#342 - 16 dicembre 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
curiosità

Per volere dei Borbone

La Napoli - Portici

di Roberto Bonsi

I Borboni …, chi furono i Borboni?. Essi furono un ramo di altre due dinastie preesistenti: Borbone-Parma francesi e dei Borbone-Parma di Spagna. Qui nella nostra penisola vi fu il casato reale del Regno di Sicilia citeriore ovvero del Regno di Napoli, e quello del Regno di Sicilia ulteriore, definito anche solo Regno di Sicilia, ed i territori governati dai sovrani di queste due casate, nel corso dell’anno 1816 furono unificati in un sol regno proclamatosi: Regno delle Due Sicilie. Il fondatore del nuovo regno fu Carlo di Borbone, il quale nel corso della guerra di “Successione polacca” conquistò i due regni su citati e, per l’appunto, uniti in un solo Stato.

La Napoli - Portici

I Borbone in quel contesto regnarono sull’italico meridione dal 1734 al 1861, e quindi sino all’avvento della tanto ricercata Unità d’Italia. La dinastia borbonica stanziatisi così nella parte sud del Paese che poi vide la sua riunificazione, fece tante cose buone per Napoli ed il suo territorio circostante. Accendiamo, per così dire, la … “luce”, su queste zone, escludendo le altre già menzionate, per porre così alla vostra conoscenza una novità molto importante per quei tempi, senza però dimenticare che si era in piena epoca o meglio nei lunghi anni dove la “Rivoluzione industriale” viaggiava ormai a pieno e sorprendente ritmo. Una rivoluzione sociale, politica ed economica che per quanto riguarda ciò che andiamo a riferirvi era ben contraddistinta da ambedue i periodi della rivoluzione stessa, e sappiate che la terza Rivoluzione industriale iniziò dall’anno 1970 in poi.

I Borbone decisero di far costruire una strada ferrata per collegare la città di Napoli con la vicina Portici, e tutto questo per le consuetudini di allora aveva una sorta di quasi magico ed avveniristico senso. Re Ferdinando II° ebbe l’illuminata idea di commissionare tale linea ferroviaria che poi risulta essere la prima in assoluto almeno nell’ambito della nostra penisola. Sapendo che ancor oggi in Italia vi sono delle ferrovie secondarie o dei “rami secchi” delle stesse, usate perlopiù per il pendolarismo e per il turismo di breve e medio raggio, ricordiamo qui che tale ferrovia ebbe da subito un doppio binario, e che aveva una lunghezza di oltre sette chilometri, ed al giorno d’oggi il suo tracciato primario è inglobato nel tratto della Napoli-Salerno.

La Napoli - Portici

L’inaugurazione della Napoli-Portici ebbe luogo il 3 ottobre dell’anno 1839.
Il suo primissimo viaggio, quello inaugurale partì da Portici e fu con la locomotiva a vapore battezzata: “Vesuvio”, una locomotiva di costruzione inglese della serie: "Longridge" e da otto vagoni o carrozze, come dir si voglia.
Il sovrano succitato tenne la sua allocuzione ufficiale in lingua francese e nel corso del suo discorrere, parlò anche del suo auspicio che tale ferrovia potesse poi in seguito giungere sino al Mare Adriatico, e non solo.

La Napoli-Portici fu costruita dall’ingegnere francese Armand Bayard de La Vingtrie e dal suo omologo, ingegnere Fortunato de Vergès. La Napoli- Portici fu solo il primo tronco della più lunga: Napoli-Nocera Inferiore. Il viaggio, in questo caso, della Portici-Napoli durò poco più di dieci minuti, e la locomotiva dal peso di 13 tonnellate sviluppa una potenza di 65 cavalli vapore, tutto questo alla velocità di 50 chilometri all'ora. La locomotiva a vapore della quale stiamo scrivendo, …riposa ora nel caratteristico “Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa” che si trova nei pressi di Napoli, e che rimane un luogo da visitare con estrema attenzione, come del resto tutte quante le avvincenti ed attanaglianti beltà napoletane.

La Napoli - Portici

Napoli con la sua bellezza da cartolina illustrata e con le sue problematiche perenni, è sempre e comunque una città da amare, noi diremmo quasi follemente. La ferrovia della quale abbiamo fin qui scritto ebbe anche un suo trascorso strategico-militare. Ah, le care e vecchie locomotive a vapore tanto “celebrate” nelle pellicole cinematografiche, specie nei films Westerns, nelle canzoni per bambini e non solo loro, nei saggi, nei romanzi, e così via … "sferragliando". Le locomotive in questione, almeno qui in Italia sono andate in pensione nel corso dell’anno 1976, e al di là del Museo di Pietrarsa, se per caso vi recate in quel di Trento od anche vi transitate, vedrete in un binario morto, una bella ed ancor oggi fiammante locomotiva a vapore, della quale sarebbe ottimale poter approfondire le caratteristiche tecniche peculiari, e sopra ogni cosa, la sua, si crede, avvincente storia di viaggi.
Noi che amiamo la locomozione ferroviaria della quale spesso ci serviamo, non abbiamo ora che un solo modo per ringraziarvi della vostra cortese attenzione, se non lanciando come suono onomatopeico il classico e caratteristico nonché augurale“Ciuff, ciuff” di ogni treno o meglio di ogni locomotiva a vapore del tempo che fu.

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