio sempre benevolo verso l’editore; e i più noti gruppi editoriali via internet, hanno affogato l’informazione dando il via libera in larga misura alla più insulsa diffusione di pseudo/pensieri in nome di una malintesa libertà di espressione.
Un intrico di vergogna offensiva e lasciva che mortifica sempre più l’incredulo e il benpensante, l’uno e l’altro impotenti e assuefatti. Uno specchio immeritatamente deformante la realtà dell’essere umano.
Semplificando: Basta gossip ed effimero. Urge deviare lo sguardo dai riflettori dell’intrattenimento superficiale e alienante; riportare l’agenda mediatica verso orizzonti di idee capaci di affrontare esigenze del tempo e sviluppo di contenuti che stimolino il pensiero critico e alimentino discussioni costruttive il cui fine ultimo sia promozione e conoscenza maggiori in campi oggi meno esplorati.
Cultura di qualità, dunque, imperativo di conquista per una coscienza civica all’altezza dei tempi.