#342 - 16 dicembre 2023
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Cinema

I dimenticati - Una iniziativa di "Diari di Cineclub"

Matti Pellonpaa

I dimenticati - 103

Di Virgilio Zanolla

Il cinefilo italiano non professionista cosa conosce del cinema finlandese? I nomi di Karl Emil Ståhlberg, Erkki Karu, Risto Orko, Toivo J. Särkkä, Yrjö Norta, Nyrki Tapiovaara, Edvin Laine, Pekka Parikka, Jaakko Pakkasvirta, Valentin Vaala, Erik Blomberg - e fermiamoci qui - gli dicono qualcosa? Non ho elementi per suffragare questo dubbio, ma coltivo il maligno e fortissimo sospetto che chi segue il cinema scandinavo sia più ferrato sui registi delle ultime generazioni: per intenderci, quelli più presenti (e possibilmente premiati) nei festival, come ad esempio il bravissimo Juho Kuosmanen; uno stato di fatto che è d’altronde perfettamente logico. Per gli attori le cose non vanno in modo molto diverso, ma è consolante pensare che nell’ultimo mezzo secolo il cinema finnico ha messo in mostra una cospicua serie d’interpreti di vaglia.

Matti Pellonpaa

Uno di questi, e dei più dotati, è stato senza dubbio Matti Pellonpää. Attore, musicista e cantante di successo, Matti Kalervo “Peltsi” Pellonpää era nato ad Helsinki il 28 marzo 1951, secondogenito di Helmeri, un costruttore, e di Bertha Nurmiren, direttrice di un negozio. Il ramo paterno della sua famiglia era molto amante della musica: lo stesso padre di Matti in gioventù era stato membro di un’orchestra amatoriale.
Bimbo dalla salute piuttosto fragile, Matti si appassionò al teatro: una predilezione condivisa con Pori Hannu Müller, suo amico d’infanzia e anch’egli futuro attore. Dopo aver frequentato la scuola pubblica nel quartiere di Kaisaniemi, nel ’62 Matti esordì nello spettacolo appena undicenne, partecipando come attore alla Children’ Radio per la compagnia televisiva dello stato YLE. Più tardi, allievo al Toisene Lyseo, si segnalò subito per la sua ironia contestataria: e poiché gl’insegnanti dell’istituto erano tutti accesi anticomunisti, si divertì a incollare alcune foto di Stalin sulle pareti della scuola.

Matti studiava recitazione al Kellariteatteri, e per conseguire una parziale indipendenza economica lavorava come venditore di librerie. Nel ’73 entrò nella Scuola di Teatro, la frequentò per quattro anni e vi conobbe e strinse amicizia con molti, come lui, futuri grandi attori finlandesi, tra cui Kari Väänänen, che impressero un nuovo corso alle tradizioni sceniche finlandesi. La sua specialità era fare scherzi, mostrare la propria abilità nei trucchi manuali, e fare il ‘provolone’ con le ragazze. Fu molto apprezzata la sua prova nel ruolo di un anziano custode ne Il crimine del signor Lange, un allestimento tratto dall’omonimo film del ’36 firmato da Jean Renoir e Jacques Prévert e rappresentato per dodici volte nel Tikapuuteatteri, il teatro didattico della Scuola.

Matti Pellonpaa

Tra il 1977 e l’83 ebbe luogo la carriera teatrale del nostro attore: il quale lavorò per il Teatro Comunale di Helsinki, il Group Theatre, il KOM Theatre e l’Intimiteatteri, apparendo in diversi allestimenti tra cui il dramma Milite ignoto di Jouko Turka, che rappresentato tra il 1979 e l’81 fece registrare l’affluenza di oltre 74.000 spettatori. Pare che in palcoscenico Matti mostrasse un carattere irascibile, male adattandosi al lavoro di gruppo, senza contare che non amava le produzioni di lunga durata. Ai primordi degli anni Ottanta egli studiò un anno all’Accademia delle Arti e del Design, interessato soprattutto alla fotografia.

I suoi primi rapporti col cinema risalgono a molti anni prima, addirittura al ’62, quando appena undicenne apparve in un piccolissimo ruolo nel film Pojat di Mikko Niskanen; sette anni dopo ottenne un altra modesta parte nel cortometraggio drammatico Ampumarata di Eila Kaaresalo-Kasari (’69). Ma il suo vero esordio avvenne nel 1970, interpretando Valdemar Leppänen, un giovane eroicamente caduto in guerra, nel dramma Akseli ja Elina di Edvin Laine. Negli anni Settanta Matti prese parte solo ad altri quattro film: il motivo si spiega anche con la grande crisi attraversata allora dal cinema finlandese, che nel ’74 giunse a produrre solo due lungometraggi; solo nel decennio successivo l’afflusso di cospicui finanziamenti statali riassestò pian piano la situazione dell’industria nazionale della settima arte.

Matti Pellonpaa

Nell’81 egli conobbe i fratelli Mika ed Aki Kaurismäki, due giovani e promettentissimi registi destinati a fare di lui il loro attore-feticcio: con essi infatti lavorerà in ben diciotto film, sette con Mika e undici con Aki. Cominciò quell’anno stesso con Mika in Valehtelija, una commedia drammatica dove ebbe una parte di fianco. Seguirono, sempre diretto da Mika, il cortometraggio fantascientifico Jackpot 2 e il lungometraggio drammatico I buoni a nulla, noto anche come I senza valore (Arvottomat), entrambi dell’82; dove nel secondo, che venne accolto con molto successo, impersonando un lavapiatti implicato con la mafia Matti inaugurò la prima di una discreta serie di figure di ‘perdenti’. Nell’83 iniziò la sua collaborazione con Aki, interpretando un ruolo secondario nella versione modernizzata di Delitto e castigo (Rikos ja rangaistus), tratto dal romanzo di Dostoevskij. Altro buon esito ottenne nell’84 nel poliziesco Klaani – tarina Sammakoitten suvusta di Mika, vestendo i panni di Ritsari, un piccolo criminale. Mentre nel successivo Calamari Union di Aki (’85), una pellicola ‘underground’ almeno nelle intenzioni del regista, Matti saltò a pié pari nel genere della commedia drammatica, a lui tanto consona anche perché inframmezzata di brani musicali: giacché fin dai primi anni Settanta egli si esibiva come batterista e cantante nella Scuola di Teatro, e nell’85 pubblicò l’album di musica per bambini Jurtzantaa!, con motivi divenuti popolari come la canzone Keke Rosberg formula rock, inoltre dall’89 fino alla morte fu il frontman della band Peltsix. In un’altra commedia drammatica, Ombre nel paradiso (Varjoja paratiisissa, ’86), di Aki, egli ottenne la parte del protagonista Nikander, un tormentato netturbino, ed ebbe come partner nei panni della cassiera di supermercato Ilona la bravissima Kati Outinen, attrice-feticcio anch’ella del regista: il film, giudicato dalla critica il primo della cosiddetta ‘trilogia dei perdenti’ di Aki, impose definitivamente sia il talento dei due interpreti che la genialità del più giovane dei due fratelli Kaurismäki, al punto che, come già Mastroianni con Fellini, Matti si trovò ad essere l’alter ego cinematografico di Aki. Il quale nell’87 lo diresse nella commedia drammatica Amleto si mette in affari (Hamlet liikemaailmassa), dove il Nostro rivestì il breve ruolo di una guardia di sicurezza, e l’anno successivo lo volle a impersonare Mikkonen - un altro personaggio di fianco, ma di ben altro spessore - nel dramma romantico Ariel, che ottenne riconoscimenti e grandi consensi anche all’estero.

Matti Pellonpaa

Nell’89 Matti interpretò il protagonista Matti Ojanperä, un attempato ubriacone senzatetto, nella commedia di Mika Cha Cha Cha. Lo stesso anno, il fratello Aki lo volle a protagonizzare il suo Leningrad Cowboys Go America, una commedia musicale nella quale impersonò il manager Vladimir Kuzmin, che tuttavia fu poco apprezzata da critica e pubblico. Nel successivo Papertähti di Mika ebbe invece un ruolo secondario, quello di un cliente del ristorante. Nel ’91 lo stesso regista lo volle a impersonare Harri nel drammatico e musicale Zombie ja Kummitusjuna, storia di un altro ‘perdente’, un bislacco e sregolato bassista troppo amante della bottiglia. Il film ottenne diversi riconoscimenti, ma non ebbe grandi riscontri da parte del pubblico. Matti tornò protagonista nel film di Aki Vita da Bohème (Boheemielämää, ’92), nei panni del pittore albanese Rodolfo, con Evelyne Didi nella parte di Mimì. Come s’intuisce, il soggetto era tratto assai liberamente dal romanzo Scenes de la vie de bohème di Henri Murger; il film, che vedeva tra gl’interpreti in ruoli di fianco anche Jean-Pierre Léaud, André Wilms, André Penvern, i registi Samuel Fuller e Louis Malle e lo scrittore e avventuriero Simon Murray, ottenne due premi agli European Film Awards di quell’anno, a Matti quale miglior attore protagonista e a Wilms quale miglior attore non protagonista; per il suo ruolo Matti poi ottenne anche il premio Felix. La prova del Nostro fu in effetti egregia: Kari Väänänen, che interpretò Schaunard, osservò che nella sua prestazione non si riscontra «la minima vanità: ciò che conta è come appare il personaggio nella foto, non ‘come appaio io’»; definendo pittorescamente il collega «il più sorprendente organismo a base di carbonio che questo pianeta abbia mai prodotto». In realtà, nei personaggi che Matti incarnava c’era fin troppo di suo; uomo senza problemi di ego, egli amava visceralmente confondere la sua vita coi suoi personaggi: viveva spesso come un bohémien e soleva recitare ponendosi davanti alla macchina da presa indossando gli stessi suoi vestiti.

Nel ’93 Matti indossò i panni di Dimitri nel film di Mika The Last Border - viimeisellä rajalla, una vicenda di fantascienza post-apocalittica. Tornò protagonista l’anno successivo nel road movie di Aki Attenta al foulard, Tatjana (Pidä huivista kiinni, Tatjana), una commedia romantica di produzione finnico-germanica ambientata negli anni Sessanta, in cui è Reino, lavorante di un’autofficina che con l’amico Valto (Mato Valtonen) intraprende un viaggio senza una vera mèta, basato soprattutto su grandi bevute di vodka e caffè; i due incontrano però due donne sovietiche, Klavdia (Kirsi Tykkyläinen) e Tatjana (Kati Outinen), che con la loro intrigante presenza ‘minacciano’ il loro scombussolato percorso. L’ultimo personaggio cinematografico di Matti fu il Vladimir Kuzmin della commedia musicale e drammatica Leningrad Cowboys Meet Moses (’94) di Aki, sequel non meno demenziale e divertente di Leningrad Cowboys Go America, con la band dei Leningrad Cowboys dapprima trasferita in Messico, quindi di ritorno in Europa e diretta in Siberia, nuova ‘terra promessa’ dello scombicchierato gruppo musicale. Pare incredibile, ma sia il primo che il secondo film non ottennero apprezzamento dalla critica e neppure dal pubblico di casa.

Matti Pellonpaa

Naturalmente, fino ad allora il nostro attore aveva lavorato anche per altri registi: per esempio, più volte con Anssi Mänttäri, con esiti anche salienti come nel drammatico Regina ja miehet (’83) e nel dramma musicale Kuningas lähtee Ranskaan (’86); con Matti Ijäs nella commedia del crimine Räpsy ja Dolly eli Pariisi odottaa (’90), dove fu il protagonista Räpsy, ottenendo quello stesso anno il premio Jussi quale miglior attore; e una volta col regista, sceneggiatore e musicista statunitense Jim Jarmusch in Taxisti di notte (Night on Earth, ’91), un film a episodi dove Matti apparve nel quinto, Helsinki, impersonando un taxista e dividendo la scena con Kari Väänänen, Sakari Kuosmanen e Toni Salmela; tra gli altri interpreti della pellicola, Gena Rowlands, Winona Ryder, Beatrice Dalle e Roberto Benigni. Prese parte anche ad alcuni cortometraggi: opere di vario genere, talvolta apertamente satirici come Rocky VI (’86) di Aki Kaurismäki, parodia del film Rocky IV di Stallone; ne scrisse e diresse uno nel ’94, Viimeinen Ilta, con Birgitta Ulfsson nei panni di un’anziana cameriera al suo ultimo turno, in rapporto con la variegata clientela del bar in cui serve. Fu discreta anche la sua carriera di attore in tv, che a partire dal 1990 l’ha visto partecipare più che onorevolmente a serie e miniserie, commedie, tragicommedie e film televisivi. Ne è da trascurare la sua attività di doppiatore e, come s’è anticipato, il suo contributo attoriale in decine di programmi radiofonici.

Nel ’95 Aki Kaurismäki pensò a Matti quale interprete del quattordicesimo lungometraggio che si apprestava a girare, Nuvole in viaggio (Kauas pilvet karkaavat, ’96): la storia di una coppia di coniugi che, perso entrambi il lavoro, faticano per rimettersi in sesto. Essendo stato ‘prenotato’ per la lavorazione, il Nostro chiese e ottenne un lauto anticipo, grazie al quale poté pagare tutti i non pochi debiti che aveva in giro. Circostanza singolare: perché assolse al suo ultimo debito il 13 luglio 1995, e quello stesso giorno, colpito da infarto mentre si trovava a Vaasa, sul golfo di Botinia, morì all’età di quarantaquattro anni, tre mesi e quindici giorni; pare soffrisse fin dall’infanzia di un difetto cardiaco. La sua parte andò all’amico e collega Kari Väänänen, in coppia con Kati Outinen. Primo film della cosiddetta ‘trilogia della Finlandia’ del regista, Nuvole in viaggio riscosse uno straordinario successo: basti dire che solo in Europa venne visto da oltre mezzo milione di spettatori; in esso Aki volle ricordare l’amico scomparso con un singolare cameo: appese una sua fotografia nella casa dei coniugi, inquadrandola alle spalle della protagonista.
Matti Pellonpää venne sepolto ad Helsinki, nel cimitero di Malmi, dove per tradizione, i visitatori che vengono per la prima volta a vedere la sua tomba portano con loro una bottiglia di ginger Koskenkorva vuota, con dentro un fiore. Nel ’96 la sua effige è apparsa su un francobollo che celebrava il centenario del cinema finlandese. Nel 2011 Janne Kuusi ha diretto Boheemi elää, un documentario sulla vita del nostro attore.

Matti Pellonpaa

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