#336 - 23 settembre 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Cultura e Società

Fare come

di Amanzio Possenti

Fare come

Il verbo ‘fare’ è il più usato in assoluto. Tutti lo utilizziamo, almeno se sospinti da un desiderio, quello di realizzarci. Poichè il fine sembra essere questo, fare per dimostrare a noi stessi che in questo gesto stiamo percorrendo la strada che ci è congeniale. In caso diverso ci sentiremmo un po’ oziosi e un po’ ’inutili’. La psiche ci aiuta ma ci fa subito capire che non basta ‘fare’, occorre andare oltre impegnandocisi sul’ come fare’. E’ questo il vero criterio.

Il ‘come’ dà senso alla vita e sprona verso risultati confortanti. Perchè significa aver fatto una scelta, quella di un bene creduto e proposto al prossimo, non dovendosi e non potendosi mai dimenticare dell’altro, con il quale e verso il quale si ‘fa’, ossia si agisce. La qualcosa comporta la ricerca di un bene da condividere, poichè non si è mai soli nel fare, e il come si fa diventa un indicatore decisivo.
Se il ‘come ‘ è dunque lo spartiacque del comportarci, vengono meno le troppe autoassoluzioni con le quali giustifichiamo le nostre azioni. Non è giusto né accettabile chiamarsi fuori da regole che guidano rapporti capaci di donarci serenità, non ansia di avere o di dominare.

Fare come

Vediamo ogni giorno in tutti i campi, dalla politica al costume, dalla cultura alla società, dal lavoro al riposo, dalla famiglia ai rapporti umani, che il fare imperversa spesso noncurante dell’altro, poiché domina il se stesso, il proprio risultato, la singolare affermazione, la possibilità di raggiungere in qualsiasi modo l’esito prefissato.
Insomma la coscienza di un fare che poco considera il valore di tutti e di ciascuno.
Accade che ci lamentiamo poiché magari qualcosa che abbiamo dato per scontato a nostro favore, d’un tratto ci appare diverso, nemico e ci restiamo male. E’ evidente che finchè nutriremo il ’fare’ senza proporci il ’come’, non potremo sperare che tutto proceda liscio. Succede spesso nei rapporti interpersonali, quando non è presente il criterio del ‘fare bene’ e domina quello del far valere se stesso.
Senza associare, con convinzione e disponibilità, il proprio ’io’ all’’ego’ altrui ripromettendoci di ricercare il bene di tutti, tra amore e perdono, persevereremo in una società, poco cristiana, costruita su se stessa, privata dei Valori che ‘fanno’ la vita non solo di sé.

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