22 giorni, 4 ore e 49 minuti primi
Katriin Dwyer Sullivan
Prima donna nello spazio
di Roberto Bonsi
Su questo numero, il primo del nuovo anno 2024 che sta compiendo i suoi primi vagiti, vi scriviamo di una donna davvero molto speciale, una donna oltremodo temeraria che ha fatta dell'avventura e dello studio scientifico la sua vita.
Lei è americanissima essendo nata nello Stato del New Jersey, conosciuto anche perché con i suoi confini affianca quello della "Grande Mela" ovvero lo Stato di New York con la sua sempre affascinante, trainante e viva grande metropoli da cui ha preso il nome.
Questa donna che pian piano andiamo a scoprire, comprensibilmente nel senso figurato del termine, è l'astronauta Katrin Dwyer Sullivan, la quale grazie alla sua prepazione in tale campo e per la sua grande forza di volontà pur mantenendo intatta la sua femminilità è stata la prima donna a fluttuare nel buio dello spazio eterno, dove appunto nel suo infinito sono condensati qua e là altri pianeti, stelle, galassie ed asteroidi, nonché come basi scientifiche, anche dei satelliti artificiali lanciati oltre la stratosfera dalle basi terrestri, compresi altri satelliti artificiali che girano di continuo attorno al nostro piccolo mondo, ma che ormai sono dei rottami nello spazio.
Rientriamo ora nel contesto della tematica che ci riguarda e che è apparsa poco dopo il nostro "incipit".
Katrin Dwyer Sullivan, chi è costei?. Per la maggioranza delle popolazioni della Terra è rimasta comunque una sorta di "Carneade", non avendo avuto in "grande stile" la "grancassa" dei media, poi di fatto l'essere donna (od uomo) che sia, nel suo concetto filosofico e metafisico di vita e nel suo mondo a volte animalesco, tende potenzialmente a raggiungere un vero e proprio oblio, questo dopo la popolarità del momento.
La Sullivan vanta, come donna, quel suo preciso e ben definito primato spaziale, ma noi non intendiamo come al solito si fa, "relegarla" a quel concetto inutile, ipocrita e meschino, definito: "Quote rosa", o renderla cosi atipica o addirittura straordinaria. Ora su questa pagina vi mostriamo quasi una "sinossi" sistematica della vita professionale di questa oggi ex-astronauta in quanto terminando il suo ciclo lavorativo e andata in pensione nel corso dell'anno 1978.
La Sullivan è stata una donna che dapprima ha volato nello spazio con quella sua prerogativa della quale abbiamo appena accennato, ma ha fatto ancora di più in quanto senza aver dati sicuri alla mano è stata anche la primissima donna a vedersi immersa nel punto marino più profondo della nostra Madre Terra, l' Abisso Challenger" (n.d.a.: Fossa delle Marianne) che si trova praticamente al centro dell'oceano Pacifico, e sappiamo che questo nome non gli si addice anche a causa delle "tempeste perfette" che si producono e si riproducono nel suo più che ampio ambito marino. Il battiscafo che la portò fino alla profondità di oltre 11 chilometri nel buio di questo oceano, si chiamava: "Limited Factor" e questo nome la dice lunga sui fattori che limitavano tale pressoché ardua impresa.
Ora però torniamo a fare ancora un lungo balzo nello spazio celeste scrivendo qualcosa su di lei, su questa donna dai "nervi d'acciaio". La Sullivan ha studiato "Scienze della Terra" presso l'Università della California", poi ha ottenuto il dottorato in geologia alla "Dalhosie University" di Halifax nella Nuova Scozia. La stessa ha compiuti tre lanci nello spazio. Ha ricevuto il "Rachel Carson Award" per il suo operato, e sempre su di lei hanno girato la pellicola: "The dream is alive" (l sogno è vivo).
Il suo primo lancio nella spazio è avvenuto il 5 ottobre 1984, mentre l'ultimo suo atterraggio porta la data del 2 aprile 1992. La sua effettiva presenza ed operatività sulla navicella spaziale che la ospitava assieme ad altri astronauti ha avuto il tempo di durata di 22 giorni, 4 ore e 49 minuti primi. La Sullivan è stata anche e per forza di cose un'apprezzata oceanografa, ed è stata anche un ufficiale della US-Navy (n.d.a.: La Marina Militare U.S A.). Ora che vive di piacevoli ricordi e con la fierezza di aver svolto missioni spaziali di primaria importanza e di un'esplorazione subacquea votata alla ricerca, si gode in santa pace la sua famiglia, tornando tra le gioie e le afflizioni quotidiane, quelle di ogni singola persona che nella sua pluralità diventa gente comune.