Dalle violenze a sfondo razziale alla crisi ambientale, il festival del cinema di
animazione di Pescara valorizza l’impegno di autori come Folman e Bozzetto
Cartoons e il pianeta
Saranno i cartoons a salvare il pianeta
di
Davide Sette
Le tragedie della storia, le ingiustizie, l’ambiente, gli animali: sono le tematiche al centro dei film presentati e premiati a Cartoons on the Bay, il festival dell’animazione, della transmedialità e della meta-arte, organizzato dalla Rai e diretto da Roberto Genovesi per Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara. Una rassegna che si è caratterizzata per l’impegno con cui gli autori di questo particolare genere cinematografico hanno provato a riflettere sulle crisi che attanagliano il mondo.
A riportare sull’orizzonte della cronaca il dramma della Shoah è stato Where Is Anne Frank di Ari Folman, prodotto da Le Pacte. La giuria del festival, composta da Flavio Natalia, Pedro Armocida e Max Giovagnoli, ha incoronato il regista israeliano per l’eleganza narrativa, tecnica e artistica con cui ha saputo affrontare il tema dello sterminio degli ebrei, oscillando magicamente tra reale e immaginario, sfiorando personaggi e pubblico con stupore e profondità e arrivando a tracciare inquietanti parallelismi tra la storia dell’olocausto e le ingiustizie e le violenze del presente.
-Un’immagine di Where Is Anne Frank del regista Ari Folman
A riflettere sulle crisi ambientali, a cominciare da quelle che vedono come vittime principali gli animali, Sapiens?, il nuovo progetto di Bruno Bozzetto, genio del cinema d’animazione nostrano, autore di alcuni dei film che maggiormente hanno influenzato l’immaginario moderno, televisivo e cinematografico. Sapiens? è un mediometraggio, realizzato con il sostegno della Rai, contenente tre diversi cortometraggi accomunati da un tema particolarmente caro al regista: la sostenibilità ambientale e i diritti degli animali. Tre corti caratterizzati ognuno da uno stile visivo peculiare (dal 3D all’animazione bidimensionale più minimale) e basati, come già accaduto in passato nella filmografia di Bozzetto in Allegro non troppo, su componimenti di musica classica: dall’Ouverture del Coriolano di Beethoven al Verdi di Un giorno di regno.
“Mi è capitato ultimamente di crescere in casa una pecora, che la mamma aveva abbandonato. Insieme con mio figlio me ne sono preso cura per un mese nel salotto e ho subito notato un’intelligenza che non pensavo questo animale potesse avere. Siamo da sempre abituati ad immaginare le pecore come animali che seguono il gregge, privi di complessità”, ha spiegato Bozzetto. “E invece questa pecora mi ha dimostrato che non è così. Ma questo vale anche per altri animali – ha proseguito il regista – come ad esempio le galline della mia vicina di casa, che riescono a distinguere colori e forme, o ancora il maiale di un altro mio conoscente, che vive in casa sua senza sporcare ed è in grado di dimostrare il proprio affetto in modi che mai avrei immaginato potessero appartenere ad un suino”.
-Bruno Bozzetto (a sin) intervistato da Roberto Genovesi
“Noi uccidiamo queste creature così sensibili solo per provare un sapore piacevole nella bocca”, chiosa Bozzetto. E prosegue: “Dovremmo cominciare a porci delle domande. E sicuramente l’animazione può aiutare a raggiungere i giovanissimi, può contribuire a far nascere in loro una diversa sensibilità verso queste creature. Il segreto, penso, è rendere evidente la loro intelligenza e le loro emozioni, rendendole quanto più possibile vicine a quelle dei personaggi umani. Anche in passato la schiavitù o l’oppressione delle donne erano considerate cose normali, cose che facevano parte della tradizione umana. Poi il mondo è cambiato. E non è detto che non possa cambiare anche in questo”.
Non è quindi un caso che i protagonisti di due di questi tre nuovi cortometraggi di Bozzetto siano proprio gli animali, da quelli più grandi e ampiamente rappresentati al cinema (balene, leoni ecc.), quelli la cui esistenza è minacciata dall’inquinamento antropico e dalle attività industriali umane, fino a quegli animali che siamo soliti considerare fastidiosi o, in alcuni casi, repellenti, come il ragno, soggetto principale dell’unico corto in 3D del progetto (un ragno che, nelle prime immagini mostrate, lo vediamo mentre tenta di risalire con difficoltà dal lavandino in cui è caduto).
-Peter Lord
“Negli ultimi 40 anni l’attività umana ha causato la scomparsa del 60% dei mammiferi, rettili, pesci e uccelli presenti in natura. L’animazione può essere un modo per documentare questa scomparsa”, spiega Bozzetto, che ha incontrato, nel contesto di Cartoons on the Bay, un suo vecchio amico e collega: Peter Lord, geniale co-fondatore della Aardman Animations, ospite a Pescara per ricevere il premio alla carriera. Lord, che proprio grazie ad una pecora (Shaun the Sheep) ha raggiunto il successo mondiale, ha tenuto una masterclass con gli operatori del settore, raccontando le origini dello storico studio di animazione inglese e svelando qualcosa sul prossimo sequel di Galline in Fuga.
Dopo l’esordio sulla BBC nel programma Vision On, alcuni spot televisivi e video musicali (come quello per il brano Sledgehammer di Peter Gabriel), la Aardman sfonda nel panorama internazionale del cinema d’animazione con successi come, appunto, Galline in fuga e Wallace & Gromit (premio Oscar nel 2005), Giù per il tubo e Pirati! Briganti da strapazzo. Tutto, però, nasce da Morph, quel primo personaggio, realizzato con la plastilina e utilizzato come mascotte del programma per bambini della Bbc, dedicato ad arte e lavoretti, dal titolo Take Hart, trasmesso fino al 1983, e condotto dall’artista Tony Hart. Peter Lord lo stringe affettuosamente sulle mani e spiega: “Sicuramente questo piccolo pupazzo di plastilina non è dettagliato come i modelli dei film in stop-motion più recenti, ma all’epoca era quello che serviva. Era elementare, ma divertente”. “Ci sono cose che è difficilissimo spiegare perché funzionano. Semplicemente funzionano e basta. E questo è particolarmente vero per il cinema d’animazione”, prosegue il fondatore della Aardman.
“C’è ad esempio una serie di corti realizzati da Rich Webber dal titolo Purple and Brown (che sono poi i due protagonisti, ndr) che mi fa morire dal ridere, ma non riuscirei a descrivere a parole il perché. C’è gente come Rich che ha un innato senso per l’umorismo, per le cose che fanno ridere. È qualcosa che si ha dentro di sé, che non segue delle formule precise. E, ovviamente, quello stesso senso per la gag lo ha, in maniera ancora più accentuata e sofisticata, Nick Park, ideatore dei personaggi come Wallace e Gromit. Spesso nel mondo del cinema si usa il termine genio a sproposito, ma nel caso di Nick è proprio così. È un genio dell’umorismo, ancor prima che dell’animazione”.
Ma cosa aspettarsi dal futuro della Aardman Animations? Per l’autunno 2023 arriverà il sequel d’animazione Galline in fuga 2, o meglio Chicken Run 2: Dawn of the Nugget, con il sottotitolo originale “L’alba della crocchetta” che ammicca evidentemente alle popolari pepite di pollo dei fast-food. “Con l’avvento di Netflix, il nostro lavoro è completamente cambiato. Prima i nostri unici interlocutori erano i broadcaster (la BBC, appunto) e per questo i progetti che facevamo dovevano avere tutti un taglio specifico che era quello televisivo. Adesso, con il proliferare delle piattaforme streaming, il numero degli interlocutori è aumentato e, per quello che ci riguarda, Netflix è stato un partner eccezionale per la realizzazione di Galline in Fuga 2”, ammette Lord. Un endorsement, quello a Netflix, condiviso anche da Ian Mackinnon, co-fondatore della Mackinnon & Saunders, anche lui ospite di Cartoons on the Bay 2023 e protagonista sul palco subito prima della masterclass di Lord.
-Ian Mackinnon
Mackinnon, leader di fama mondiale nello sviluppo dei personaggi nel settore dell’animazione e produttori di stop motion e animazione digitale 2D di alta qualità, ha citato ad esempio il caso del Pinocchio di Guillermo Del Toro, per il quale il suo studio ha realizzato i modelli dei personaggi: “Eravamo in contatto con Del Toro dal 2008 per questo film, ma Guillermo non era disposto ad accettare compromessi sulla sceneggiatura e sul tono della storia. Era un progetto che gli stava a cuore e voleva realizzarlo esattamente come diceva lui. Abbiamo aspettato più di dieci anni, ma alla fine sono stati quelli di Netflix gli unici a garantire a Del Toro la libertà creativa necessaria, e ovviamente il budget giusto, per realizzare il suo sogno”. Al di là però degli aspetti produttivi ed economici, la regola fondamentale rimane una e una soltanto: “Divertirsi”, afferma Lord. Quando giriamo un film della Aardman siamo noi i nostri primi spettatori e ridiamo a crepapelle delle nostre stesse idee e delle nostre stesse gag. Ci sostituiamo ai personaggi e proviamo noi le scene prima di riprodurle con le miniature. Se una cosa fa ridere noi, allora probabilmente farà ridere anche gli altri. Senza questo, non può esserci tutto il resto”.
*Nella foto in alto, Pulcinella simbolo del festival di Pescara*