#337 - 7 ottobre 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Personaggi

In occasione del 4 ottobre festa del Santo

Francesco di Assisi

di Dante Fasciolo

Come è difficile scriverti, Francesco.
Il groviglio dei pensieri e le opere dei giorni
imprigionano gli uomini del nostro tempo,
e lo spazio loro riservato è distante e dissimile
dallo spazio che occupa la tua mente e il tuo cuore.

Il labirinto della vita, oggi, obbliga il transito
sui sentieri impervi dell’arrivismo,
della superbia, dell’affermazione sull’altro,
e nega l’uscita verso la verità
che germoglia nella semplicità della tua vita.

Perfetto è l’assioma che rovescia il detto.
In te, l’abito fa il monaco
e il tuo saio sdrucito e rattoppato
è lo specchio impietoso delle nostre coscienze
che annaspano nel pozzo dell’ignavia.

Barlumi di resipiscenza di tanto in tanto
stringono il nodo di sottile filo che ci lega ancora
alla natura e alla bellezza che ci circonda…
ma come è facile incrociare di nuovo
le inestricabili vie delle nostre aride città.

Non interpellano più i nostri sentimenti
gli uccelli che annunciano l’alba,
e ai quali tu parlavi e davi lezioni di bon ton;
e facile è schivare i poveri abbandonati sui selciati,
così simili al lebbroso che tu abbracciasti.

Come è difficile scriverti, Francesco,
e come lo è seguirti irrefrenabilmente,
anche quando il cuore accelera il suo battito
e sembra voler uscire dal corpo e ribellarsi,
per testimoniare te e il talento che hai impresso alla vita.

Francesco di Assisi

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