#341 - 2 dicembre 2023
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte di martedi 31 dicembre quando lascerà il posto al n° 359 - mercoledi 1° dicembre 2025 - CORDIALI AUGURI DI BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 24

di Ruggero Scarponi

-Amin ritorna alla casa paterna per riabbracciare gli anziani genitori

Dopo che Kalina si fu ristabilita, Amin decise di riprendere il cammino. Ma la bella Manshay con la fedele Nazhira e la giovane cortigiana che molto le si era affezionata restarono presso il pozzo di yebbaq per dare degna sepoltura al mercante bandito Tratush. Amin e i suoi giunsero quindi alla casa paterna e provarono grande meraviglia nel trovarla vuota. Allora Quemosh che ben ne conosceva la ragione indicò il capanno dove era ricoverato Rudash con il resto della famiglia. Non ne chiese il motivo Amin, avendolo immediatamente compreso, così come non chiese di come i suoi fratelli fossero caduti in schiavitù. Ma una smorfia di disappunto gli si disegnò sul viso quando si rese conto che i fratelli maggiori non avevano avuto il coraggio di confessare i loro misfatti.
Entrarono dunque nel capanno e vi trovarono Betelian, ai piedi del giaciglio dove si trovava coricato il suo sposo, il vecchio Rudash. Costui nel vedere Amin e Kalina ebbe come una scossa. Si sollevò dal lettuccio e allargò le braccia per accogliere i figli. Quemosh e Bashir aspettavano fuori della porta non avendo il coraggio di presentarsi ai genitori.
Quando Rudash poté stringere a sé Kalina, avrebbe voluto parlare e dirle tante cose ma fu sopraffatto dalla commozione e la giovane figlia gli fece cenno di tacere, per non affaticarsi, mentre, curva su di lui, gli accarezzava la bianca capigliatura. Betelian, allora, li informò che le sorelle avevano deciso di seguire Yabel che li aveva visitati il giorno prima e si trovavano presso la sua dimora, al tempio Karashan. Amin fece entrare i fratelli che si prostrarono di fronte agli anziani genitori supplicandone il perdono. Rudash con le lacrime agli occhi prese la mano di sua moglie Betelian e insieme alla sua la impose sul capo dei quattro figli in segno di riconciliazione e benedizione. Allora Amin che era il più giovane dei figli ma anche il più vigoroso annunciò al padre di volerlo portare in salvo nella città. Ma Rudash sentendo di essere ormai giunto alla fine del suo cammino chiamò a sé la sua sposa, tutti i figli e Kalina, la più amata e dolcemente si assopì per risvegliarsi poco dopo al cospetto della Sacra Prediletta tra tutti gli dei Naor, nei suoi sempreverdi giardini, illuminati dalla luce dorata della stella degli infiniti orizzonti.

-In cammino per i sotterranei sentieri delle grotte Nascoste-Storia di Yamilla e della maga Sharna

Amin, per i suoi trascorsi nella banda di Tratush, conosceva molti luoghi segreti nei territori compresi tra la città di Shawrandall e il deserto di Kor. Stimò che per entrare nella città, oramai completamente cinta d’assedio, non vi fosse altra possibilità che attraverso gli angusti sentieri delle grotte Nascoste. Il percorso era difficile e costellato di molti pericoli, ma era l’unica strada possibile. E così, Amin e i suoi compagni, si diressero a oriente del pozzo di Yebbaq, fino ad una collinetta chiamata il Sepolcro della Strega o anche la Coppa di Yamilla, per la sua particolare forma, legata a una vecchia leggenda. In quelle selve infatti, si narrava, avesse un tempo dimora Dara, una giovane ninfa innamorata del pastore Kudrai. Costui era però stato promesso da suo padre alla figlia del suo padrone, la giovane Yamilla. Kudrai scongiurò suo padre di lasciarlo libero di vivere felice nelle selve con la sua adorata ninfa. Yamilla, allora, che non voleva rassegnarsi a perdere il grazioso pastorello, di cui si era invaghita, si rivolse a Sharna una strega dei boschi che odiava le ninfe della dea silvestre Borea, perché con un incantesimo impedisse l’amore tra Kudrai e Dara.
Passato un certo tempo, pensava Yamilla, il giovanetto si sarebbe rassegnato e non si sarebbe più sottratto alle nozze. Sharna, intanto, strinse un patto con la ragazza e con una magia, imprigionò le belle ninfe, trasformando la selva in una foresta di rovi impenetrabili rendendo impossibile a Dara e Kudrai d’incontrarsi. A quel punto Yamilla tentò in ogni modo di sedurre il pastorello. Ma proprio allora, la maga Sharna si presentò alla giovane ricordandole il patto concluso. La strega, infatti, in cambio dell’incantesimo, aveva richiesto il cuore sanguinante del più prezioso tra i suoi agnelli. Yamilla, certa di esaudire la richiesta prese un pugnale e si recò nell’ovile, per uccidere l’agnello che la strega stessa le avesse indicato. Ma Sharna, accennando a Kudrai, intento al pascolo, poco distante, disse che era quello l’agnello designato. Allo sbigottimento della fanciulla ribatté che Kudrai, nell’antica lingua, significava agnello e lei non aveva mai specificato di quale agnello avesse richiesto il sacrificio. Sharna ne bramava il cuore che se le fosse stato offerto dalla stessa innamorata, secondo le antiche formule magiche, le avrebbe consentito di carpire il segreto dell’eterna giovinezza. Un tempo infatti, Sharna era stata una bellissima fanciulla. Ma con gli anni la bellezza era svanita ed ora odiava le ninfe delle selve che per volere divino mantenevano inalterata nel tempo la loro avvenenza. Yamilla, naturalmente, era sconvolta e sulle prime oppose un netto rifiuto. Allora Sharna, con ghigno feroce, le ricordò che se non avesse mantenuto il patto, le avrebbe strappato il cuore dal petto con le sue stesse mani. Yamilla piena d’angoscia chiese un’ora di tempo per poter riflettere e quindi si ritirò nelle sue stanze. Mentre Shanrna attendeva il suo rientro, Yamilla, sconvolta per quello che aveva fatto, prese una coppa contenente un potente veleno e la bevve.
Morendo Yamilla, fece decadere l’effetto del sortilegio, liberando così le ninfe dalla loro prigione. Sharna, poi, che aveva mentito rispetto al patto non avendo il diritto di pretendere il cuore della fanciulla, appena si rese conto di quanto era avvenuto, subito si dette alla fuga per evitare la vendetta dei parenti. Ma quelli, appena rientrati a casa scoprirono subito il corpo di Yamilla riverso sul pavimento della sua stanza con accanto la coppa avvelenata. E mentre si arrovellavano cercando di comprendere cosa fosse avvenuto riuscirono a cogliere le ultime parole della fanciulla prima che tra penosi rantoli rendesse l’anima all’Eterno.
Messi al corrente del malefico piano della strega si misero ad inseguirla. Sharna tentò di nascondersi nel folto di una selva, senza avvedersi di essere spiata dalle ninfe che desideravano ardentemente punirla per la sua malvagità. Dara, infatti, abile nel tiro con l’arco, la prese di mira e con un dardo le trafisse il cuore. Quando giunsero i parenti di Yamilla vollero che la strega fosse sepolta sotto un alto tumulo a forma di coppa, per ricordare il sacrificio della giovane Yamilla che per amore si era suicidata.
(continua)

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