La fiera delle parole perdute
Talk show
di Amanzio Possenti
Non c’è episodio che non provochi polemica politica. E’ poco esaltante constatare che lo scontro maggioranza-opposizione trova pretesti ovunque, sembra di essere sui social dove tutto e il contrario incontrano spazi e connesse frecciatine. Tanto che non si capisce più, nel guazzabuglio delle genericità, ciò che appartiene doverosamente alla politica o ancor meglio ai partiti, e ciò che può consentire motivo di coinvolgimento popolare al di là delle posizioni precostituite.
Leader e loro collaboratori o personaggi della cultura e del giornalismo lanciano dardi ricchi di critica che vengono subito raccolti e rispediti al mittente, è come un gioco boomerang.
Nei talk show Tv le polemiche ridondano e si accentuano, gli stimoli a discutere si moltiplicano.
Resta il pubblico che ascolta, se interessato, altrimenti cambia canale. Dove magari incontra altri esponenti che propongono la loro e il dibattito continua.
Emerge un elemento: da questi incontri-scontri verbali nessuno esce vittorioso.
I partecipanti se ne vanno alla fine con la rispettiva e ribadita idea proclamata, Tutto finisce lì con gli intervenuti rimasti nelle rispettive posizioni iniziali mentre la discussione ha magari rivelato altre possibili vie valutative.
E’ la bellezza della democrazia, si dice. Da qui l’accavallarsi dei dibattiti.
Il pubblico ? Ascolta, partecipa, valuta o si annoia? La risposta agli share.