#340 - 18 novembre 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
letteratura

IL romanzo di Alberto Moravia scritto a 21 anni

Gli indifferenti

Sara Bernabei rilegge i capolavori di grandi autori

Alberto Moravia scrisse “gli Indifferenti” tra l’ottobre del 1925 e il marzo del 1928 per poi pubblicare il romanzo nel 1929.
Si tratta del primo romanzo dello scrittore romano che all’epoca aveva circa ventuno anni.

Gli indifferenti

Da sempre affascinato dal teatro, all’inizio Moravia voleva scrivere una tragedia, ma poi, affascinato dal romanzo (che a quell’epoca stava subendo una crisi), decide di scrivere un romanzo sotto forma di tragedia.
Anni cruciali, siamo in pieno periodo fascista. Tuttavia non si fanno mai riferimenti espliciti al periodo. Esso è tacito ma la vicenda ne è impregnata. L’atmosfera trasuda decadenza da ogni angolo. Pochi ambienti, arredati e abbastanza squallidi.
Alcuni critici hanno affermato che con questo romanzo Moravia uccide definitivamente quei valori borghesi per altro già in crisi.

Per quanto riguarda la letteratura, Moravia viene influenzato dal decadentismo (angoscia e male di vivere), realismo e naturalismo (descrizione minuziosa degli ambienti e ritratto della borghesia decadente), modernismo (flusso di coscienza, psicoanalisi, valori ottocenteschi ormai decaduti, nascita del romanzo, drammatico e teatrale) e esistenzialismo (ricerca dell’esistenza umana). I suoi modelli letterari risultano essere Flaubert, Zola, Joyce, Svevo, Pirandello, Sartre e Camus.

E’ uno stile introspettivo, molto descrittivo, psicologico, teatrale, drammatico che indaga sulla situazione borghese (ad esempio, questo è incarnato nel personaggio di Maria Grazia che disprezza i nuovi arricchiti).
Il flusso di coscienza delinea la psicologia di ogni personaggio, l’autore entra nelle loro menti, ne carpisce il pensiero e lo modella secondo le loro esigenze. Sicuramente è ancora uno stile legato al rigore della punteggiatura che tra l’altro non abbonda.
I personaggi assomigliano a degli attori di una commedia e Moravia è colui che ne tira le fila - lo sceneggiatore.

Lo stato d’animo dei personaggi riflette il tempo in cui gli intellettuali devono stare in silenzio e sono frustati (Michele vorrebbe essere diverso, migliore e non ci riesce), i nuovi borghesi arricchiti, i capitalisti spregiudicati (Leo), i nostalgici dei bei tempi andati (Maria Grazia). Carla invece rappresenta la donna senza prospettive, la donna non trattata come tale ma come oggetto di desiderio, la brava ragazza che si deve sposare e metter su famiglia contro l’oscillante peso di diventare una ragazza facile. Alla fine lei incarnerà la prima opzione.

Gli indifferenti

La vicenda si svolge in due giorni quasi interamente nella villa di famiglia, a casa di Lisa e a casa di Leo.
Casa di Maria Grazia, la madre, Carla e Michele i figli.
La madre ha una relazione da quindici anni con Leo Merumeci, un imprenditore, un capitalista (metafora dell’uomo del tempo). I rapporti però ora sono tesi, freddi, litigano in continuazione e davanti a Carla e Michele mascherano la relazione nonostante essi sappiano.

I personaggi sono tediati dalla normalità, dalla routine che uccide le loro vite, oscura e cancella le loro personalità ma non sanno come tirarsene fuori e, nel corso del romanzo, si prospetta la tensione a cercare nuovi sbocchi, una nuova vita in contrasto alla pigrizia del cambiamento. Hanno paura di fare un passo verso l’ignoto, un cambiamento e questa paura li attanaglia talmente tanto che alla fine nulla sarà diverso.

Chi proverà a ribellarsi contro lo stato delle cose sarà Carla nel giorno del suo compleanno. Si arrabbia a tavola, è stufa della vecchia vita, delle vecchie abitudini, del fatto che la madre e Leo litigano in continuazione. Tuttavia non riesce a tirar fuori tutta sé stessa e ritorna nelle vecchie abitudini e all’indifferenza. D’altro canto, Michele, conscio del fatto di voler cambiare, vorrebbe schiaffeggiare Leo che gli ha dato del buffoncello ma non ce la fa, qualcosa glielo impedisce. Inoltre inconsciamente è geloso dell’uomo, della sua sicurezza con le donne, del fatto che sa quello che fa e del suo carattere così asettico.

La casa è stata ipotecata da Leo e l’unico modo per disfarsi dell’uomo è di venderla o metterla all’asta e di comprare una casa più piccola. Maria Grazia però è terrorizzata all’idea di perdere tutte quelle abitudini, i ragazzi sono attratti da questo cambiamento per iniziare una nuova vita e Leo preoccupato perché sa che se vendono la casa all’asta scopriranno il vero valore che è di gran lunga superiore a quello che gli ha fatto credere lui. Così lui cercherà in tutti i modi di dissuadere Maria Grazia e alla fine arriva a chiedere la mano a Carla.

Gli indifferenti

Michele è un intellettuale. Studia all’università, ma capisce che non si può cambiare quindi è frustato (sentimento del tempo). Vorrebbe togliersi di mezzo Leo, lavorare per conto suo ma alla fine sfrutta il fatto che la sorella sposi l’uomo per avere una posizione da lui.
Potrebbe essere considerato un prototipo di inetto.
Michele vorrebbe provare qualche emozione ma è bloccato, nuota nella sua indifferenza. Vorrebbe anche dibattere con Leo, ergersi su di lui ma non ci riesce, è debole, preferisce rimanere nella sua indifferenza.
Maria Grazia teme che Leo abbia di nuovo una relazione con l’amica Lisa, vecchia fiamma e quindi si mostra gelosa con lui, fa delle scenate. Invece Leo è attratto da Carla la quale vorrebbe iniziare una nuova vita, decide di darsi a Leo ma poi capisce che lui non la ama, che la tratta con un oggetto e di questo ne è triste. Anche lei risulta essere frustata.

Lisa (d'altro canto) ha un debole per Michele, lo invita da lei con un pretesto di lavoro per andarci a letto ma il ragazzo prova disgusto per la donna ormai avanti negli anni. Tuttavia non sa come dirglielo e alla fine le dice di no.
E’ come se fosse vincolato a Lisa perché sente che gli manca dell’affetto materno. Carla si sente attratta da Leo perchè le manca l’affetto paterno.

Leo è l’affarista del tempo, il borghese capitalista a cui interessano esclusivamente i soldi e il sesso. Cinico, freddo, ironico, avvenente. Mette le mani su Carla non perchè la ami ma per il semplice desiderio maschile e quando il giorno del compleanno della ragazza non ci riuscirà perchè lui l’aveva fatta ubriacare, va da Lisa la quale lo respinge e sono sorpresi da Michele.

Maria Grazia, estremamente gelosa, fa delle frecciatine a Lisa riguardo a Leo. Lisa le assicura che invece tra loro è completamente finita ma Maria Grazia non le crede.

Gli indifferenti

Lisa però non le dice che il giorno prima aveva sorpreso Carla sulle gambe di Leo.
Michele va da Lisa per dirle che vorrebbe amarla ma non ci riesce, le fa capire che tra di loro non può esserci una relazione. Inoltre le confessa che sa della relazione della madre con Leo ma che anche qui vorrebbe provare disprezzo eppure non ci riesce.
Lisa allora confida a Michele ciò che ha visto il giorno prima. Il ragazzo vorrebbe essere geloso, arrabbiato ma invece tutto ciò che riesce ad essere è indifferente.
Quindi fa finta di avere un accesso d’ira con Lisa e le dice che lo va ad ammazzare. Lisa non gli crede perchè sa che non è capace di farlo. Nel Capitolo XV si raggiunge il climax della vicenda.

Michele infervorato, crede lui stesso alla sua finta ira, va a comprare una rivoltella e si immagina il momento in cui spara a Leo. Immagina di salire le scale, di entrare dentro la sua casa e di spararlo con due colpi netti. Immagina il suo processo, la deposizione di Lisa, sua madre e di Carla.

Va da Leo, credendo che ci sia anche Carla con lui, e gli spara ma l’arma è scarica. Leo si ripara dietro una sedia e Michele, in preda all’ansia, cerca di caricare l’arma con il proiettile ma Leo lo ferma. Momento di colluttazione tra i due finchè effettivamente Carla entra in scena vestita in fretta.

Tra i due fratelli scoppia una lite, nella si nota tutta la loro angoscia. E Leo li guarda, gretto e capisce che l’unico modo per non perdere il controllo su quella famiglia e la villa è di sposare Carla. Lei è titubante anche perchè Michele le dice di no.
All’inizio la prospettiva di diventare l’amante di Leo la alletta. Nuova vita, nuova casa, nuovi abiti, vacanze, lusso.

Gli indifferenti

Poi pian piano capisce che non è contenta, che è una trappola che quella relazione è solo un altro filo per legarla ancora di più alla vecchia vita, alla vita di sempre. Sa che Leo non l’amerà mai ma non gliene importa più di tanto. Sa che lui la tradirà ma sa anche che non c’è via d’uscita. Dice a Leo che ci deve pensare.
I due fratelli se ne vanno e prendono un taxi dove parlano ancora, Michele le confida il suo stato d’animo tormentato. Le confida anche che aveva pensato per un momento di far accasare la fanciulla all’uomo per salvare la sua posizione. Lei è mezza disgustata.

Alla fine tornano a casa, devono attendere a un ballo in maschera. La madre è lì ad aspettarli, ignara di tutto quanto e fa mascherare Carla.
Poco prima lei dice a Michele che sposerà Leo e che ne parlerà alla madre il giorno dopo.
E le cose torneranno come prima e la possibilità di cambiamento sarà definitivamente sfumata.

Molto bello, lo consiglio a tutti coloro che amano i classici, chi si sente ispirato dall'esistenzialismo e chi vuole avere uno sguardo esaustivo dell'Italia di fine anni 20'.

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